“La patologia più grave della nostra democrazia è la magistratura”.
La promessa è sempre la solita, in piena campagna elettorale tra l’altro: insistere sulla riforma della giustizia perchè “stanco di questi magistrati talebani”. E’ evidente che l’onnipotenza dialettica ieri lo ha preso più di altre volte, ma si sarà dimenticato che simili affermazioni sono fuori luogo per la tragedia avvenuta a Khabul, dove ci ha rimesso la vita uno 007 italiano, , salvando 4 persone da soldati afghani. Basterebbe anche solo questo paragone “vergognoso” per suscitare non solo le proteste e l’ira del segretario dell’Anm Cascini, il quale ha proposto una vera e propria rivolta delle istituzioni dopo certe dichiarazioni.
L’organo che dovrebbe bilanciare gli altri due poteri di uno Stato ben governato, sta vedendo sfumare la sua importanza sciogliendosi come neve al sole. Silvio Berlusconi pretende l’assoluzione completa. Già perchè a studiare per bene il processo Mills, è facile capire come il premier l’assoluzione se la sia creata da solo. La Ex Cirielli non solo dimezza gli anni in fatto di corruzione giudiziaria portandoli da 15 a 10 anni, ma permette agli ultra settantenni di scontare la pena agli arresti domiciliari. In questo caso nel 2005, oltre a mettere al riparo Berlusconi, a beneficiare del provvedimento fu anche Cesare Previti, condannato a 6 anni per corruzione giudiziaria e a un anno e mezzo per il processo Mondadori. Con queste accuse i tempi dei domiciliari sarebbero di 4 e mezzo, invece con lo sconto di 3 anni per l’indulto (altra meraviglia), uscirebbe subito. Nel 2008 invece è toccato al Lodo Alfano, che immunizzava le quattro cariche dello Stato, compreso il Premier. Il Presidente del Consiglio parla di democrazia, si fa portavoce di una filosofia che non lo ha mai neanche sfiorato.
La condanna di Mills (a corrotto corrisponde corruttore) è l’esempio vivente di come l’informazione in Italia sia condita da servilismo e da bugie atte a rimbecillire la popolazione. Quindi se da un lato abbiamo già tre televisioni a disposizione del Premier che non fanno altro che occuparsi di gossip e inchieste “imbarazzanti”, dall’altro siamo in attesa dell “impar condicio” voluta dal centrodestra per la campagna elettorale. Per 14 giorni non ci saranno più politici ospiti di trasmissioni, a meno che non si proceda a una vera e propria tribuna anni 70. Il compito è chiaro: imbavagliare tutti i programmi di approfondimento per dar spazio e voce ai partiti e ai loro rappresentanti. L’unico ad essere d’accordo è Bruno Vespa, ma lui non ha mai fatto un vero e proprio approfondimento, criticando invece AnnoZero che senza “questi politici” fa il 19% di share soltando invitando Morgan. L’analisi pietosa però non ci fa allontanare da casa Rai, il protagonista è sempre lo stesso: Augusto Minzolini. Il caso Mills non solo dovrebbe essere studiato in materia giuridica ma anche in materia giornalistica.
Ieri il Tg1 ha dato vere e proprie lezioni ai magistrati, conducendo e dando una versione completamente differente degli esiti del processo Mills. Nei titoli di lancio Mills viene assolto e la giustizia finalmente trionfa. Subito dopo però nel servizio di approfondimento Ida Peritore esclama “Dopo l’assoluzione”. Insomma facciamo chiarezza, si tratta di prescrizione o di assoluzione? Per il TG1 è assolto, non ci sono dubbi. Si parla soltanto di chi sia Mills, si parla del suo risarcimento ma non si parla da chi è stato corrotto. Il risarcimento dei danni morali per Minzolini va direttamente ai poveri.
Se dunque per Berlusconi la patologia più grave della democrazia è la magistratura, saremmo curiosi di sapere che forma di democrazia è invece quella che portano avanti i suoi tg, giudici, giornali e avvocati.
Senti da che pulpito!
Nicola Sorrentino