LA CONOSCENZA RENDE LIBERI

per favorire l'incontro di idee anche diverse


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Giovani catanesi ….in gamba.

decortac

Intervista ad Emanuele Belliti artefice e ideatore di questo  progetto.

La storia di Decortack  direttamente dalle sue parole.

Mi chiamo Emanuele Bellitti e vivo a Catania.

Decortack nasce da una mia visione mentre con una mia amica guardavo delle calzature femminili attraverso la vetrina di un negozio. In quella visione la scarpa che stavo guardando mi apparve sotto forma d’opera d’arte.

Ripensando a quella visione nei giorni successivi mi impegnai in uno studio finalizzato ad innovare le scarpe da donna arrichendole con decori artistico-artigianali di varia natura, forma e dimensione.

Fu così che con un tacco grezzo in mano, a cui avevo praticato un incavo con un trapano da banco, andai in giro per calzolai per sapere se quel mio intervento ne avesse minato la struttura portante.

Rassicurato dalle loro parole, mi recai da un ceramista a cui chiesi di realizzare una piccola testa di moro da incastonare nell’incavo da me prodotto. Mi sembra superfluo aggiungere che sia i calzolai a cui chiesi consulenza che il ceramista mi guardarono come fossi scappato dal manicomio.

Realizzato il primo prototipo, ho brevettato “incavi nel tacco” ed “incavi nel tacco, nel plateau, nelle zeppe e nel pellame” regolarmente registrati sul sito marchi e brevetti del ministero dello sviluppo economico.
Decortack sta rinnovando il suo sito web per trasformarlo in sito e-commerce e sta cercando un locale nel pieno centro di Catania per aprire quanto prima un suo punto vendita. Decortack è il marchio (registrato) che ho dato alle scarpe sin qui prodotte, al fine di rendere visibili le infinite potenzialità dell’idea da me sviluppata. Decortack non è solo artigianato siciliano d’eccellenza.

Decortack è un progetto culturale, di cambiamento, è la speranza di rinascita di una terra come la Sicilia in cui il futuro da decenni ha smesso di avere un futuro!

Da marchio, Decortack si è evoluto in progetto condiviso da artisti ed artigiani che mira alla nascita del cartello del Made in Sicily d’eccellenza (settore calzature-accessori moda-abbigliamento) ed ha come fine il rilancio della nostra economia, la creazione di posti di lavoro, il benessere diffuso.

Il nostro futuro risiede nel turismo e nell’artigianato. E’ nostra convinzione che lo spirito di gruppo, la sinergia tra professionalità diverse, l’innovazione, la creatività, la qualità dei servizi e dei materiali impiegati siano gli ingredienti necessari per produrre prodotti con cui competere con successo nel mercato globale.

Il progetto decortack prevede che le creazioni dell’eccellenza siciliana debbano viaggiare nel mondo accompagnati da un marchio che rappresenti la Sicilia e da una certificazione di qualità che illustri le bellezze paesaggistiche, monumentali, la bontà dei prodotti enogastronomici tipici dei territori in cui i manufatti saranno realizzati. In tal modo condurremo un’operazione commerciale e culturale tesa alla valorizzazione delll’intero patrimonio regionale.
Partendo dall’originalità della mia idea, pur tra mille difficoltà, soprattutto economiche, ho messo su una fliera produttiva che si autofinanzia e che, grazie agli artisti che dipingono a mano su ceramica (o altro manufatto artigianale), a mastri calzolai, stilisti, sarte, orafi, artigiani che lavorano cuoio e pellame ecc. ha iniziato a produrre i primi modelli di calzatura donna (che definire opere d’arte è poco) e quanto prima (in armonia con i decori incastonati nelle scarpe) realizzerà pregiati capi d’abbigliamento (impreziositi da dipinti a mano) ed i relativi accessori moda. Altra nostra pecularietà è quella di personalizzare ogni nostra produzione. Il cliente non dovrà fare altro che venirci a trovare in negozio o inviarci la foto del soggetto o dei soggetti che vuole riportati sui decori. Noi esaudiremo ogni suo desiderio. Ciò vale anche per i negozianti delle località turistiche italiane ed estere che vogliono commercializzare calzature ed altri prodotti aritigianali raffiguranti le bellezze dei loro luoghi.
Concludo : ho un sogno che sono determinato a rendere reale al fine cambiare il presente della mia terra che si impoverisce ogni giorno di più. E’ possibile trasformare il sogno in realtà se da subito tutti ci diamo una visione di futuro che sia fonte di emozioni postive. Se ciò avverrà, il sogno si tradurrà in realtà grazie al ritrovato entusiasmo dei tanti artisti-artigiani che con i loro manufatti d’eccellenza ci rappresenteranno nel mondo, all’indotto che si svilupperà a seguito delle loro produzioni, al ritorno commerciale e turistico che la realizzazione del progetto decortack (che può essere preso a modello da pagina facebook: https://www.facebook.com/pages/Decortack/552166131531634?ref=hl Decortack

per informazioni: info@decortack.it o chiamare il 3294198247( risponde Emanuele)


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Una legge illegittima e incostituzionale

SCHEDA RAGIONATA SULLA LEGGE 183/2010 (COLLEGATO LAVORO)

a cura dell’  Unione Sindacale di Base

La Legge 183/2010, finora chiamata Collegato Lavoro, è il peggior e più pericoloso provvedimento legislativo dopo la doppietta del Pacchetto Treu e della Legge 30. La portata di questo mostro giuridico, approvato dal Parlamento con un’ opposizione di facciata e con un’ evidente e cercata sottovalutazione da parte di quasi tutte le forze sociali e politiche, è enorme.

Questa Legge garantisce nuove tutele per le aziende ai danni dei lavoratori: più difficile vincere cause di lavoro, impugnare licenziamenti ingiusti, ottenere giusti risarcimenti, contrastare e denunciare sfruttamento e lavoro nero.

Oltre all’abominio dell’arbitrato, che vuole consegnare con mani legate i lavoratori alle imprese, questo provvedimento contiene il declassamento della funzione dei Contratti Collettivi e la rottamazione con incentivi dei diritti dei lavoratori.

Si trasforma il diritto del lavoro in qualcosa di molto simile al diritto commerciale: dall’arbitrato, al processo del lavoro, alla definizione del danno massimo risarcibile per i contratti irregolari, l’elenco è lungo.

Una norma particolarmente odiosa è quella contenuta nell’art. 32, relativa all’impugnazione dei licenziamenti, dei contratti a termine e dell’accertamento della vera titolarità dei rapporti di lavoro che interessa migliaia e migliaia di precari.

Si tratta in realtà di una vera e propria sanatoria a favore dei datori di lavoro.

SEGUE QUI :

volantone su collegato lavoro USB Lavoro Privato


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Firma le due petizioni in difesa del tuo reddito

Il salario minimo stabilito per legge è la retribuzione minima – su base oraria, giornaliera o mensile – che deve essere corrisposta al lavoratore di qualsiasi settore, da rivalutarsi periodicamente in base a criteri prestabiliti.
Il salario minimo legale costituisce quella quota base di stipendio che deve essere necessariamente corrisposta al lavoratore, e al di sotto del quale il datore di lavoro non può scendere.
Attualmente, nell’Unione Europea, 20 Stati membri su 27 hanno regolamentato la materia in via legislativa: Belgio, Bulgaria, Estonia, Francia, Gran Bretagna, Grecia, Irlanda, Lettonia, Lituania, Lussemburgo, Malta, Olanda, Polonia, Portogallo, Repubblica Ceca, Romania, Slovacchia, Slovenia, Spagna, Ungheria.
In Italia il salario minimo legale non è mai stato introdotto, preferendogli la negoziazione tra le parti sociali – imprenditori e sindacati – che hanno fissato livelli salariali minimi nei contratti nazionali; tuttavia, nel tempo, si sono create grandi diseguaglianze e sperequazioni retributive a discapito dei lavoratori non appartenenti a categorie garantite, quali i lavoratori atipici e gli stagisti.
Una legge di iniziativa popolare che istituisca il salario minimo legale è conforme ai principi affermati dalla Costituzione della Repubblica Italiana, negli articoli 1, 3, 4 e, in particolare, nell’articolo 36:
” Il lavoratore ha diritto ad una retribuzione proporzionata alla quantità e qualità del suo lavoro e in ogni caso sufficiente ad assicurare a sé e alla famiglia un’esistenza libera e dignitosa.”

PER FIRMARE

Il reddito di cittadinanza garantisce – ad ogni cittadino che si trovi in difficoltà economica – un’entrata sicura per vivere dignitosamente e non sprofondare nella povertà e nell’esclusione sociale.
Nell’ambito dell’Unione Europea l’Italia è l’unico Paese – insieme alla Grecia – a non contemplare forme di reddito di cittadinanza, disattendendo l’articolo 34 della Carta dei Diritti fondamentali dell’Unione Europea vincolante per tutti gli Stati membri!
Il reddito di cittadinanza supporta la persona – che non dispone di risorse proprie sufficienti – nei momenti in cui si appresta ad inserirsi per la prima volta nel mercato del lavoro, quando ne è stata espulsa senza poter usufruire di alcun ammortizzatore sociale, e in tutti gli altri casi di disoccupazione involontaria.
La legge che contempla l’istituzione di reddito di cittadinanza è ispirata ai principi di democrazia, uguaglianza, solidarietà e giustizia, ed è ormai assolutamente necessaria, data l’emergenza sociale e le condizioni di vita ormai insostenibili per troppe persone e famiglie nel nostro Paese.
Tale legge è conforme ai principi affermati dalla Costituzione della Repubblica Italiana, negli articoli 1, 3, 4 e, in particolare, nell’articolo 38: “I lavoratori hanno diritto che siano preveduti ed assicurati mezzi adeguati alle loro esigenze di vita in caso di infortunio, malattia, invalidità e vecchiaia, disoccupazione involontaria.”

PER FIRMARE


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Democrazia è innanzitutto diritto al lavoro, diritto alla vita !

L’orribile “accordo” di Pomigliano targato Marchionne con appoggio del governo è un gravissimo attentato alla democrazia.
Si tenta di cancellare anni di battaglie dei lavoratori.
Si tenta di rendere ancora più inerme chi chiede soltanto di lavorare per poter vivere.

E’ un ricatto e dei peggiori.

E’ un fatto di una gravità inaudita, si torna alla fine 800………..
( sciopero= licenziamento, pausa pranzo non prima di 8 ore di lavoro, controllo dei tempi e rendimento di produzione con sistemi informatici ecc.)

Solo la FIOM non lo ha firmato ed ha proclamato 8 ore di sciopero per il giorno 25 giugno.

Non rendersi conto della gravità della cosa , significa non capire il disegno in atto.

Impoverire i già poveri e coloro che sono a rischio povertà……
Indebolire i più deboli…..

Calpestare i calpestati….

In questo clima sarà facile far passare qualsiasi altro attentato alla democrazia , qualsiasi altro attentato alla Costituzione.

La legge Bavaglio è solo l’ultima in ordine cronologico.

Non dobbiamo stupirci se chi ha seri problemi di sopravvivenza ( in continuo aumento …) non sarà sufficientemente “sensibile” a questi temi ed avrà difficoltà a scendere in piazza per queste battaglie.

Siamo noi , consapevoli di tutto ciò che sta avvenendo in Italia, a dover scendere in piazza per loro e con loro , per il diritto al lavoro , per il diritto alla vita e affinchè non siano calpestati i diritti costituzionali, questi per primi !

E’ necessario lasciare da parte ogni divisione, ogni remora ed unirsi in un solo grande coro.

Questo è un appello agli “uomini ( e alle donne ) di buona volontà” .
ORA, SUBITO …. non c’è più tempo di attendere ………blocchiamo l’Italia intera scendendo in piazza il 25 giugno a fianco degli operai di Pomigliano e sosteniamo il coraggio dimostrato dalla FIOM .

http://www.facebook.com/pages/25-giugno-si-blocchi-lItalia-a-fianco-dei-lavoratori-di-Pomigliano/134930766520100?ref=mf

Franca


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Morire di lavoro, ingiustizia e indifferenza

I protagonisti di questa vicenda marchigiana sono tre. Una famiglia, la giustizia e un sindaco. Andiamo per ordine.

Andrea Gagliardoni è un ragazzo di 23 anni. Lavora presso la Asoplast di Ortezzano. Ogni giorno per recarsi in azienda fa 80 km per andare e 80 per tornare. Il 20 giugno del 2006 si alza alle 3.45, il suo turno comincia alle 5. Una macchina tampografica inizia a dare problemi, come aveva fatto altre volte in passato. Andrea mette la macchina in stand-by, ma la pressa riparte ed i tamponi siliconici gli spezzano l’osso del collo. I carabiniericomunicano alla madre Graziella Marota dell’incidente alle 12.20 mentre era a lavoro.

La giustizia entra in scena. Per la morte di questo ragazzo sono stati indagati per omicidio colposo l’amministratore delegato della ditta, per aver disattivato l’unico sistema di sicurezza per velocizzare la produzione, e il progettista della macchina per aver costruito e apposto un marchio CE ad una macchina non conforme ai requisiti essenziali di sicurezza previsti dall’allegato 1 del D.P.R. 459/96 delle norme UNI. Questi due signori vengono condannati ad 8 mesi con la sospensione della pena.

Continua sul blog di Samanta di Persio


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lavorare gratis ? no grazie

Abbiamo ricevuto questa segnalazione dal gruppo Facebook

MS abbigliamento è mio debitore! DEVE PAGARE! Contiamoci!

Siamo un gruppo di ex lavoratori e lavoratrici della catena di negozi M.S. Abbigliamento stanchi e delusi dalle istituzioni che fino ad ora non sono riusciti a fare nulla per noi.

La nostra storia può essere riassunta in due parole: lavorare gratis!
Il problema è che non siamo volontari né benefattori. Siamo stati assunti con contratti a termine da questa azienda che, pur di sfuggire ai pagamenti dei dipendenti e dei debitori, cambia continuamente intestazione della società e, come se non bastasse, ora è arrivata addirittura a trasferire il tutto in Bulgaria, pur mantenendo un centinaio di negozi in Italia.

Nel nostro paese si può fare tutto questo.

Siamo diverse centinaia di persone in tutta Italia e nessuno dei nostri avvocati e sindacalisti è riuscito a venire a capo di nulla.

Il signor Mirio Spaggiari, proprietario di tutte queste piccole società non ha nulla a lui intestato. Nemmeno la macchina di lusso con la quale gira. Sa fare le cose per bene, non è sprovveduto come noi, che abbiamo bisogno di pagare i conti a fine mese e siamo “colpevoli” d’aver ingenuamente chiuso entrambi gli occhi davanti ai ritardi di pagamento che si accumulavano nel corso dei mesi nei nostri stipendi.

C’è chi aspetta 2.000 euro e chi è arrivato ad un conto ben più salato di 20.000…
Si, ventimila euro.

Stiamo provando la carta del polverone mediatico ma per ora senza esito, poiché tutti i programmi ai quali ci siamo rivolti (Le Iene, Striscia la notizia, L’indignato speciale del tg5, Beppe Grillo, etc.) non hanno nemmeno degnato di risposta a tutte le missive inviate nel corso di questo anno.

RAGAZZI E RAGAZZE DI TUTTA ITALIA: Se vi capita di leggere annunci su web o giornali di queste aziende, statene alla larga: NON PAGANO!


(Ms Distribuzione Spa, Ms Spa, BS Srl, Smir Srl, Spam Srl, Servizi Commerciali Srl, Oria Srl, Mispa Srl, Emme 51 Srl, Esse 51 Srl, Servizi Immobiliari Srl, Oria Commerciale Srl, Ms Abbigliamento Srl, Mantova Stock Srl, Low cost industrie)

Gruppo di ex lavoratori di M.S. ABBIGLIAMENTO in attesa di pagamento dal “Signor” Mirio Spaggiari.


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Morire di non lavoro……

Aumentano i suicidi di chi rimane senza lavoro ed ha  famiglia che non riesce a mantenere…..

Aumentano i suicidi di  piccoli imprenditori che si sentono responsabili di mettere sul lastrico i  dipendenti e  le loro  famiglie ……

Aumentano i “clienti” delle mense per i poveri della Caritas…

Aumentano i senza tetto….

Aumenta la disperazione e la rabbia di chi non sa come fare a vivere…

Aumentano le mamme  povere, spesso sole con  figli piccoli ( 1.600.000 in Italia )…………

In questo scenario di guerra c’è anche chi riesce ad essere ottimista e trova la forza di organizzarsi e resistere.

Su Facebook è nato un Gruppo :

Mai Più Disoccupati

“Noi rifiutiamo di consegnarci a un sistema economico fondato non sul lavoro, ma sulla sua progressiva scomparsa.”

Il primo degli eventi  previsti da questo gruppo è

1° MAGGIO 2010 – 1° MAGGIO 2011: LA BANDIERA DEL LAVORO AD OGNI FINESTRA !

per contribuire a sensibilizzare l’opinione pubblica nazionale sul dramma occupazionale che minaccia la nostra identità, il nostro “progetto di vita”, il nostro stesso diritto di vivere …

ESPONIAMO DA UNA FINESTRA LA NOSTRA BANDIERA DEL LAVORO A PARTIRE DAL 1° MAGGIO, PER 1 ANNO, PERCHÉ NESSUNO DIMENTICHI CHE SIAMO TUTTI UNITI PER OTTENERE DEI RISULTATI CONCRETI !!!

Realizza la Tua personale BANDIERA su un tessuto bianco sul quale avrai scritto, col colore che più Ti sta a cuore e a caratteri ben leggibili: LAVORO !
Coinvolgi nell’Iniziativa gli Amici col passaparola, condividi l’Evento sulla Tua bacheca e invialo come messaggio!
_____________________________

– non c’è lotta che non abbia la sua bandiera…
– la bandiera del lavoro è una protesta continua, ben visibile e non ignorabile,
– la bandiera del lavoro esprime una protesta non violenta, perciò non attaccabile!
– ognuno di noi dispone di una finestra, un lenzuolo, un pennarello indelebile: la nostra protesta può essere dunque condivisa da TUTTI e diventare … contagiosa!
– esporre la bandiera del lavoro costituisce un primo passo per intraprendere INSIEME la nostra protesta!

RIVENDICHIAMO UNITI IL NOSTRO DIRITTO AL LAVORO!
UNA SOCIETA’ SENZA LAVORO E’ UNA SOCIETA’ SENZA FUTURO ! ”

Franca


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16 MAGGIO 2010: Marcia per la Pace PERUGIA-ASSISI e Mantra per il LAVORO!

Il 16 maggio la Marcia per la Pace Perugia-Assisi sarà dedicata anche ai temi della serenità familiare e della pace sociale, connessi alla difesa del DIRITTO AL LAVORO e dei DIRITTI DEI LAVORATORI.
Senza che siano tutelati questi fondamentali principi, la vita di tutti i giorni viene ad essere stravolta sia in famiglia che in società!

Raccogliendo l’invito degli ideatori (*) della Mantratona costituzionale http://www.facebook.com/album.php?aid=7308&id=100000867604564&saved#!/group.php?gid=114088041941620&v=info&ref=ts
Mai Più Disoccupati chiama a partecipare alla Marcia per la Pace, durante la quale leggeremo gli articoli 1, 4 e 11 della Costituzione della Repubblica, per reclamarne insieme l’effettiva attuazione:

Art. 1 – L’Italia è una Repubblica democratica, fondata sul lavoro.
La sovranità appartiene al popolo, che la esercita nelle forme e nei limiti della Costituzione.

Art. 4 – La Repubblica riconosce a tutti i cittadini il diritto al lavoro e promuove le condizioni che rendano effettivo questo diritto.
Ogni cittadino ha il dovere di svolgere, secondo le proprie possibilità e la propria scelta, un’attività o una funzione che concorra al progresso materiale o spirituale della società.

Art. 11 – L’Italia ripudia la guerra come strumento di offesa alla libertà degli altri popoli e come mezzo di risoluzione delle controversie internazionali; consente, in condizioni di parità con gli altri Stati, alle limitazioni di sovranità necessarie ad un ordinamento che assicuri la pace e la giustizia fra le Nazioni; promuove e favorisce le organizzazioni internazionali rivolte a tale scopo.
__________________________________________________________
(*) Stefano Bonaga, Mario Bovina, Ambrogio Vitali e Riccardo Lenzi


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AREZZO : 1 maggio con i lavoratori Eutelia


Giungeranno da tutta Italia per festeggiare il Primo maggio ad Arezzo.

Oggi sono arrivati in 5  con un camper.

Domani 30 aprile  si aggiungeranno altri 10 camper e un pullman.

Dopo aver festeggiato Natale , Capodanno, Carnevale e Pasqua nelle sedi Eutelia  di tutta Italia occupate dal 28 ottobre 2009 , hanno deciso di venire a  celebrare la Festa del Lavoro ad Arezzo.

Questo il programma sintetico dei 4 giorni di lotta per il posto di lavoro :

29 e 30 aprile: presidio davanti alle sedi Eutelia e all’Hotel Minerva  dove si tiene l’ assemblea dei soci.


1 maggio: festa dei lavoratori davanti alla sede di Eutelia .


2 maggio: testimonianza della lunga esperienza di lotta per il proprio posto di lavoro e  per il pagamento degli stipendi al presidio per l’acqua pubblica (  in piazza san Jacopo ).

Non manchiamo a questo importante appuntamento , facciamo sentire la nostra solidarietà!

Franca


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LA PENISOLA DEI DISOCCUPATI

Segnalo questo post  di Giovanni e lo dedico a chi la Pasqua non la passerà serena ( e non solo quella) a chi è senza lavoro o chi lo sta per perdere.

di Giovanni Chianta

Da sempre in tutto il mondo  esistono i tabù, argomenti innominabili e proibiti spesso per ragioni sacre.

In Italia esistono dei nuovi tabù che hanno soppiantato quelli vecchi ,ormai del tutto superati. I nuovi tabù i sono : il lavoro, la disoccupazione e la crisi. Infatti la maggior parte dei media evita di parlarne perché sono in fondo inutili argomenti , perché creano angoscia, preoccupazione, pessimismo e magari fanno pure abbassare gli ascolti,  quindi si occupano volentieri di gossip, proprio per creare un falso ottimismo  e poi con il gossip sai che audience!

Cerchiamo  di spiegare anche attraverso le cifre, perché viviamo nella penisola dei disoccupati. Gli occupati nella media 2009 sono diminuiti di ben 380mila unità rispetto alla media 2008 e il tasso di disoccupazione è dell’8,2%

La perdita dell’occupazione è la sintesi di una riduzione molto accentuata della componente italiana (-530mila unità), a fronte di una crescita, con ritmi inferiori al passato, di quella straniera. Al protrarsi del calo dell’occupazione autonoma, dei dipendenti a termine, dei collaboratori si associa l’amplificarsi della riduzione dei dipendenti a tempo indeterminato, in particolare nelle piccole imprese. Il tasso di occupazione è pari al 57,1%, con una diminuzione di 1,4 punti percentuali rispetto al quarto trimestre 2008 (58,5%), mentre il numero delle persone in cerca di occupazione è di 2.145mila unità (+369mila unità), con un aumento del 20,8 per cento rispetto al quarto trimestre 2008. L’incremento della disoccupazione continua a concentrarsi nel centro-nord e tra gli individui che hanno perso la precedente occupazione.

Alla crescita della disoccupazione si accompagna un incremento degli inattivi pari all’1,7 per cento (+253mila unità), in particolare di quelli che non cercano attivamente un lavoro perché pensano di non trovarlo e di coloro che rimangono in attesa dei risultati di passate azioni di ricerca di lavoro. Il tasso di disoccupazione è pari, nella media del quarto trimestre, all’8,6% (7,1% nel quarto trimestre 2008). Il tasso di disoccupazione destagionalizzato aumenta di tre decimi di punto rispetto al trimestre precedente.

Certamente effetti anche della crisi. La crisi finanziaria produce disoccupazione industriale su larga scala perché l’industria è diventata essa stessa un settore della finanza, infatti, in circa trent’anni  l’industria è totalmente legata alla finanza.

Di fronte a tutto questo immane disastro si è preferito mettere la testa sotto la sabbia, negare che la crisi stesse uccidendo  l’economia italiana,  già da anni in coma profondo e addirittura negare l’esistenza della stessa crisi.

Il teorema del Governo è stato questo: se non si parla della crisi la crisi non esiste.

continua sul blog di Giovanni Chianta