LA CONOSCENZA RENDE LIBERI

per favorire l'incontro di idee anche diverse


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L’inutile pallottoliere del nano corruttore di membri onorevoli

Di Pietro perde pezzi, come razzi.

Alla fine Antonio Razzi avrebbe deciso di lasciare l’Italia dei valori. Il parlamentare eletto all’estero, infatti, parteciperà a una conferenza stampa indetta alla Camera da Noi Sud per annunciare il suo passaggio nel partito guidato da Enzo Scotti e Arturo Iannaccone. A questo punto, a quanto si apprende in ambienti della maggioranza, Razzi sarebbe pronto anche a votare la fiducia al governo Berlusconi il 14.

Un partito, tre membri in posizioni diverse.

Come un sol uomo, tre deputati (Bruno Scilipoti, Massimo Calearo e Bruno Cesario) hanno formato una nuova componente parlamentare (congiunta), hanno organizzato una conferenza stampa (congiunta) e, alla loro prima uscita pubblica, hanno annunciato il voto per il 14 dicembre (disgiunto): uno voterà la fiducia, uno voterà la sfiducia, uno si asterrà. Un bell’esempio di compattezza in un momento difficile per il Paese.
Resta un rammarico: essendo solo in tre, i deputati della nuova componente parlamentare hanno potuto esprimere solo tre posizioni parlamentari diverse. Ma non bisogna disperare: caso mai aderisse un quarto deputato, lo si noterà facilmente. Sarà quello che va in bagno al momento del voto.

Il cerino sempre acceso, fino all’ultimo.

Ma se il governo continua a mostrare i muscoli, respingendo le richieste di dimissioni e di crisi lampo dei finani, questi ultimi non ci stanno e rilanciano ancora. Dopo il vertice di questa mattina di Gianfranco Fini con lo stato maggiore di Futuro e Libertà, nella sede di Farefuturo, gli ex dissidenti del Pdl continuano sulla loro linea: “Dimissioni al buio, o sfiducia senza se e senza ma“, ha sintetizzato uno dei presenti. Italo Bocchino, conferma che «o Berlusconi apre una nuova stagione politica dando le dimissioni e aprendo una nuova fase con un programma socio-economico e la legge elettorale o non si può che votare la sfiducia».

Dentro FLI ci sono un paio di colombe tentennanti come Moffa e Consolo, che potrebbero ripensarci ed andare a fare pipì al momento opportuno. QuelLo che non si capisce è in realtà a cosa serva tutto ciò. Se pur invece di avere la minoranza attuale avesse la maggioranza di 3 o 4 voti , che cosa ci farebbe il cainano di arcore? Vuole ripetere l’esperienza di Prodi appeso alle pipì dei senatori a vita?

Berlusca è ormai finito e qualcuno dovrebbe dirglielo: lui pensa di giocare a muoia sansone con tutti i filistei, in realtà sta giocando a muoia il nanetto con tutti i nani corrotti.

Stacchi la spina al governo, un po’ di dignità alla fine non guasterebbe…

Alfonso


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Ci siamo……

E’ passato circa un anno da quando scrivevo su questo blog

Il popolo affamato fa la rivoluzion…..

ed ancora….

Dopo il 5 dicembre ( No Berlusconi day ) niente è più come prima…

Lo spirito di questa “eversione”  pacifica, democratica, trasversale fu compresa dai più, prova ne è il successo che ebbe la manifestazione del 5 dicembre 2009 e quelle che sono seguite in questo anno intensissimo di eventi di piazza e non.

Tutti , anche i  partiti di opposizione, le associazioni si son dovuti misurare con la nascita e la crescita  di questa rivoluzione .
Una rivoluzione pacifica, matura ed intelligente.

Alcuni ci tacciarono di comunismo o comunque di mero spirito anti- berlusconiano.

E altri fecero la facile e stupida equivalenza anti- berlusconismo = comunismo .

Ora è sotto gli occhi di tutti, anche degli ex appartenenti della compagine governativa di destra, quanto quest’uomo abbia poco a vedere con una destra liberale ed illuminata.

Sotto gli occhi di tutti quanto il suo essere arrogante sbruffone  e  il suo  essere cialtrone colto da delirio di onnipotenza sia da lettino da psicanalisi……

E come Caligola muore per mano “amica “….

L’erede di Almirante ha indubbiamente sferzato il colpo finale, dopo tanti tentennamenti, con un discorso brillante e seducente alla convention di Perugia.

Seducente, certo , seducente..molto seducente…..

Voglio ipotizzare uno scenario del futuro prossimo  ( scommetto una cena con chi vorrà giocare con me )

L’Italia della terza repubblica sarà governata da una destra liberale con il supporto fondamentale  dei voti degli elettori della sinistra….

E fu così che la trasversalità  già praticata  dal popolo in piazza il 5 dicembre  prenderà corpo e darà inizio ad una nuova stagione politica …..e  questo blog- la conoscenza rende liberi …  per favorire  l’incontro di idee anche diverse.….chissà  non abbia  contribuito anche in millesima parte all’inizio di questa nuova era …)

Franca C.



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Prove tecniche di sinistra in movimento…ovvero “anche l’operaio vuole il figlio dottore”

Lo dico con chiarezza a me stessa ed a tutti coloro che sono interessati. C’é un momento per le analisi, poi viene la sintesi. Sono anni che stiamo aspettando una breccia, anche solo un piccolo pertugio per far rinascere la sinistra come opposizione politica, per riannodare i fili con la società e con le persone vere ed in carne ed ossa.

Fino ad ora è stato l’antiberlusconismo come fenomeno civico, costituzionale a farla da padrone nell’opposizione. E siccome il senso civico nel nostro paese è debole, poco strutturato, quasi residuale siamo stati costrettii a subire scenari di palazzo e lotte di potere, tutt’ora in corso. Mi riferisco a Fini  , Montezemolo e cose simili. Rispetto a queste soluzioni la sinistra si è posta in un ruolo distaccato e subalterno, alla finestra guardando gli altri protagonisti muoversi.

O magari qualcuno dei peggiori fra costoro plaudendo al nuovo uomo forte legato a Confindustria, come se per i lavoratori fosse meglio avere uno di costoro a governare sul serio, piuttosto che il pagliaccio a far finta di comandare…

Lo stesso fenomeno viola non si occupa delle reali contraddizioni sociali ed economiche ma si muove nel solco dell’approccio civico di cui sopra, insufficiente.

Ma ora c’é una novità  che viene dal mondo del lavoro, il quale sotto attacco in maniera formidabile e quasi terminale , non si piega, alza la testa e crea nuove condizioni politiche. E spinge inequivocailmente verso un grande sciopero generale.

Ancora una volta, come già nel 94-95, tocca alla Cgil il ruolo improprio di organizzare e porsi alla testa del popolo di opposizione. E, come allora, sarà questa spinta dal basso a mandare a casa Berlusconi e i suoi scherani. Malgrado le incertezze e gli inciuci del Pd.

La spallata che i sindacati diedero allora al governo Berlusconi contro il suo progetto di riforma previdenziale ancora  fa male alla destra, basta leggere le cronache dell’epoca http://ricerca.repubblica.it/repubblica/archivio/repubblica/1996/07/03/berlusconi-al-sindacato-uniti-contro-il.html ed i suoi tentativi successivi, peraltro in parte riusciti, di dividere il sindacato e renderlo in gran parte mansueto e disponibile.

Berlusconi quindi conosce bene la forza della piazza e del malcontento sociale e la teme ( Maroni ha infatti tentato di esorcizzarne l’efficacia e provocarne le tensioni) ma quelli che paiono temerla ancor di più del nano di Arcore sono coloro che dovrebbero essere alla testa dell’opposizione. Mi riferisco ai dirigenti del PD.

Questa finta opposizione del PD, che tremebonda, conduce la propria vita politica nell’ombra dei se e dei ma, condizionata da una classe dirigente inetta e complice del berlusconismo.

Come tanti anni fa furono i movimenti a scuotere l’elefantiaco corpaccione del PCI, a permettere alla sua base di trascinarlo a calci nel sedere verso le ( poche ) conquiste di civiltà e di diritto avute nel nostro paese, così oggi  occorre riprendere a calci nel sedere ciò che rimane del PCI, ovvero il PD suo erede e d indurlo ad appoggiare la FIOM , sì da ricreare le condizioni per una opposizione politica e di classe.

Per qualcuno poco avvezzo che equivocasse ( forse mediolungo? ), con il termine classe non mi riferisco allo stile, ma alla classe in senso marxiano del termine.

La lotta di classe esiste ancora: la conducono i padroni contro i nuovi schiavi

Il 16 ottobre è stato la   rispos­ta all’attacco ai diritti consolidati dei lavo­ratori che ha raggiunto il suo apice a Pomigliano, dove Marchionne e la Fiat hanno deciso di rimettere in chiaro che loro sono i padroni e, dunque, i lavoratori sono servi. Occorre prendere consapevolezza di ciò ed organizzarsi di conseguenza. Non continuare a balbettare tenendo conto un pò degli interessi degli operai, ma anche dei padroni come Marchionne!

Anche perchè, come è stato già rilevato, la breccia di Pomigliano serve per far cadere tutto subito dopo. Vedi la disdetta del contrastto nazionale fatta dalla Federmeccanioca.E’ la crepa che apre la voragine.

Occorre chiuderla subito, immediatamente e con forza.

L’opposizione sociale e politica

A Roma c’era l’Italia dei diritti negati, non solo i metalmelmeccanici della Fiom: c’erano donne e uomini, ragazze e ragazzi, operai e pensionati, impiegati e disoccupati, precari e studenti, insegnanti e immigrati.

E questi ultimi non erano certo i temibili stranieri annunciati dal ministro dell’Interno, il leghista Roberto Maroni, «infiltrati» tra i manifestanti e pronti a creare disordini e violenze. No, né black bloc né fanatici islamici di Al Quaeda, solo cittadini stranieri che rivendicavano diritti. Pacificamente. Non c’è riuscito, Maroni, con la sua in­timidazione, a tenere a casa le persone ed a far esplodere le tensioni. Abbiamo respinto le sue intimidazioni, la sua meschina strategia della tensione.

E che il suo fosse solo un tentativo di inti­midire le masse è risultato subito evidente dalla rilassatezza di tutte le forze dell’ordine comandate a vigilare sulla sicu­rezza del corteo: non c’era nessuno in tenu­ta antisommossa, nè il numero ed altri atteggiamenti sono sembrati spropositati.

È stata una manifestazione enorma nella quantità ( per un corteo dei metalmeccanici così partecipato occorre tornare agli anni ’70, ma in questo caso si tratta della FIOM da sola) e nella qualità, perchè in questo frangente è stato chiaro a tutti che il popolo della sinistra si è rimesso in moto, in modo pacifico e determinato.

E lo ha dimostrato. Dando sostanza ed urgenza alle analisi dei soggetti che si muovono a sinistra, dettandogli l’agenda e provocandone le reazioni ( vedi Vendola al suo congresso di ieri ).

Ma anche conferendo così un maggiore peso specifico alle pro­prie rivendicazioni nei confronti del Gov­erno e di Confindustria: democrazia, diritti, dignità, lavoro, contratto erano le parole d’ordine degli operai, ma accanto a queste, fra queste, c’erano anche le richieste che arrivano dal mondo della scuola e dell’università, cioè delle istituzioni che dovrebbero formare i cittadini e le future classi dirigenti ma che, invece, sono state trasformate in potenziali “fabbriche” d’ignoranza di massa, in ossequio al prin­cipio enunciato in tv, durante la campagna elettorale del 2006, da Berlusconi durante l’unico faccia a faccia con Prodi: «Voi siete convinti che il figlio dell’operaio debba avere le stesse opportunità del figlio del professionista».

Insomma l’operaio vuole il figlio dottore, non c’è più morale, Contessa, cantava a tal proposito un sarcastico Paolo Pietrangeli nel lontano 1966.

SU FACEBOOK VERSO LO SCIOPERO GENERALE: DOPO IL 16 OTTOBRE CI VUOLE LO SCIOPERO GENERALE. BASTA CHIACCHIERE. BLOCCHIAMO IL PAESE. PER I DIRITTI, PER IL LAVORO, PER LA DEMOCRAZIA.

Rosellina970


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Il compagno Fini e le menzogne della sinistra

Un ‘Italia piena di poveri piange la sinistra , peccato che sia tutto falso.

Il numero di auto circolanti in Italia è cresciuto di mezzo milione di unità, arrivando a 35.200.000, in pratica una vettura ogni 1,7 abitanti, un record in Europa. Lo rivela l’Automobile Club d’Italia nel suo rapporto statistico annuale, che indica in 1,7 milioni le radiazioni, a fronte di 2,2 milioni di immatricolazioni.

L’Istat indica una crescita della produzione industriale nell’agosto 2010 del 9,5%, rispetto allo stesso mese dello scorso anno, che rappresenta il miglior risultato tendenziale dal dicembre del 1997.

Se sei di destra sei di sicuro un servo, se sei di sinistra sei certamente libero ed indipendente…

Sallusti sarebbe un servo di Berlusconi, la direttrice dell’Unità invece è libera ed indipendente. L’altra sera in televisione Concita De Gregorio ha ammesso  che il suo editore, tal Soru Renato, non è uno sconosciuto, è vero, «è l’imprenditore che ha inventato Tiscali», e giura: macché Pd, io sono indipendente. Omette di dire, la De Gregorio, che Soru è stato governatore della Sardegna: non da indipendente, ma col Pd. E mica ci passava per caso, nel Pd, visto che dal 2007 è nel «Comitato dei 45» che riunisce i leader democratici. Omette di dire la gallina rossa che il quotidiano ha preso 6.500.000,00 euro di finanziamento pubblico e che versa in difficoltà perché è in calo di vendite.

Tremonti taglia i fondi a questi piagnoni che usano i soldi del governo per attaccarlo: che ricominciassero a vendere salciccie alle feste invece di cacare col culo degli altri…

Dietro Fini ci sono quelli che erano dietro la D’Addario

Riporto una conversazione telefonica tra Porro e Arpisella, ormai diventata celebre. Trascrivo il brano che risponde, anche se oscuramente, al quesito: Chi c’è dietro Fini?:

Arpisella: «Dai secondo te chi c’è dietro Fini?». Porro dice di non saperlo, Arpisella chiarisce senza chiarire: «Ci son quelli che c’erano dietro la D’Addario dai su!», rinviando ulteriori spiegazioni ad un incontro.

Nessuno indaga su questo? Sono battute buttate lì? Ma se sono battute queste di Arpisella perché invece sono intimidazioni le cose dette cazzeggiando da Porro?

Chi sa quali promesse sono state fatte al presidente della Camera, affinché aiuti costoro ad abbattere Berlusconi. Chi sono costoro? Tutto il marcio della prima Repubblica, una brigata di mostruosi zombi che si stanno sfregando le mani, sghignazzando nelle retrovie di Gianfranco Fini e compagni.

Credo che sia anche per questo che le indagini sullo scandalo Fini vanno a rilento e che la procura di Napoli invece mandi in fretta e furia venti agenti a perquisire tutto e tutti al Giornale..

Il vento di destra in europa è sempre robusto: basta con gli immigrati

L’estrema destra sfonda anche a Vienna L’Fpoe raddoppia i propri voti, i socialdemocratici perdono la maggioranza assoluta.Elezioni Vienna 2010. Anche il baluardo “rosso” della capitale austriaca si sta sgretolando. Il vincitore della tornata elettorale è l’Fpoe che ottiene il 27% dei voti.

Potete affannarvi come volete a disquisire di governi tecnici e tradimenti vari, ma il vento che spira nel mondo va contro di voi.

Vai Silvio e vai Umberto, finiamo il lavoro iniziato…

Mediolungo


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Le inutili balle cosmiche del doroteo berlusca

In questo blog abbiamo scritto tante volte e con voci diverse intorno alla grande  abilità illusionistica del nano di arcore. Dalle promesse alle illusioni, dai colpi di prestigio alle vere e proprie menzogne, ne abbiamo scritto tanto ed in tanti ( valgano per tutti i 4 post estratti dal lavoro di Paolo Agnelli , iniziando dal primo) .

Quindi non era indispensabile tornare sul punto,  ma ieri Berlusconi, travestitosi da democristiano ecumenico, ha provato a fare il Doroteo ed è stata un bel concentrato di bugie in diretta televisiva.

Certo gli è andata male e lo sappiamo: da ieri Fini ha la seconda golden share sul governo, dopo quella in mano a Bossi e la sua badante.

Ed è anche vero che la brutta giornata del compleanno del berlusca rimarrà alla storia per l’ennesimo errore sui conti – ma fra i tanti onorevoli perché non si compra un matematico visto che le sbaglia tutte? – oltre che  per l’inutilità della strategia delle mani aperte, visto gli esiti finali. E’ la sconfitta delle colombe democristiane alla Gianni Letta ed è l’inizio di un periodo breve ma intenso in cui il nano si ribalterà tentando di farci fare la stessa sua fine.

Nonostante non sia servito a nulla , è però  vero che lo spettacolo Doroteo del banana di ieri ha raggiunto vette incredibili e pertanto vogliamo festeggiarlo e sacramentarlo riassumendo la montagna di menzogne che ci ha fin qui propinato.

Avendone già scritto troppo,  preferisco rimandarvi all’ottimo articolo di oggi sull’Unità di cui qui vi risparmio il gustoso preambolo.

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Dai banchi dell’opposizione si è levata una sincera e corale risata quando, nel discorso di ieri, il premier ha promesso il completamento della Salerno-Reggio Calabria: poco prima i fondi per l’A3 erano stati ulteriormente tagliati. Per una bugia svelata “in diretta”, una raffica di promesse lanciate a vanvera. Senza pudore.

1)Il Parlamento sovrano

«Il Parlamento è il luogo in cui la sovranità popolare trova la più alta espressione e il più alto esercizio. Non c’è democrazia e buon governo se il Parlamento non è libero e forte»

Quei 36 voti di fiducia e i richiami del presidente

La sovranità dei parlamento è stata «offesa» con ben trentasei voti di fiducia: il voto di fiducia azzera qualsiasi discussione su una legge. Numerosi i richiami del Capo dello Stato e del presidente della Camera contro l’uso del voto di fiducia.

2)Basta con la faziosità

«Ciascuno deve fare la sua parte, praticando il rispetto dell’avversario al posto della faziosità. Dobbiamo lasciarci alla spalle i residui della guerra fredda e degli schieramenti ideologici. In giro vedo e sento troppo odio»

Gli insulti a Consulta e Colle dopo il no al lodo

Non si contano gli episodi che contraddicono questa affermazione: nell’ottobre 2009, dopo la bocciatura del lodo Alfano, si è scagliato contro la Consulta e il Quirinale: «Sono di parte». Poi i magistrati come il «cancro», gli elettori di sinistra «coglioni».

3)Nessun aumento della spesa pubblica

«Il governo non ha commesso l’errore di aumentare la spesa pubblica in deficit. L’Italia aveva bisogno di rigore e credibilità: abbiamo tentato in ordine i conti e salvaguardato il reddito di lavoratori e famiglie»

La spesa corrente cresciuta di 18 mld

Il «rosso» dei conti italiani è passato nel 2009 al 53% dei Pil rispetto al 2,7% dei 2008 (dati Eurostat) e lo stock di debito è tornato ad aumentare, toccando quota 115,8% Senza aiuti alle famiglie, solo per la spesa corrente aumentata di circa 18 miliardi (Dpef).

4)Evitati i licenziamenti di massa

«Abbiamo evitato i licenziamenti di massa, tutelato i lavoratori maggiormente colpiti (…), esteso gli ammortizzatori ai precari e a tanti altri come gli apprendisti, gli interinali»

Disoccupazione record e il bluff dell’una-tantum

Il tasso di disoccupazione è salito all’8,5%(ultimi dati Istat). È il livello più alto dal 2003. La disoccupazione giovanile è al 27,9%: mai così male dal 1999.18mila precari hanno fatto domanda per avere gli «ammortizzatori»: solo 3mila le richieste accolte.

5)Federalismo fiscale

«Attuare il federalismo significa valorizzare le aree meno sviluppate e rafforzare lo Stato. (…) Non comporterà maggiori costi per lo Stato e sarà attuato senza aggravio della pressione fiscale»

Massacrati gli enti locali e penalizzato il Sud

Il primo atto dei governo è stato antifederale: l’eliminazione dell’Ici. In seguito una linea costante: togliere al sud per dare al nord. Sono stati scippati i fondi Fas. I trasferimenti agli enti locali sono stati azzerati: ora non potranno far altro che aumentare le tasse locali.

6)Abbassare le tasse

«L’obiettivo del governo è ridurre la pressione fiscale tenendo conto delle esigenze del bilancio pubblico e sulla base della lotta evasione: senza creare deficit il governo intende intervenire al varo di norme con revisione su famiglie, lavoro, ricerca»

Il fisco in crescita e niente anti-evasione

Dice bene il premier: è un obiettivo. Finora il risultato è stato esattamente contrario: il peso del fisco sul Pil nel 2009 è aumentato, segnando il record del 43,2%. Sono state smantellate le misure antievasione dei governo Prodi, tagliati i crediti d’imposta sulla ricerca.

7)Eliminata la frammentazione politica

«Gli elettori hanno premiato il nostro comune appello a rendere più stabile il governo del paese, riducendo drasticamente la frammentazione politica e scegliendo due leadership: maggioranza e opposizione»

Voltagabbana, ribaltini, nuovi partiti: un vero suk

Il suk di questi giorni a Montecitorio è la migliore dimostrazione del fallimento del progetto di semplificazione. Cambi di casacca, nascita di nuovi gruppi e sottogruppi, caos nei numeri. La responsabilità non è solo di Berlusconi, ma lui ha alimentato i “ribaltini”.

8)Più risorse per la giustizia

«Riteniamo indifferibile un ulteriore aumento per le risorse della giustizia»

Sforbiciata alle spese e tagli al personale

Con la legge 133 dei 2008 è stato imposto un drastico taglio ai consumi intermedi della giustizia (22% nel 2009, 30% nel 2010, 40% nel 2011) una diminuzione del 10% del personale giudiziario e il blocco delle assunzioni del personale amministrativo.

9)La lotta alla mafia

«Mai nella storia della Repubblica sono stati inferti così tanti colpi a mafia e criminalità organizzata. Abbiamo la normativa antimafia più efficace al mondo».

E in Parlamento ci sono i condannati

Il Senato annovera due senatori condannati in appello per mafiosità: Dell’Utri, 7 anni per associazione esterna; Cuffaro, 7 anni per favoreggiamento alla mafia. Alla Camera, fino a luglio al governo, c’è Cosentino su cui pende una richiesta di arresto.

10)La squadra che si chiama Stato

«Va riconosciuto l’importante ruolo delle forze dell’ordine che hanno lavorato in perfetta sinergia con l’esecutivo, dando prova che esiste una grande squadra che si chiama Stato».

In due Finanziarie tolti più di 600 mln

Con le ultime due finanziarie il governo ha ridotto drasticamente gli stanziamenti al comparto sicurezza tagliando oltre un miliardo (-20%) nel 2008 e più di 600 milioni (-10%) nel 2010. Il taglio riguarda Polizia, Carabinieri, Penitenziaria e Guardia di Finanza.

11)Lotta all’immigrazione clandestina

«Gli sbarchi di clandestini sono stati ridotti dell’88%, passando dai 29mila del 2008-2009 ai 3miladell’ultimo anno. Vogliamo intensificare questa azione favorendo l’integrazione degli immigrati regolari».

La Caritas smentisce:«Flusso immutato»

La Caritas ha spiegato che «c’è un flusso costante e una pressione migratoria che rimane sostanzialmente immutata se non aumentata». Anche perché l’80% dei clandestini continua ad arrivare via terra. Mentre sono cresciuti gli sbarchi in Puglia.

12)La mannaia della ricerca

«Senza creare ulteriore deficit, il governo intende pervenire entro la legislatura al varo di norme che consentano una graduale riduzione della tassazione su famiglie, sul lavoro, sulla ricerca».

Ricerca: l’1,1% del Pil Nelle retrovie d’Europa

L’Italia è agli ultimi posti in Europa in materia di ricerca: l’1,1% del Pil di investimenti pubblici, inferiore a quelli di Francia, Germania, Svezia, Danimarca, Svizzera e Olanda. Siamo stati sorpassati anche da Spagna, Slovenia, Irlanda, Repubblica Ceca.

13)Entro dicembre progetto per il Ponte sullo Stretto

«Entro dicembre sarà pronto il progetto esecutivo del Ponte sullo Stretto di Messina»

Spesi 500 milioni per il ponte che non c’è

Finora sono stati spesi circa 500 milioni di euro in studi e progetti, ma dell’opera non c’è ancora l’ombra. Il direttore per il ponte sullo Stretto promette un progetto definitivo entro la fine dell’anno. Il Pd e la Cigl: per ora il ponte sta solo nel libro dei sogni.

14)Entro il 2013 la Salerno-Reggio Calabria

«Saranno triplicati gli interventi sul Mezzogiorno con investimenti per 21 miliardi di euro, raggiungendo nel 2013 alcuni risultati importanti come il completamento della Salerno-Reggio Calabria».

La chimera dell’A3: tagliati altri 145 milioni

Proprio ieri la commissione Ambiente della Camera si è pronunciata favorevolmente sulla deliberazione del Cipe n. 83 del 2009 che ha tagliato ben 145milioni di euro già assegnati alla realizzazione dell’A3. Complessivamente mancano all’appello 2,7 miliardi.

15)Provvedimento anti-corruzione

«Sul fronte della criminalità non vanno dimenticati molti provvedimenti sul diritto sostanziale per meglio contrastare criminalità, in particolare quello sulla corruzione».

Il decreto è fermo in Senato da sei mesi

Per la verità il decreto anti-corruzione è finito nel dimenticatoio. Il provvedimento -che prevede tra le altre cose l’ineleggibilità dei politici corrotti e procedure più trasparenti per gli appalti -è fermo in Senato da oltre sei mesi.

16) Disponibilità al dialogo

«Ho sempre detto che ferma restando l’intangibilità del programma di governo tutto si può dibattere e migliorare. La mia indole è aperta alla ricerca delle soluzioni migliori attraverso contributi diversi».

Fini espulso a luglio:«Incompatibile»

I finiani sono stati espulsi a fine luglio dall’ufficio di presidenza del Pdl. Fini è stato accusato di «stillicidio di distinguo o contrarietà nei confronti del programma di governo», «critica demolitoria» e «attacco sistematico al ruolo e alla figura del premier».

17) Prestigio internazionale

«Il nostro Paese svolge un ruolo da protagonista sulla scena internazionale ed è punto di riferimento per le Regioni di crisi».

Il premier snobba l’Onu Italia irrisa all’estero

Berlusconi ha disertato la riunione Onu sugli obiettivi del Millennio sapendo di non aver mantenutogli impegni presi nella lotta alla povertà nel mondo. In Europa le apparizioni pubbliche di Berlusconi suscitano spesso pena e ilarità.

18)Valorizzare i giovani e la scuola

«Se non siamo in grado di valorizzare i nostri figli saremo un paese senza futuro. Uno degli obiettivi del governo è potenziare il sistema educativo»

Il disastro Gelmini: tagli per 8 miliardi

Con la riforma delle superiori sono state ridotte le ore complessive di lezioni nei licei e negli istituti tecnici: meno latino e meno matematica, negli istituti sarà impossibile utilizzare i laboratori. In tre anni tagli complessivi per otto miliardi di euro.

19)Nucleare

«È necessario individuare forme di energia convenienti e rispettose dell’ambiente: l’unica risposta è il nucleare, sfida da perseguire con convinzione e determinazione»

Né conveniente né sicuro

Il nucleare non è conveniente: il costo di un chilowattora prodotto con energia solare è oggi inferiore al costo di un chilowattora prodotto con energia nucleare. E lo smaltimento delle scorie, ha detto pochi giorni fa il Mit di Boston, «è un problema insolubile».

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Crazyhorse70


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Santa Lucia, il governo si porta via. Rissa tra agenti immobiliari blocca l’Italia da tre mesi…


La rissa tra i due compari, i due fondatori del pdl ha raggiunto il più basso dei livelli in uno scontro tra le più alte cariche. Ora sono andati a fare a botte nelle antille, con personaggi improbabili e barbe finte che neanche nei peggiori film del genere…

Ed il paradosso è che mentre si prendono a coltellate i seguaci di Fini assicurano che la prossima settimana voteranno comunque la fiducia a quel malfattore che usa i servizi deviati e quant’altro oggi aggiungerà Fini nel suo video messaggio nel web.

Il problema è la casa di Montecarlo, prima viene questa e poi l’Italia.

E’ evidente che sia un pretesto per nascondere l’enorme fallimento di questa  destra che ha iniziato a governare tra le fanfare gli applausi ed  i 100 parlamentari in più ed ora è ridotta alla compravendita degli ascari per sopravvivere.

L’importante è che di questa incredibile debacle non si parli: non solo i giornali di famiglia ( Libero, Il Giornale, Panorama, Chi e tanti altri…) ma anche i giornali “veri” , tutti o quasi accodati a seguire la campagna meschina sui 60 mq disputati, uno  scontro di potere tra il camerata Fini ed il duce Berlusconi ridotti ad una rissa tra agenti immobiliari.

L’unica domanda a cui Fini dovrebbe rispondere è questa: cosa aspetti a sfiduciare Berlusconi che consideri un pericolo grave per la democrazia?

Ma il problema non è solo sottolineare il male delle destre ed il loro lento tramonto, bensì costruire una alternativa che li mandi al più presto a casa.

E questo va fatto subito, sia se ci sarà il conto alla rovescia per le elezioni di marzo, sia che il nano si travesta da Andreotti e galleggi ancora per un po’ nei liquami da egli stesso prodotti.

Il problema è il PD.  Diviso tra guardoni , autolesionisti ed inciucisti , non riesce a gestire neanche il blocco sociale che , un po’ dimagrito, gli deriva dall’essere stato PCI.

Prima o poi dovremmo affrontare questo argomento, partendo dalla constatazione che mai nella storia si sono avuti progressi, riforme o alcunchè di avanzato avendo come motore il PCI. Le iniziative ( dalle riforma agrarie nel mezzogiorno, allo statuto dei lavoratori, alla riforma del diritto di famiglia, al divorzio e l’aborto ed ogni altra conquista ) hanno sempre visto i dirigenti del PCI protagonisti ultimi e meri certificatori delle lotte altrui.

Sono sempre stati trascinati da questo o quel movimento, da questa o quella pressione della base. La base del PCI, a cui riconosco una grande generosità di militanza e passione,  la vera  protagonista dei cambiamenti, spesso senza l’appoggio del partito.

Io sono anarchica, ma la storia non ha nascondigli e va riconosciuta e raccontata per quel che è.

Qualcosa del genere a quanto sta accadendo oggi, auspicabilmente.

Molti, anche a sinistra,  si stanno appassionando ai metri quadri di Tulliani, con una attività guardonistica che sfocia nell’onanismo della sconfitta annunciata.

C’è invece  qualcuno fra coloro che si dicono di sinistra pronto a mettere sul tavolo le questioni serie del lavoro, della scuola, dell’acqua, delle energie rinnovabili, dei rifiuti che rispuntano da sotto il tappeto, della mafia che investe indisturbata, delle tasse sui salari che vanno tagliate?

C’é qualcuno di costoro dell’opposizione graziosa a sua maestà, pronto a lasciare l’aula quando il banana farà il suo famoso discorso a fine mese?

C’é qualcuno che si dice di sinistra pronto a condurre seriamente la battaglia del salario minimo garantito ?

L’unica nota positiva è questa della manifestazione del 16 ottobre 2010 lanciata dalla FIOM, ripresa dala parte più consapevole del popolo viola che ha spinto per l’appello di  Micromega :  l’esigenza di riunire le lotte a difesa della Costituzione con quelle operaie è insopprimibile e il non averlo capito dimostra il grave limite di una parte del Popolo Viola, che indulge in un atteggiamento piccolo borghese ed autoreferenziale, più interessato ai media che ai contenuti, forse determinato a sterilizzare gli entusiasmi, alla mera conservazione di un serbatoio di voti per il PD.

Ma come ho spiegato prima, niente si è ottenuto nella storia senza prendere a calci nel sedere il corpaccione dell’ex PCI, un elefante rigico e lento, oggi magari un elefantino, che arriva per ultimo ed ha la tendenza a sedersi sopra le conquiste ottenute dal sacrificio altrui.

Dai morti di Reggio Emilia in poi.

Rosellina970


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Suona una allegra orchestrina sul Titanic…

Ad Aprile era Fini a dover rincorrere , mediare e smussare gli angoli per ricavarsi uno spazio politico. Ora succede l’inverso: è il capo del governo che annaspa ogni giorno in mezzo a scandali ed inchieste, ed è lui che è costretto ad inseguire Fini, concedendogli continue vittorie politiche.

Fonte : IL TEMPO.IT -ROMA 15 LUGLIO 2010 ORE 05.30

Gongola Gianfranco Fini mentre si sfrega tra le mani i risultati di un sondaggio riservato. Sino a cinque settimane fa godeva del consenso di appena il 10 degli elettori del Pdl: praticamente era nell’angolo. Negli ultimi giorni, un’impennata: è con lui il 25 per cento degli elettori del partito che ha contribuito a fondare. Il trend è tutto in crescita. Prima della pausa estiva potrebbe essersi di fatto triplicato il tasso di approvazione nel centrodestra.

Gongola Gianfranco Fini nel vedere il pacco di e-mail che il suo staff gli stampa quasi quotidianamente (il presidente della Camera non ama leggerle al computer, preferisce la carta) e sono ormai costantemente di incoraggiamento mentre appena un paio di mesi fa erano di insulti o più generalmente di contrarietà. Ma in politica, si sa, più dei sondaggi, più delle indagini di mercato, più delle sofisticate ricerche contano i comportamenti. Propri e dei propri avversari. E il telefono di Fini ha cominciato a squillare: dall’altro capo del telefono i big dell’ex An. Quelli che ad aprile, alla data del violento scontro con Berlusconi, gli avevano voltato le spalle preferendogli Berlusconi.

Il vascello fantasma su cui suona l’orchestrina di Berlusconi assomiglia sempre di più al  TITANIC: ogni tanto il capitano getta qualche zavorra in mare per migliorare la navigazione ma serve a poco.

Alcuni sono pesi inutili, come il cosiddetto processo breve o come interi pezzi del DDL intercettazioni che il deputato Buongiorno opportunamente smonta di notte come una novella Penelope. Ormai Berlusconi li considera persi e si affanna a gettarli in mare per velocizzare il vascello fantasma: ma l’operazione non è molto efficace ed il naviglio gira su stesso alla deriva.

Altri pesi morti sono i corpi degli uomini scelti un tempo per fare un certo lavoro e poi finiti nel tritacarne mediatico-giudiziario. Alcuni sono cadaveri, altri gravemente feriti ed ormai inutilizzabili, taluni rimasti comunque politicamente menomati. A parte quelli già gettai agli squali, gli altri sono comunque  molto vicini ad essere sbarcati,  magari su di una scialuppa di salvataggio in cerca di terra di fortuna.

Ma neanche questo servirà a molto.

Tra condannati, imputati e seriamente indagati la truppa di servi fedeli bruciati politicamente è ormai numerosa.

Da Previti a Dell’Utri, da Verdini ad Abelli, per passare a Matteoli  e Fitto, Letta e Bertolaso, Brancher , Casentino e Scajola, Caliendo e De Girolamo:  in Parlamento risiedono attualmente 24 pregiudicati  e 90 tra imputati, indagati, prescritti e condannati provvisori.

Un bel record, per non parlare dei leghisti Bossi e Maroni, anch’essi pregiudicati e di Patricelo, Borghezio, Mastella e Bonsignore,   condannati ed indagati che ci rappresentano al Parlamento Europeo.

Che dire poi dei 5 presidenti di regione indagati su 20  (  Formigoni,  Jorio,  Scopelliti,  Lombardo e  De Luca  – unico PD – ) ?

Insomma la classe dirigente che doveva rivoltare l’Italia come un calzino per fare la rivoluzione liberale è finita in gran parte nel fango insieme alle nostre aspettative, nè si vedono all’orizzonte altri vascelli, solo barchette a vela di scarsa capienza e velocità…

Lo stesso capitano è pieno di guai giudiziari e passa tutto il tempo ad orchestrare  nel sottobosco per scovare un salvacondotto, ormai comanda senza più governare, attività per la quale è  commissariato da tempo.

In questo contesto cresce sempre più il potere di contrasto di Gianfranco Fini e si avvicina l’ora della caduta del vecchio genio malato; avessimo dato retta alla moglie, lei almeno se ne è liberata, beccandosi anche un bel gruzzoletto…

Qui invece siamo noi che pagheremo il conto…

Alfredo Cantera


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La ragnatela di Fini contro sua maestà ormai nudo

C’é una scuola di pensiero che nel blog fa capo a Rosy che considera ininfluente ed anzi irritante occuparsi della questione politica posta da Gianfranco Fini in questi giorni.

Io non sono d’accordo. Non vedo cosa c’entri la sperabile ripresa della attività politica della sinistra-ameba di questi mesi con la valutazione di ciò che sta accadendo.

Non si tratta di mettersi con le patatine davanti alla tv come Fantozzi e godersi lo spettacolo, nè di consolarsi con l’aglietto delle sventure berlusconiche, ma di valutare  gli effetti politici medio tempore delle attività del presidente della camera.

Il giorno dopo la piazzata da mercato in risposta al suo ragionamento politico, Fini riprende a tessere la sua tela-proposta politica.

Devo dire che lo spettacolo plastico della lesa maestà mi ha fatto sorridere e non poco ed a proposito di quel documento votato alla fine della Direzione di ieri sera, va detto che non ha alcun valore politico:

– non si sa chi lo ha redatto ed in quale veste, così in fretta e furia per ordine del premier voglioso di imprigionare la minoranza

– è stato votato da 61 persone che ancora erano dentro l’Auditorium mentre la stragrande maggioranza erano già fuoriusciti

– l’esito è stato di 50 si – 11 no-1 astenuto ed un paio di finiani impossibilitati a votare pur essendo presenti.

Se fosse questo il reale rapporto di forze interno, altro che 6%, sarebbe più del 20%.

Ma stendiamo un velo pietoso sull’insignificante documento, partorito all’esito di una giornata storica per il berlusconismo: la prima volta in cui il boss le ha prese da un suo sottoposto e per di più davanti a tutti.

Fini con la sua pattuglia ed il suo ruolo può dar inizio ad una fruttuosa guerriglia parlamentare. Appropriandosi subito del nuovo ruolo ufficalmente palesato ieri, ha ripreso oggi , mentre il silvio si lecca le ferite dopo l’aggressione alla maestà, a tessere lap ropria tela.

Cronaca di oggi

Su alcuni temi di carattere istituzionale “c’e’ possibilita’ di riforme ampiamente condivise“. Lo ha detto il presidente della camera Gianfranco Fini intervenendo a Firenze ad un incontro all’Istituto Stensen“Nella bozza Violante c’erano punti di convergenza tra destra e sinistra dai quali e’ possibile partire”

L’argomento più difficile su cui “far convergere centrodestra e centrosinistra“, ha aggiunto Fini, “resta quello della forma di Governo. Non è una difficoltà insormontabile, comunque, se si lavora con una certa buona volontà. Però ognuno deve rinunciare a piantare la propria bandiera“.

Fini sta avvolgendo Berlusconi in una ragnatela che lo imprigiona come una mosca cocchiera.

E’ la prima volta in 17 anni che il mago di arcore subisce una così dura contestazione interna ed il paradosso incredibile non è che ciò sia accaduto ieri,  ma che si sia aspettato tutto questo tempo.

In palio ci sono tante cose: la prima che mi viene in mente è che ieri Fini ha posto la propria candidatura a Presidente della Repubblica in forma ufficale.

Basta  leggere i sondaggi sulla sua popolarita fra tutto l’elettorato per capire che il buon silvio non avrebbe chance. Ed è un brutto colpo, anche per i piani della Lega che sperava di accoppiare federalismo e prossimo candidato premier nel 2013, sperando nel posto lasciato eventualmente libero da silvio candidato aL colle.

Poi le riforme istituzionali, per cui forse per la prima volta c’è qualche chances.

Il futuro del PDL: dimostrando che il re è nudo, alcuni altri possibili candidati a rappresentare il centrodestra futuro potranno trovar coraggio per uscire dalle confortevoli ma asfissianti protezioni carismatiche del premier.

Per non dire del nuovo possibile assembramento centrista con Casini Rutelli e Montezemolo, come volevasi dimostrare e qua dentro già previsto più volte dal sottoscritto ( vedi qui ed anche  qui).

Sbaglia Rosellina a dire come fa in questi giorni che la sinistra non deve occuparsi di questo: sarà anche vero che farebbe meglio ad occuparsi di se stessa ma dare una occhiatina a ciò che accade a destra in questi giorni è necessario perchè gli scenari suddetti riguardano anche la sinistra, come si è visto, più o meno direttamente.

Ed il silvio rabbioso? Ha una sola arma, più passa il tempo sempre più spuntata: far precipitare il tutto verso le elezioni anticipate, per non morire lentatamente mangiato nella ragnatela…

Crazyhorse70


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Se si spegne l’ultimo lume rimasto, quello liberale, si spegne la luce…

Voglio rendere palese la sostanza , i contenuti che stanno dietro il mio atteggiamento verso  questo governo e le speranze che nutro verso Fini o chiunque mostri di voler dare una raddrizzata liberale a quello che , anche per colpa del nostro premier, è divenuto un manipolo di comparse spesso imbarazzanti.

Il mio retroterra culturale non è quello di Gianfranco Fini, nè son disposto a giurare sulla bontà contenutistica e non di potere della sua “ribellione”, ma non vedo molte alternative a quello che mi sembra un lento spegnimento del lume liberale ed innovativo di questa compagine berlusconiana.

La Lega, al di là dei proclami iniziali, ha sempre portato avanti in concreto una politica ondivaga e populista che va dai dazi contro i cinesi al neo clericalismo, al “sostituiremo la sinistra “; in concreto spesso ha fatto da contraltare al partito della spesa del sud, favorendone la crescita.

In buona sostanza la Lega si mostra molto lontana dai principi liberali. Stessa evoluzione ha avuto Tremonti , socialista,  liberista e liberale  e poi ancora colbertiano e statalista : non è un caso che il ministro delle finanze rappresenti l’anello di congiunzione tra Bossi e la Finanza.

In generale tutta la politica italiana si è allontanata dal liberalismo : mentre alla fine degli anni ’90 facevano a gara a chi era più liberale, in  questo secolo si ricordano solo le scarne lenzuolate di Bersani e nient’ altro.

Allontanandosi dal lume liberale, l”ultimo lume rimasto dopo il tramonto di quello socialista, la situazione politica va incontro alla notte più buia, dove vincono solo le non regole del non mercato.

Oggi va di moda infatti  il lasciar che le cose vadano come vanno, pensando che questo sia un principio liberale e sbagliandosi di grosso!

Tornando a questa maggioranza, più che di voler  governare si è dati l’idea di voler comandare, si è chiacchierato molto di aspetti extraistituzionali per mesi, azioni più che altro spettacolari e televisive , ma poco, molto poco si è visto come attività concretamente  innovativa.

Questo paese va rivoltato come un calzino, scrostando il vecchiume e le rendite di posizione.

Non mi rifersco solo ad un welfare pieno di ipergarantiti,  con la esclusione di milioni di lavoratori senza tutela.

Ma anche al tessuto industriale, zeppo di aziende che fanno del sottobosco politico ed assistito la loro maggiore fonte di guadagno.

Anche la Confindustria – che dovrebbe darsi una buona rinfrescata al proprio interno di recente ha dato un avviso al governo: non tutti i media hanno sottolineato la particolare valenza critica dell’interventi e dello studio della confindustria. Non solo e non tanto perchè la Marcegaglia abbia alzato la voce, quanto perchè a Parma son stati sfornati dati molto negativi.

Nel 2014 il pil procapite sarà infatti del 10% in meno rispetto alla media europea.

Negli ultimi dieci anni il Pil pro capite italiano ha registrato un calo del 4,1% e da qui al 2014 si attestera’ sotto la media Ue di almeno 10 punti.

Questo lo trovo inaccettabile e trovo intollerabile la reazione cauta ed ottimistica degli addetti ai lavori di fronte a questo scenario.

L’Italia deve tornare a crescere e lo puo’ fare solo cercando di abbattere quelle ‘muraglie’ che impediscono la modernita’.

Un messaggio che gli economisti di Confindustria, guidati da Luca Paolazzi, affidano ai numeri di una vasta indagine che ripercorre i momenti piu’ importanti della vita del Paese. “Nel ’90-91 il Pil pro capite italiano era 6 punti sopra la media dell’area euro. Nel 2009 siamo andati sotto di 5 punti ed entro il 2014 ne perderemo altri 10. Per quella data dunque il Pil pro capite sara’ sotto di 10 punti“, spiega Paolazzi dal palco di Parma.

Una crescita stentata, dunque, che rende fosco il futuro, imbriglia le imprese e finisce con “incattivire” la popolazione.

Ecco perchè chiunque esso sia occorre spingere  sulla necessità delle riforme subito e se Fini si mostrerà conseguente e coerente, molti di coloro che come me  si sono allontanati dalla politica e dall’impegno diverso tempo fa, delusi da una rivoluzione liberale divenuta burletta,  potrebbero tornare ad interessarsi.

Pochi analisti moderati hanno avuto il pregio di sottolineare come queste elezioni siano state perse da tutti: molto perse da alcuni – tra cui pd e pdl – e molto meno da altri – la lega.

Non comprendo quindi il  tono trionfalistico post elettorale del tutto inconferente ed illogico e spero che in questi giorni chi di dovere non faccia una ribellione solo politicistica.

Una piccola appendice su di un aspetto che conosco piuttosto bene per essermene occupato talvolta professionalmente per la mia azienda.

Riguarda il mondo no profit.

Il 30 marzo, nel silenzio mediatico,  con un decreto ministeriale pubblicato a tempo di record sulla Gazzetta Ufficiale del 31 marzo 2010 n. 75 il governo per inizativa di Tremonti ha pensato bene di sopprimere le tariffe agevolate postali per tutte le organizzazioni del settore non profit.

Ciò comporta il venir meno di una normativa favorevole incentrata sul mondo del volontariato e sulla particolare natura benemerita di alcune attività, talvolta sostitutive di inadempimenti statali. Risultato?

Aumento del 500% del costo di spedizione per tutta l’editoria libraria, quotidiana e periodica, cioè per tutte quelle comunicazioni che tali associazioni mandavano ai suoi soci. Insomma, un bel colpo ad un settore, quello delle organizzazioni e associazioni no profit, organizzazioni tipo queste : Amnesty International, Save the Children, ActionAid, AIRC, Amref Italia, CESVI, COOPI, FAI-Ambiente Italiano, Fondazione “aiutare i bambini” onlus, Fondazione Don Carlo Gnocchi, Greenpeace, LAV, Lega del Filo d’oro, Lega italiana per la Lotta contro i Tumori-Milano, Medici Senza Frontiere, Telefono Azzurro, Terre des Hommes, Telethon, Unicef Italia, Un Ponte per, WWF Italia e l’agenzia delle Nazioni Unite per i rifugiati.

Io non so se ci sia o meno la voglia di fare un po’ di cassa con un settore considerato non tradizionalmente amico di questa maggiornaza, ma l’operazione mi sembra del tutto in perdita e poco lucida anche perchè, come accennato  sopra, alcune di queste associazioni  svolgono una attività utile  e che altrimenti nessuno svolgerebbe .

C’é un buco da correggere?

Gira voce che servirebbero , per le sole spese correnti, almeno 4-5 miliardi di euro e  che pertanto sia necessara una  manovra correttiva a giugno, anche se in realtà l’intervento non sarebbe mirato alla correzione dei conti ma solo al finanziamento di spese correnti.

Una valutazione ancora più approfondita potrà essere fatta a fine maggio, con il quadro dell’andamento delle entrate fiscali. Tra i fondi necessari vi sarebbero anche quelli per il rifinanziamento delle missioni all’estero per il secondo semestre 2010.

Sulle indiscrezioni  arriva la parziale smentita del viceministro dell’Economia, Giuseppe Vegas: “Mai saputo niente“, ha dichiarato di recente al quotidiano online Affaritaliani.it.

La notizia non è di quelle buone e nonostante le solenni promesse del governo ( mai le mani nelle tasche …) , il  rischio di rovinarsi le ferie estive sussite.

Il rischio è che gli italiani a giugno si trovino ulteriormente salassati.

Cominciano ad esser tante le cose che questo governo non ha fatto.

Questo governo non ha abbassato le tasse e,  dopo aver tagliato i trasferimenti ai Comuni, ora si appresta a recuperare altri soldi con una nuova manovra finanziaria.

Resta da capire su cosa si baserebbe la manovra finanziaria eventualmente correttiva : riscadenzare i  Bond del Tesoro? Tassare gli immobili sfitti e di proprietà di banche e società finanziarie (esclusa una reintroduzione dell’ICI ,  immagino)? Aumentare il prelievo fiscale sulle rendite finanziarie speculative, compreso il regime di doppia tassazione per le banche, più alto per quelle “d’affari”?

Attendo curioso, sperando nel frattempo in chiarimenti politici.

Alfredo Cantera


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Io sto con Gianfranco Fini

Berlusconi e Fini sono ad un passo da un chiarimento definitivo ed io sono contento che ciò avvenga.

Sono stufo di dover essere confuso coi sentimenti rancorosi di una Italia incattivita a causa del troppo soffiare sul fuoco, un Italia in cui non mi riconosco.

Le divisioni interne alla destra è giusto che vengano fuori.

Parlo ad esempio del caso del benefattore di Andro, la triste vicenda della mensa scolastica negata ai figli dei morosi., per cui questo signore è intervenuto a pagare personalmente con una bella lettera.

Non so quanto ci sia di razzismo o classismo nella reazione delle altre madri che appoggiavano l’orientamento teso a tagliare i viveri ai piccoli poveri.

Mentre il Secolo d’Italia dove c’é ancora scritto quotidiano del PDL ha discusso della solidarietà come valore non solo individuale  per due pagine, Libero  – house organ del premier  – ha titolato”i razzisti immaginari fanno indigestione alla mensa dei bambini” e Maurizio Belpietro ha parlato di problema non razziale ma reddituale.

Io sono liberale e conservatore da sempre, lungi da me esprimermi con le litanie ottocentesche sulla giustizia sociale di marca socialistoide, roba che ha  spesso creato una casta di finti poveri ed assistiti, ma ora mi sembra si stia esagerando al contrario.

Io  non accetto di vivere in un mondo dove l’antagonismo egoistico tra individui prenda il posto di quello di classe e diventi un valore fondante.

Quindi anche riferirsi al reddito invece che alla razza, caro Belpietro, non è che ci tolga la puzza di torno di quel nonsochè di mediovale ed antistorico.

Forse anche io ultimamente sto subendo la stessa evoluzione che pare vivere Gianfranco Fini, sia in tema di diritti civili italiani ( da Eluana alla pillola ru486 e più in generale sulla laicità dello Stato) che stranieri ( maggiore politica di integrazione anche sul diritto all’elettorato passivo ed attivo per gli extracomunitari in regola).

Come ho già scritto qui di recente, sono anche stufo di inseguire l’ombelico di Berlsuconi e le sue paranoie giudiziarie, la sua battaglia ottusa contro tutte le istituzioni non mi appassiona: io voglio veder da subito almeno un embrione di riforma liberale, perchè questo è il motivo per cui  l’avevo sostenuto agli inizi nel 1993 ed è questo di cui l’Italia ha bisogno.

Io ultimamente non ho votato; oggi mi sento invece coinvolto da questa chance di ripresa di una destra moderna che Fini, giocandosi tutto, mi offre.

Mi sento vicino a Fini anche nel giudicare spropositato e pericoloso un certo culto della personalità stile satrapo sovietico che ha colto negli ultimi anni Silvio Berlusconi, quello che viene definito Cesarismo.

E poi dove è la rivoluzione sul merito, la meritocrazia? A giudicare dalle vallette i nani e le ballerine di cui si è circondato Berlusconi, qui il merito non viene riconosciuto affatto!!!

Per questo pur provenendo dall’area liberale classica e non da quella post fascista, credo che sia molto utile il redde rationem di questi giorni e spero che si faccia strada  l’idea di un coinvolgimento degli interessi italiani in questo governo e non solo la cura dei padani.

Riforme liberali essenziali, interesse nazionale sempre da salvaguardare ( guardate che sta succedendo in Sicilia) rispetto delle istituzioni democratiche per sconfiggere un certo cesarismo in cui indulge Berlsuconi.

Sembra che il nostro premier voglia vivacchiare in un Italia gestita dalla mafia in tre, quattro regioni e dal clientelismo antimeritocratico nelle altre. E lui in mezzo a far spettacolo con dichiarazioni e leggi non utili erga omnes.

Voglio esser chiaro: non credo che Berlusconi sia un dittatore per lo stesso suo profilo umano ma cià non toglie che non occorre lasciare una impronta antistituzionale troppo a lungo perchè altri potrebbero successivamente approfittarne e non con la buona fede di Silvio Berlusconi.

Anzi sarò più esplicito : ritengo che vadano subito fornati dei gruppi parlamentari dentro il pdl che sviluppino questo tipo di battaglia , in modo da arginare non tanto la Lega in quanto tale o il cosidetto berlusconismo, ma il chiacchiericcio dell’annuncio che non porta mai a fatti concreti.

Riforme e subito. La pressione fiscale ha raggiunto livelli  inimmaginabili neanche in uno stato di crisi,  occorre passare alla riforma fiscale, ora e subito prima che scompaiano centinaia di migliaia di piccoli imprenditori  soffocati dalla banche.

Ora o mai più.

Alfredo Cantera