LA CONOSCENZA RENDE LIBERI

per favorire l'incontro di idee anche diverse


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Ore frenetiche di taglia e cuci per l’abito giudiziario di Berlusconi, solo Napolitano ormai puo’ disfare il vestito…

Stanno cucendo in fretta e furia un abito perfetto per Berlusconi: i sarti della camera accorciano un po’ le maniche , quelli del senato restringono un po’ sul petto, ma l’abito che sta uscendo dalle sartorie parlamentari è perfetto, magari per una sola persona in tutta Italia, ma è perfetto.

Il governo delle patacche ha messo in piedi la sua task force affidata alle truppe da sbarco dei “responsabili” ( gli adepti di Scilipoti ) , un pugno di persone senza dignità alcuna , semplicemente una mandria servile acquistata da Berlusconi per sostituire i finiani e votare le peggiori leggi ad personam mai partorite.
Costoro giorno e notte si rendono appunto disponibili , in cambio di denaro o di qualche strapuntino , a votare il testo sulla “prescrizione breve”,  che ne accorcia i tempi per gli incensurati e  che è stato definito dal Csm «un’amnistia». Migliaia di processi con decine di migliaia di vittime finiranno nel cestino per salvare il sedere al nano bunga bunga.

Per non lasciare niente di intentato al Senato altre pattuglie di disponibili propongono una norma, invece , di segno contrario, “allunga processi”, come emendamento al cosidetto processo breve: tale norma  consente alla difesa di presentare elenchi «infiniti» di testimoni, prolungando i procedimenti sino «alla prescrizione naturale». Insomma bunga bunga se non riesce a salvarsi con i servi della camera, ha pronti altri scudieri di riserva al senato in modo da assiscurarsi comunque, di riffa o di raffa,  la fine dei tre processi in corso.

In questo contesto ambientale, va letto il post che segue , preso da L’Unità di oggi, articolo di Marcella Ciarnelli

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«Presidente non firmi il processo breve…»

«Presidente, non ci abbandonare» è stato il grido con cui l’Aquila, sul sagrato di un luogo simbolo della tragedia di due anni fa, ha accolto Giorgio Napolitano, l’unico rappresentante delle istituzioni e della politica nazionale di cui l’associazione familiari delle vittime aveva fatto ufficialmente sapere di gradire la presenza. Per il governo c’era l’abruzzese sottosegretario alla presidenza, Gianni Letta. Assente Silvio Berlusconi. «Era previsto così» dice il sindaco Cialente.

Un grande applauso dal cuore all’arrivo del presidente che è continuata all’interno della Basilica che mostra ferite ancora aperte, nonostante gli interventi di restauro comunque cominciati. Mentre lo stesso non si può dire per il resto della città, con i suoi condomini fantasma in cui non c’è un segno di vita, in cui la vita sociale non c’è più, non c’è lavoro. E comincia a venir meno la speranza di poter ricominciare. Un’ovazione ha salutato il presidente che andava via.

Ai parenti delle vittime… continua qui su L’Unità

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Presidente si tenga la mano in tasca e non firmi questa porcheria, presidente solo lei puo’ disfare l’abito giudiziario che tanti sarti servili stanno freneticamente cucendo addosso al bunga bunga. A meno che Lei non voglia entrare nella storia come quell’altro nano, il re d’Italia, che garantì il potere a Mussolini…

Alfonso


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Caro Signor Presidente Napolitano, lei dovrebbe rappresentare……….

Esimio Signor Presidente della Repubblica, Giorgio Napolitano,

mi permetto di rivolgermi a lei, quale unico referente ormai, per i cittadini senza voce, i deboli del paese che Lei rappresenta. Sottopongo alla Sua attenzione la mia storia e le mie problematiche, la storia di un povero, un disperato. Vorrei che la mia storia in qualche modo servisse come metafora di quelle di molti, di quei moltissimi che si stanno impoverendo in questo paese. Ho nel tempo esposto sulla rete questa mia storia:
http://neuroniattivi.blogspot.com/2010/08/stavolta-faccio-sul-serio.html
Personalmente credo di rappresentare bene il grottesco che in questo paese riduce molti all’indigenza e coloro che la burocrazia estromette da ogni diritto in base a calcoli ragionieristici e ai tagli orizzontali che non guardano mai quante teste e quali cadano dentro al taglio. Avevo deciso Signor Presidente di fare lo sciopero della fame, avevo deciso di dimostrare alla politica che anche un disperato poteva avere il senso dell’orgoglio e della propria dignità, reagire in qualche modo al proprio declino…reputare ingiusto che questo sia definitivo e senza speranza. Ho avuto molte adesioni, presidente, molti amici che mi hanno consigliato di non farlo, di non abusare della mia cardiopatia e di non sfidare la mia invalidità.
Mi hanno dimostrato con la loro solidarietà che c’è anche una strada alternativa, una possibilità che comprenda i molti e che mi liberi da una solitudine e dalla paura della stessa, certo questo non risolve il problema ma lo pone su un diverso piano.
http://veritaedemocrazia.blogspot.com/2010/09/continuo-fare-sul-serio.html
Mi permetta quindi Signor Presidente di sottoporLe questa realtà, così descritta negli articoli segnalanti.
La povertà, signor presidente che descrive questo stato che così tanti nel nostro Paese stanno vivendo e che è una precisa realtà, il burocratese ci definisce i “nuovi poveri” senza, mi permetta, alcun rispetto per la umana dignità della nostra vita.
Come infatti definire degno di un essere umano un assegno di 256 euro al mese per vivere in dignità?
Come non affrontare quindi la discussione sul Reddito di Cittadinanza, sul quale si sta organizzando una petizione per proporre una legge di iniziativa popolare:
http://www.petizionionline.it/petizione/per-una-legge-di-iniziativa-popolare-che-istituisca-il-reddito-di-cittadinanza/1992
o di Salario Minimo Legale che è anche oggetto di petizione:
http://www.petizionionline.it/petizione/per-una-legge-di-iniziativa-popolare-che-istituisca-il-salario-minimo-legale/2008
Caro Signor Presidente, lei dovrebbe rappresentare, credo e davvero mi perdoni se sbaglio, la voce di coloro che sono senza voce o quantomeno la voce di tutti gli italiani, anche di questi ultimi che, mi perdoni il gioco di parole, finiscono proprio per essere ultimi.
Non sempre signor Presidente è una libera scelta, anzi oserei dirle quasi mai e questo paese non può non considerare questi sfortunati o peggio ancora spingerli verso avventure sconsiderate o verso azioni estreme o ancor peggio senza ritorno.
Credo, Signor Presidente, che la crisi e le sue funeste conseguenze abbiano messo questo Paese sufficientemente alla prova per non farci comprendere come un adeguamento ad un quadro europeo in materia di Welfare e di sostegno all’invalidità e comunque di giusto atteggiamento nei confronti delle povertà e degli ammortizzatori sociali sia divenuto prioritario ed indispensabile.

La ringrazio per la Sua attenzione e spero di avere Sue graditissime notizie

In fede
Giandiego Marigo
In allegato: la mia prima lettera e la raccolta delle firme di adesione che ha ricevuto.
http://www.facebook.com/note.php?note_id=457307285730


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Gelli è sempre un direttore d’orchestra………….

Sarà un caso ma da quando è apparsa l’intervista  al Venerabile sull’Espresso ( ne abbiamo parlato anche noi qui :

Il popolo oggi patisce, non arriva al 20 del mese. Qui siamo oltre i margini della rivolta. Siamo alla Bastiglia. Quale uomo di sinistra l’ha detto ?? )

in molti sembrano aver preso “coraggio”  ( SI FA PER DIRE CORAGGIO…. )

Sono esplose contraddizioni interne  a non finire nella maggioranza  e su ogni  argomento .

Napolitano sembra finalmente essere destato dal torpore che lo avvolgeva.

Oggi addirittura leggo che la Lega concorda con Napolitano….

Insomma Berlusconi è alla frutta !

Che il messaggio in codice  di Gelli ( non poi così tanto  in codice  -cit: Questo governo fa schifo anche  a me – ) fosse indirizzato al ” circondario ” del nano ????

Staremo a vedere, io ho sensazione di sì.

E credo anche, posso sbagliarmi, che citare la Presa della Bastiglia , 14 luglio, non sia stato del tutto casuale.

Un solo grande timore…………cosa succederà dopo ?????????

Non è che rimpiangeremo il nano ?

Franca

P.S. : Parto per le ferie, torno poco dopo il 15 luglio, a rileggerci !


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Legittimo impedimento: vengo anch’io, no tu no…

La protervia del regime non conosce confini nè senso del ridicolo. E’ tutto un cadere lentamente in frantumi, ogni giorno sempre peggio.

Berlusconi ha preso uno dei suoi tanti scudieri-soldatini ed approfittando della concomitanza coi mondiali di calcio ( la sconfitta dell’Italia in Sudafrica gli ha rotto le uova nel paniere, altrimenti avrebbe potuto contare  nel classico effetto cloroformio del cittadino televisivo  festoso per l’Italia) ha provato a sistemare anche i suoi processi, facendolo ministro dell’attuazione del federalismo così da poter usufruire del legittimo impedimento che tanto è servito e servirtà al capobanda di Arcore.

Ma non ha fatto i conti con Bossi, che ha naso per il sentire popolare dei suoi e che a Pontida ha subito smascherato il tentativo : “C’é un solo ministro per il federalismo e sono io” aggiungendo ” la coppia è sempre quella, io e Calderoli. Con Aldo Brancher non è cambiato nulla…” declassandolo ad occuparsi del generico decentramento,  col ruolo di mero “collaboratore”.

A testimonianza della confusione regnante, nel sito ufficiale del governo italiano, Brancher è ancora indicato come sottosegretario alla presidenza del Consiglio: nel dubbio, meglio restare alla vecchia carica.

Nelle ore successive i suoi legali hanno chiesto la sospensione del processo in cui è imputato per  appropriazione indebita (mentre la moglie, Luana Maniezzo, deve rispondere dell’accusa di ricettazione), fino al 7 ottobre.

Il motivo? Rispondendo lui direttamente ha detto senza vergogna a tutti i giornali: ovvio, la necessità di organizzare il nuovo ministero…

A questo punto anche la gente che ha votato cenrtrodestra e perfino i fedelissimi berluschini si sono fatti girare le palle ed hanno espresso il loro dissenso sul caso Brancher soprattutto sui blog o su i diversi profili aperti su Facebook, dove esiste un profilo denominato No a Aldo Brancher coordinatore provinciale del Pdl a Verona, aperto gia prima della sua nomina, ma che ora ha più interventi. «Vergogna» scrive Matteo Marascio; Paolo Cavallone gli fa eco «vergnognoso», mentre Anna Codognola inserisce le pagine dei quotidiani con le cronache delle vicende giudiziarie del neo-ministro. Albert1, su Polisblog si rivolge direttamente a Berlusconi: « ‘sto Branko è indifendibile. Silvio, ma uno un pò mejo nun ce l’avevi?».

Voci di dissenso addirittura sul forum del sito ufficiale del Popolo delle Libertà: «Io ti adoro Silvio – scrive Andrea – ma quando leggo che il primo atto di Brancher è di chiedere il legittimo impedimento mi cadono le braccia…». «Ahimé – aggiunge Carlo Dinale – la nomina e il comportamento del Sig. Brancher sono una discreta delusione per i credenti anche se non ortodossi e un buon sostegno alla casta dei giudici». Diversi difendono Brancher sottolineando che il legittimo impedimento non blocca i termini di prescrizione.

Duri i giudizi sul blog di Generazione italia: Karl si complimenta con Napolitano per il «coraggio» della sua nota e afferma che le dimissioni di Brancher «diventano doverose». Plausi al Capo dello Stato anche da Riccardo83 e da Narcotex («meno male che Napolitano c’è»).

Anche il popolo leghista non ha apprezzato, come si evince dal forum del Movimento Giovani Padani. Per Danige, Brancher «è stato fatto probabilmente ministro perchè i suoi processi per le maxitangenti prese da Fiorani e lo scandalo Bpl-Antonveneta stanno giungendo al termine e per evitare che venga condannato e messo in galera con enorme ennesimo smacco per il Pdl e Berlusconi, gli si è dato un ministero senza portafogli sostanzialmente senza deleghe e competenze ma sufficiente per avere tutte le immunità ministeriali». Sintetico Grenald: «Uno schifo».

Anche al Colle si sono dovuti svegliare dal torpore icon cui sonnecchiano  da mesi ritenendo di dover finalmente   intervenire, visto che l’incarico pochi giorni fa è stato dato proprio da Napolitano: “In rapporto a quanto si e’ letto su qualche quotidiano questa mattina a proposito del ricorso dell’on. Aldo Brancher alla facolta’ prevista per i ministri dalla legge sul legittimo impedimento, si rileva che non c’e’ nessun nuovo Ministero da organizzare in quanto l’on. Brancher e’ stato nominato semplicemente ministro senza portafoglio”. E’ quanto si legge in una nota del Quirinale. In serata e’ arrivata la precisazione del ministro: “E’ stata data un’interpretazione errata”, ha detto conversando con un cronista dell’AGI. Brancher spiega che la nota del Colle e’ partita da un presupposto sbagliato. “Si e’ letto in qualche quotidiano che io avrei dovuto organizzare il ministero, ma e’ chiaro che ho una serie di impegni per la mia attivita’ conseguente dal mio nuovo compito.

E quale sarebbe il suo nuovo compito? Accompagnare Bossi da Calderoli e tutti e due da Berlusconi,  ciò  che ha fatto sostanzialmente negli ultimi anni, l’ufficiale di raccordo coi leghisti?

Sono tutti colpi sotto la cintola per il sultano malato, anche il suo popolo stavolta è rimasto scosso, come a dirgli: ma come pensavi di farla passare in cavalleria questa schifezza? E’ vero che hai paura che il fido Brancher debba rispondere anche su questioni che ti riguardano direttamente, ma ci hai preso proprio per scemi per farlo in modo così smaccato e stupido?

Beh non è che siate abituati alla critica dentro quella caserma, nè che finora abbiate dimostrato autonomia di giudizio, quindi il vosto boss se ne approfitta…

Ecco chi è veramente l’oscuro scudiero Aldo Brancher, la storia vera di colui che costerà solo 1 milione di euro all’anno ai contribuenti, se non troverà un po’ di dignità per dimettersi in queste ore…

Alfonso


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Lettera appello al Presidente della Repubblica

  • Sottoscrivi

Questo il testo di una lettera appello che sarà consegnata al Presidente Napolitano il 2 giugno 2010,  già firmata da :

  • Margherita Hack: astrofisica di fama mondiale, importante scrittrice di libri di successo sull’astronomia;
  • – Nichi Vendola: Governatore della regione Puglia;
  • Armando Petrini: segretario regione Piemonte del Partito della Rifondazione Comunista;
  • – Paolo Ferrero: segretario Nazionale del Partito della Rifondazione Comunista;
  • – Franca Corradini: una dei cinque blogger che ha promosso il No Berlusconi day;
  • – Giuseppe Grisorio: uno dei cinque blogger che ha promosso il No Berlusconi day;
  • – Marcello Abis: Presidente Nazionale dell’associazione culturale Penso Libero Onlus;
  • – Helene Benedetti: giornalista amministratrice di Informare per Resistere;
  • Monica Cerutti: Consigliere Regionale Piemonte;
  • Maria Luisa Simeone: Sindaco di None (TO);
  • Samanta Di Persio: giovane scrittrice aquilana di Morti Bianche e “Ju Tarramutu”
  • ed altri ancora…
  • Ill.mo Signor Presidente, questa è una lettera aperta alla quale speriamo che tanti cittadini diano la loro adesione. Siamo i primi firmatari riuniti in un’associazione denominata “Democrazia per l’Italia”. Siamo assolutamente indipendenti da tutti i partiti e intendiamo rivolgerci a Lei per indirizzarLe un appello.La situazione politica, economica, sociale, culturale ed etica in Italia è molto grave. Ci troviamo di fronte a una vera e propria emergenza. Dal punto di vista politico il conflitto dei partiti è giunto a un livello insostenibile. Si nota, con rammarico, che la classe politica non riesce a formulare proposte che possano in qualche modo risolvere, anche se in prospettiva, i problemi che assillano la nostra Repubblica.L’economia del nostro Paese versa, anche in conseguenza della crisi generale a livello mondiale, in uno stato di estrema difficoltà. Autorevoli osservatori prevedono, nel 2010, una ulteriore diminuzione dei parametri occupazionali (flessione fino a 500 mila occupati) che determinerà un notevole disagio sociale ed una tensione nel Paese, che potrebbe diventare insostenibile. Ciò avviene mentre altri cittadini si arricchiscono con operazioni di speculazione finanziaria e con l’evasione fiscale.

    Anche sul piano culturale mancano idee e non si profila all’orizzonte un nuovo modello di cultura politica. Non ci sono stimoli a pensieri di alto profilo. I cittadini risentono fortemente della pregressa e attuale condizione della scuola pubblica e dell’Università, alle quali, tra l’altro, vengono destinate risorse finanziarie sempre più limitate. E tutto ciò, per non parlare della ricerca, alla quale sono erogati, ormai da molti anni, pochi fondi che sono assolutamente insufficienti.

    L’economia e l’etica non riescono a trovare una sintesi di equilibrio, e come conseguenza la società è pervasa per buona parte da un capitalismo selvaggio (così si esprimeva Paul A. Samuelson) che limita la funzione sociale dell’impresa e non rispetta l’ambiente. Questi sono invece vincoli fondamentali per uno sviluppo economico e sociale armonico.

    In questo contesto l’istruzione a tutti i livelli dovrebbe avere un ruolo molto importante, ma purtroppo, con rammarico, constatiamo che così non è. Tra l’altro è trascurata l’educazione civica per cui prevale l’individualismo e viene a mancare l’idea della comune appartenenza e quindi del dovere di solidarietà̀ economica e sociale. Quindi, nella persona tende a prevalere l’avere sull’essere, con tutte le conseguenze desolanti che ciò comporta.

    Buona parte dell’informazione deve assolutamente essere migliorata per consentire ai cittadini di orientarsi nella politica e nella società in modo adeguato.

  • continua qui

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    In barba alla Magistratura ed alla Costituzione

    Il legittimo impedimento è diventato legge. La decisione era nell’aria e a rendere concreta la sua approvazione servivano due voti provenienti dalla maggioranza del Senato. Il ddl venne inizialmente approvato il 10 Febbraio scorso, oggi il presidente della Repubblica Giorgio Napolitano con la sua firma ha promulgato il disegno di legge che comporterà l’impedimento del Presidente del Consiglio Silvio Berlusconi e dei singoli ministri a comparire in un processo. Le proteste non si sono fatte attendere visto che il provvedimento non rientra nell’interesse dei programmi del governo, ma ha caratteristiche principalmente personali e anticostituzionali. Il primo a farsi sentire in proposito è stato il leader dell’IDV, Antonio Di Pietro, il quale è andato giù pesante sulla scelta di Napolitano, sottolineando che la sua decisione porta a estraneare dal rispetto della legge solo determinati personaggi che vengono messi al di sopra dei cittadini comuni. L’idea di Di Pietro è quella di rispondere con un referendum popolare, così come fatto in precedenza per il Lodo Alfano, sperando che l’ennesima legge ad personam venga rifiutata dalla maggior parte delle persone. Se scaviamo poi nel testo della legge, la prima cosa che notiamo è che Berlusconi e la fila di ministri imputati, per ben 18 mesi vedranno rinviati i propri processi per dedicarsi agli impegni istituzionali. E’ assolutamente normale del resto pensare che i giudici molte volte possano sottovalutare gli innumerevoli impegni che personalità politiche sono chiamate a svolgere, così come è giusto che degli eventi importanti vengano messi prima di un processo per frode fiscale o per corruzione. La questione che fa rabbrividire in tutta questa faccenda è quella che possiamo facilmente scovare leggendo l’art.1 della legge, nella quale sono elencate le norme che racchiudono tutti i compiti del Presidente del Consiglio e dei Ministri. Il paradosso è che a decidere quali siano questi “impegni” sono gli stessi personaggi che vanno ad avvalersi del decreto legge, senza necessariamente spiegare in cosa consistano queste attività. Il parallelo con il Lodo Alfano (sospendere tutti i processi per le alte cariche dello Stato) che venne dichiarato incostituzionale, è scontato. E’ difficile riuscire anche solo a differenziare questi due emendamenti, se era incostituzionale il primo risulta decisamente ambiguo rendere costituzionale il secondo. Cambia la forma ma la sostanza è sempre la stessa. Napolitano non si è accorto che la sua firma salva temporaneamente Silvio Berlusconi dal processo Mills dall’accusa di corruttore, ne tantomeno ha dato importanza all’art.2 che dice “la legge ha validità fino alla data di entrata in vigore della legge costituzionale recante la disciplina organica delle prerogative del presidente del Consiglio dei ministri e dei ministri”, ovvero fino alla costituzionalità del Lodo Alfano. Nonostante il provvedimento sia provvisorio rimane l’incostituzionalità che sembra però essere passata inosservata. Il testo della legge continua poi con un’altra perla: “necessità di tenere al riparo cariche elettive e, in particolare, cariche esecutive dall’esercizio strumentale dell’azione giudiziaria da parte della magistratura”. In pratica è la magistratura che commette i reati e impedisce il sereno svolgersi dell’attività governativa, non il contrario. La speranza di quei pochi che ancora credevano nella politica e nella figura di Giorgio Napolitano è meglio che si stringano tutti insieme per un minuto di silenzio in memoria della Costituzione. La cosa che spaventa è che il motto “la legge è uguale per tutti” è diventata una barzelletta, così come è diventato decisamente inutile il ruolo di un presidente della Repubblica. A nessuno, ne a Napolitano ne ai suoi collaboratori, è venuto in mente che in certi casi bisogna opporsi concretamente agli abusi di potere di certe persone; così come bisogna sottolineare l’importanza del ruolo che si ricopre, per poi informare i cittadini ignari di tutto riguardo leggi che non vengono fatte nel loro interesse. Questa firma è stata soltanto il preludio a quello che in futuro ci riserverà la riforma della Giustizia, la quale è sicuramente il primo tassello che interessa a Berlusconi in tema di riforme. Tanto vale eliminare anche il giuramento che il Presidente della Repubblica fa, una volta eletto, davanti alla Costituzione visti i risvolti recenti. Ci vuole coraggio a dare la propria approvazione a leggi del genere

    Nicola Sorrentino


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    E’ un copione vecchio e già visto

    Sarà pur vero che certi scandali “giornalistici” escano puntualmente in campagna elettorale, così come è scontato che una volta usciti comincino a crearsi le solite due fazioni che lottano entrambe per la verità e per i propri diritti.

    Da una parte abbiamo la parte che avendo la maggioranza dei voti, lotta per gli ideali di democrazia che puntualmente vengono violati da programmi di denuncia, da piazze corsare, da giornalisti che si sostituiscono ai politici e dalla campagna d’odio che puntualmente viene inaugurata quando c’è uno scandalo, li ai piani alti.

    Poi dall’altra parte c’è l’opposizione, quella che si batte in nome del popolo, ma che come dice Santoro sembra “la bella addormentata nel bosco”. Non una sola parola, ammutolita a maggior ragione dall’arresto di Frisullo, che aveva gli stessi vizi di Silvio Berlusconi, solo che oltre alle escort che chiedeva in cambio di appalti, si faceva pagare anche con cappotti e scarpe di lusso. Un’opposizione dove non è possibile neanche vederne l’essenza stessa, la resistenza o la protesta che in teoria dovrebbe esercitare. Non fa alcun danno, anzi fa quasi tenerezza.

    Magari fanno la fine di Di Pietro, che mentre cercava di spiegare al “grazioso” La Russa dov’era il peccato del suo premier, questi ha cominciato a sbraitare, potenziando la sua voce rauca diventando non solo fastidioso ma anche antidemocratico. Quindi al diavolo il plularismo, la libertà d’espressione e il rispetto dei tempi. Di fronte a certe situazioni o a certe persone è meglio non replicare, andare via, Di Pietro prende ed esegue. Che cosa può fare opposizione? Prendere qualche seria posizione nei confronti di Napolitano?

    Quest’ultimo continua a lasciare la sua solita dichiarazione credendo di far da paciere, ma in realtà non fa che commentare perchè è nei suoi doveri. Potrebbe prendere una posizione in aiuto dei magistrati? I quali quotidianamente vengono insultati, accusati di essere politicizzati, di voler fare le super star e di rovesciare il governo? Non ci pensiamo nemmeno. Perchè in tutto questo maremoto di notizie, già viste e già vissute, i media, ma anche i giornali di denuncia non parlano di ciò che realmente interessa al cittadino? Perchè non lo fa la sinistra che potrebbe dare una svolta al suo profilo, cominciando quindi a essere presa anche sul serio?

    Non c’è traccia (solo minuscole) dei veri problemi molto più seri rispetto a un giro di intercettazioni. Luca Telese a Tetris gli ha dedicato 10 minuti, ma anche se solo 10 giornali ne parlassero in maniera approfondita si farebbe già un passo avanti: il problema dei senza lavoro. Berlusconi va a Napoli, aiuta il ragazzino Caldoro, ma non menziona quei due gesti (avvenuti a Napoli e a Nocera Inferiore) di due imprenditori morti suicidi perchè rimasti senza lavoro, con una barca di dipendenti da pagare.

    Un altro scandalo che emerge è quello della spazzatura. Ma chi lo chiama scandalo sbaglia, perchè il problema non è mai stato risolto. Una parte dei rifiuti viene prontamente tolta solamente perchè il premier deve sostenere il suo candidato, quindi perchè sta arrivando a Napoli. Per la serie “facciamo trovare casa pulita per l’ospite”, mentre invece le province muoiono e chi deve raccogliere i rifiuti è senza stipendio da due mesi. A questi nessuno li aiuta. Non abbiamo più bisogno di sapere che il nostro Presidente del Consiglio, quando non gli sta bene una cosa, fa subito di testa sua e ordina, infischiandosene dell’importanza dei ruoli, di minacciare Tizio e Caio chiedendo la chiusura di questo o quest’altro. Sappiamo anche che chiunque parli contro Berlusconi non ha nessuna credibilità e attendibilità, dovrebbe solo vergognarsi e tacere. Un pò come Spatuzza, non ritenuto attendibile un tempo, ma prontamente ritenuto “indispensabile” dai Pm di Firenze, per catturare altri mandanti delle stragi del 93.

    La sinistra tace ma dovrebbe cominciare a interessarsi dei cassa integranti, di come questi poveracci abbiano dovuto inventarsi un sistema comunicativo del tutto spiazzante, recandosi all’Asinara per fare un pò di rumore. Un rumore che in un paese come il nostro non desta sospetti, si preferisce sempre e comunque rimanere sulle stesse cose, anche perchè nessuno sembra stancarsi. I problemi veri sono un’altra cosa

    Nicola Sorrentino


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    Sbagliano tutto ciò che potevano sbagliare: una fiera dell’orrore a cui partecipa anche il Colle…

    Riceviamo due post sullo stesso argomento ma con un taglio piuttosto diverso e così  decidiamo di metterli insieme facendone un unico post abbondantemente assortito ed esauriente.

    La Conoscenza rende liberi

    1) Perchè Napolitano ha sbagliato e cosa succede ora

    Si aggrava il danno di immagine prodotto dai pasticcioni della PDL ed inoltre si appesantisce sempre di più la vicenda giuridica e politica conseguente.

    Tutti sanno che la materia elettorale  – dopo la riforma costituzionale del 2001  – è di competenza regionale e nello specifico la legge elettorale regionale del Lazio è la l. n.2 del 13 gennaio 2005. Inoltre il TAR ha argomentato anche nel merito del “ritardo ” e dei “documenti rimasti incustoditi” ma su questo non dico nulla essendone piene le cronache di tutti i giornali.

    Mi preme sottolineare l’incompetenza assoluta ed imbarazzante non solo dei presentatori paninari ( ma chi ci crede?) ma anche del governo che prende schiaffi dappertutto, nonostante eserciti di legulei sul libro paga del premeir ed i numerosi componenti della Lega che neanche conoscono quello straccio di federalismo che già è in atto nel nostro paese e di cui tanto sbraitano.

    Prove di forza golpistiche ed inutili si susseguono in una fiera del tragicomico del governo più brutto della storia d’Italia.

    Me anche qui la questione è chiara ed è inutile sparare sulla croce rossa, anzi “azzurra”…

    Più interessante è un analisi del comportamento di Napolitano.

    Il presidente ha sbagliato per vari motivi.

    Premetto che giorni fa sono stato l’unico a esprimersi qua dentro a favore delle fondate ragioni politiche che portavano a considerare ingiusto un voto monco di una lista così importante come quelle del PDL.

    Ciò non toglie che per seguire questa strada occorreva necessariamente un accordo politico di tutti in parlamento. E non fare a brandelli il diritto, peraltro in modo inutile e doppiamente dannoso, come ha fatto questa sciagurata  destra italiana.

    Primo motivo: il decreto non è interpretativo ma modificativo e la decretazione d’urgenza  é esclusa nella delicata materia elettorale ( ciò comporterà ricorsi avanti la Corte Costituzionale che renderanno precarie e sub iudice le elezioni  eventualmente celebratesi nel Lazio )

    Secondo motivo: le regole non si cambiano mentre la partita è in corso senza un accordo di tutti i partecipanti.

    Terzo motivo: la competenza non è più statale ma regionale da diversi anni ormai.

    Quarto motivo: un autorità di garanzia interviene dopo che un testo viene scritto e presentato, non partecipa alla sua stesura nè garantisce in anticipo il suo parere nè per far ciò dà vita ad un insieme di colloqui e trattative “tese “e ” turbolente” che pregiudicano l’immagine del PDR stesso.

    Se poi tali trattative siano state condotte nei toni e nelle forme da qualcuno denunciati, ancora peggiore sarebbe stata complessivamente la condotta del nostro Presidente della Repubblica, che con la sua remissività ha imbarazzato il suo stesso ruolo e l’intero paese.

    Che succede ora? Il pasticcio si aggroviglia: se oggi la Corte d’Appello confermerà la linea del TAR di ieri, non rimane per i tardivi che il Consiglio di Stato, con il rischio di una nuova forzatura governativa per il rinvio della data delle elezioni.

    Se invece si darà ragione ai presentatori tardivi, ciò  sarà facilmente ricorribile al TAR.

    Abbiamo messo in mano il paese ad alieni e lo sapevamo, ma non credevamo fossero così sprovveduti.

    Si dice che perfino la pazienza dell’elettore di centrodestra per la prima volta venga seriamente scossa da questa vicenda, che , unitamente ai recenti scandali molto incresciosi ed imbarazzanti per il governo, comincia a creare il primo serio solco tra questa accozzaglia di delinquenti incapaci ed il proprio elettorato.

    Elettorato di destra che fino ad ora aveva  ingurgitato tutto senza tanto colpo ferire.

    Crazyhorse70

    2) Minacce e sputtanamenti: così hai in mano il Capo dello Stato

    Il lupo non perde ne il pelo ne il vizio. Due fazioni contrapposte riguardanti la firma maledetta che Napolitano ha concesso affinchè il DL venisse autorizzato, portando quindi la lista Formigoni e Polverini di nuovo in corsa. A chi bisogna dar ragione: a chi vuole che ci sia una lotta pari fra i vari schieramenti o a chi invece ha semplicemente rispettato regole e norme elettorali, presentando le liste nella maniera corretta e quindi unici a correre per una Regione? Da una parte ci sono i giornali del manganello che rifiutano questi sistemi antiquati elettorali vecchi di 50 anni che andrebbero modernizzati e resi più malleabili, dall’altra non si capisce perchè siano state soltanto queste due liste (Lombardia e Lazio) a essere riammesse e quelle minori invece no. L’editoriale di Bruno Vespa che paragonava la firma di Napolitano a quella di Sarajevo che dava inizio al primo conflitto mondiale, mette in evidenza i grandi limiti che Giorgio Napolitano ha nei confronti del Presidente del Consiglio e anche nei confronti della sua stessa nazione. Già, quest’Italia sempre più inghiottita dal regime berlusconiano, che si permette in un primo momento di ricorrere alle minacce e alle rivolte di piazza per incitare tutti al massacro “mediatico” di chi ha ostacolato la loro ascesa al potere, poi queste minacce vengono adottate dallo stesso Premier, che nell’incontro notturno con Napolitano, con toni forti e prepotenti ha sottolineato quanto sia fra i due, lui quello importante e popolare, con tutti i consensi e le lodi. Non Napolitano, che invece sarebbe finito senza Berlusconi. Le dichiarazioni del Capo dello Stato che sono poi seguite, lasciano troppi dubbi, poche certezze e una convinzione: quel testo è stato scritto per mascherare ciò che ci viene nascosto da sempre: la sudditanza italiana nei riguardi di Berlusconi. La Costituzione viene fatta a pezzi, il Premier comanda il trenino, a seguire poi i suoi avvocati che gli rinviano puntualmente gli incontri in tribunale, mandandolo simbolicamente prima in Brasile e poi a Washington, se per caso poi qualcuno si azzarda a dire che non c’è collaborazione fra le parti, allora si mette fuori il legittimo impedimento non riconosciuto quando c’era il Consiglio dei Ministri. Le parole poi di Napolitano sanno di rassegnazione: “La vicenda è stata molto spinosa, fonte di gravi contrasti e divisioni, e ha messo in evidenza l’acuirsi non solo di tensioni politiche, ma di serie tensioni istituzionali”. Poi va avanti con il rispetto dei ruoli. Ma questo rispetto dei ruoli sembra si andato a farsi benedire nell’incontro con il Premier. Se poi in un primo momento Napolitano si era rifiutato di firmare, il giorno dopo, resosi conto di com’era andato l’incontro (tra l’altro nessuno ha ancora smentito le minacce di Berlusconi) e visto il clima di sommossa popolare che avrebbe fatto partire Berlusconi, tra televisioni, giornali ed elettori, arriva la firma. Poi, che nessuno parli di un “attentato allo Stato” è anche perfettamente normale: l’articolo 289 dice “attentato contro gli organi costituzionali e contro le assemblee regionali”, una cosa che non è proprio l’ultima delle norme visto che è punito con la reclusione da uno a cinque anni a chiunque commetta atti violenti diretti ad impedire, in parte o temporaneamente, al presidente della Repubblica o al governo l’esercizio delle attribuzioni o delle prerogative conferite dalla legge. La figuraccia, Napolitano a parte, è stata comunque fatta perchè il Tar ha annullato il decreto salva liste, non riconoscendo sufficiente la presenza in tribunale dei rappresentanti di lista. Ignoranza e prepotenza ora vanno di pari passo, entrambe punite. Tanto rumore per nulla, quando poi si pensa che simili signori sono anche quelli che dovrebbero guidare le nostre Regioni e il nostro Paese. In attesa che prima o poi venga fatto un DL anche contro il Tar e del Consiglio di Stato, il mistero della notte Napolitano-Berlusconi è ancora tutto da scoprire. Anche se forse sarebbe meglio non sapere la verità in certi casi.

    Nicola Sorrentino


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    Cinque puntini sulle “I”

    CINQUE PUNTINI
    SULLE “I”

    berluscorna

    Puntino primo. I corifèi del nano strillano contro la Consulta perché nella sentenza di ieri ha dichiarato che il lodo Alfano non è legittimo, in quanto legge ordinaria. E’ fumo negli occhi. La Consulta ha dichiarato che è incostituzionale, in quanto vìola l’art. 3 della Costituzione (uguaglianza dei cittadini davanti alla legge), e di conseguenza che per renderlo legittimo bisognerebbe cambiare la Costituzione stessa, con la procedura d’uso (art. 138). Una cosa del tutto ovvia, che non avrebbe nemmeno bisogno di essere resa esplicita in teoria. Infatti, la Consulta non lo ha scritto la volta precedente (lodo Schifani, anch’esso rigettato per violazione dell’art.3), ma visto che qualcuno è duro d’orecchi questa volta ha dovuto esplicitarlo. Tutto qui.
    Puntino secondo. Il nano accusa Napolitano d’essere di parte. E in che cosa, di grazia, avrebbe manifestato la sua parzialità n questa occasione? Semmai la critica che gli si può muovere è quella di essere stato sin troppo ligio alla lettera del dettato costituzionale, laddove dice che non compete a lui, ma alla Corte, stabilire l’incostituzionalità delle leggi. A meno che essa non sia “manifesta”. Ebbene, n questo caso manifesta lo era eccome, dato che anche il lodo Alfano era stato rigettato per violazione dell’art. 3 della Carta. Quindi Napolitano, promulgando la legge, è stato sin troppo “Morbido” verso gli interessi del premier. Lui stesso temeva di apparire troppo morbido, infatti mise le mani avanti ed eccezionalmente si sentì di giustificare, non richiesto, la promulgazione, motivandola ufficialmente.
    Puntino terzo. Il nano straparla di promesse che Napolitano gli avrebbe fatto, in privato, di esercitare pressioni sui giudici costituzionali “di sinistra” per far passare il lodo Alfano. A parte l’indimostrabilità del fatto, perché mai Napolitano, prudente com’è, dovrebbe essersi sbilanciato a promettere una cosa simile? Se Napolitano avesse ceracto di influenzare alcuni giudici, a favore o contro il lodo Alfano, allora sì  che avrebbe fatto una cosa gravissima, illegittima. E adesso Berlusconi lo accuso dai non averlo fatto, cioè di non essere stato, appunto, di parte: la sua.
    Puntino quarto. La Consulta, adesso che si è pronunciata contro il lodo Alfano, è diventata di parte. Quando fece altrettanto, sul lodo Schifani, tutti dissero di rispettare la sentenza. Unica spiegazione: all’epoca credevano di intortare la situazione, come poi infatti provarono a fare nel 2008, cavillando, quindi pensavano di doversi atteggiare a rispettosi della separazione dei poteri. Adesso, no. E i giudici diventano comunisti.
    Puntino quinto. L’assunto è che alcuni giudici sono nominati dal Presidente della repubblica, che quindi a loro dire li può influenzare a piacimento, e che gli ultimi presidenti erano di sinistra. Due balle in una. La prima, sui presidenti di sinistra: Scalfaro Oscar Luigi è un vecchio conservatore democristiano, anticomunista, che finì con lo schierarsi – di fatto – contro i berluscones proprio per la loro inveterata tendenza a sovvertire la Costituzione. Carlo Azeglio Ciampi, un non politico, laico quant’altri mai, senza tessere di partito, fu lodato per tutto il suo settennato anche da destra per la sua imparzialità. Quindi rimane il solo Napolitano, che di giudici, sinora, ne ha nominato uno solo.
    La seconda, sulla possibilità del Presidente della Repubblica di influenzare i “suoi” giudici: e come di grazia, visto che essi giudici sono inamovibili dalla carica? La prova della loro libertà di giudizio è che uno dei tre giudici nominati da Ciampi ha votato a favore del lodo Alfano.
    Per tornare a Napolitano, perché Berlusconi lo attacca così violentemente? A mio giudizio, la ragione può essere una sola: l’intimidazione attraverso la denigrazione. Il messaggio, mafiosetto, assai, è: se mai dovesse Berlusconi dimettersi, spetta al solo Napolitano conferire l’incarico di Presidente del Consiglio a qualcun altro, dando il via a quello che Berlusconi chiamerebbe “un ribaltone” della volontà popolare, oppure sciogliendo le camere e rimandandoci alle urne (cosa questa che il nanetto preferirebbe di gran lunga); quindi, sotto sotto, Berlusconi dice a Napolitano e a tutto il mondo che il Presidente della Repubblica è un comunista, e quindi se dovesse nominare un altro Presidente del Consiglio dimostrerebbe di essere di parte. Scommettiamo?
    Dati e Fatti


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    La sovranità popolare merita rispetto: il primato di Berlusconi

    berlusconi-apL’unico lato positivo della decisione di mercoledì sera sono gli effetti politici e cioé la rottura dell’ipocrita collaborazione  tra il governo ed il giro dei cicisbei di garanzia, quella setta sclerotizzata che forma il potere delle cosidette istituzioni di garanzia ( P.d.R. e Consulta ).

    La sconcertante decisione della Alta Corte di Parrucconi Sinistrici ha indotto berlusconi a rompere gli indugi. Questo é il dato politico sostanziale di queste ore , non le quisquillie della orrenda Bindi ( quella che voleva nazionalizzare la medicina e sotterrare la cura Di Bella ), non la preoccupazione per le offese inferte ai parrucconi di regime.

    Silvio ha messo con rabbia e determinazione sul piatto della politica  il potere che emana dal popolo sovrano, svelando l’unico disegno dei  nominati dalle consorterie partigiane: bloccare il cambiamento.

    La politica che emana dal popolo reclama il primato sulla  rappresentazione formale della ” repubblica democratica ed antifascista” nata dal tradimento e dal C.N.L.  : chi è privo di investitura  popolare si faccia da parte e porti rispetto a chi é  emanato dal popolo.

    Anche in questo blog centro sociale molti chiacchierano a vanvera di partecipazione popolare: ebbene rispettate il massimo grado di partecipazione che esista , l’investitura politica individuale che il popolo ha compiuto con l’elezione di Berlusconi.

    O per voi partecipazione son solo i 1000 gay che sculettano per le piazze nei cortei o i 2000 giornalisti giornalai che sfilano per la libertà di disinformazione?

    Conteranno o no i milioni di voti sulle schede con su scritto Berlusconi Presidente?

    Il contesto economico nazionale e mondiale impone a noi italiani una scelta i cui effetti di vedranno nel tempo, già dalla ripresa del prossimo anno.

    E il momento di andare oltre, di seguire la nostra vocazione e di incoraggiare i migliori spiriti animali. C’è una Italia che intraprende e rischia che è il nerbo di questo paese, che avanza tagliando i legacci della melma socialistoide, che non vuole accettare di ripiegare con la crisi, che rifiuta il destino di rattrappirsi insieme ai prodini ed a Bersani.

    La sinistra che fa opposizione politica non c’è più da tempo, sostituita da  un gruppo editoriale che ha il solo scopo di braccare Berlusconi , quel signore svizzero che ha distrutto l’Olivetti, uno dei più gloriosi marchi industriali.

    Poi c’é qualche provocatore televisivo miliardario, guitti e comici in quantità, funzionari di stato chiacchieroni e fannulloni, parrucconi togati conservatori che cambiano orientamento costituzionale ribaltando quel che dissero nel 2004 sul lodo schifani.

    Contro costoro è una lotta dura e continua perché sono arroganti senza averne merito né titoli.

    Gente che  detiene un potere non eletto, non garantito dal consenso del popolo, non sottoposto ad un mandato temporalmente limitato, che non può e non deve mettersi al di sopra e contro il popolo.
    Perché il popolo non è costituito da minoranze sparute di estremisti, ma dalla maggioranza delle persone. Maggioranza che deve poter eleggere (= scegliere) chi vuole far governare, e non subire chi invece non è passato attraverso la verifica del suo consenso.

    Con Berlusconi la questione del consenso, della fiducia personale è stato portato a rango costituzionale innovando la prassi , come ho già detto mesi fa, ed ora tutti devono farci i conti.

    Berlusconi è l’attore politico principale e necessitava di esser protetto dagli scontri e dagli agguati di quella opposizione politica non titolata. Il lodo era quindi giustificato dalla funzione , non un odioso privilegio personale, anche perché la vera garanzia, il vero  contrappeso é il popolo stesso e non questi baroni rossi che discettano di orli e merletti costituzionali sulla pelle della gente.

    Lo sapete chi è stato il relatore della sentenza sul lodo? Il giudice Gallo, ministro del governo Ciampi…

    devo aggiungere altro?

    Per l’Italia sono ore decisive anche in Europa: si tratta o di rattrappirsi ai confini della Francia e della Germania  – per riceve le briciole cadute ai confini delle vie commerciali ed industriali baltiche  – oppure di rilanciare l’Europa intera, quella che guarda verso il mediterraneo, quella allargata ad est fino alla Russia ed alla Turchia . Questo è il motivo dei movimenti positivi verso Putin , Gheddafi ed Erdogan. Questo è  il nodo industriale che il premier sta cercando di sciogliere.

    E’ in gioco la conformazione industriale e commerciale dell’ Europa che dovrà contenere e contrastare le economia geopolitiche emergenti – India , Cina e Brasile – e per l’Italia questo gioco è decisivo per riprendere lo sviluppo l’anno prossimo in modo definitivo.

    Abbiamo bisogno di stabilità e coesione sociale e di corsie preferenziali per il governo del paese, per fare il federalismo e le riforme. Fuori dalle palle i parrucconi comunisti ed andiamo avanti come sempre nella storia : siamo noi il motore dell’Italia altro che ideologie sconfitte e terrificanti che non hanno mai liberato spiriti e creato civiltà , ma solo oppresso milioni di persone e desertificato economie e culture intere.

    Mediolungo