LA CONOSCENZA RENDE LIBERI

per favorire l'incontro di idee anche diverse


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che sia chiaro : il No Berlusconi Day nasce su Facebook il 9 ottobre 2009 per iniziativa di alcuni blogger

RICEVIAMO E PUBBLICHIAMO UN COMUNICATO STAMPA DEL NO BERLUSCONI DAY

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Il No Berlusconi Day nasce su Facebook il 9 ottobre 2009 per iniziativa di alcuni blogger ( San Precario, Franca Corradini, Giuseppe Grisorio, Freek, Tony Troja ).
La pagina “Una manifestazione nazionale per chiedere le dimissioni di Berlusconi” in pochi giorni si riempie di adesioni.
Ad oggi conta più di 170.000 sostenitori.L’appello pubblicato sulla pagina Facebook e sul  sito http://www.noberlusconiday.org è stato tradotto nelle maggiori lingue, negli ultimi giorni anche in arabo. La stampa estera ha subito dato rilievo all’iniziativa e anche italiani all’estero hanno aderito fondando, sempre su Facebook, gruppi locali come a Barcellona, Madrid, Londra, Bruxelles.

 

L’appuntamento sarà per il 5 dicembre a Roma, da alcuni giorni infatti la Questura di Roma ha dato l’autorizzazione per il corteo, che partirà da piazza della Repubblica alle 14.00 e giungerà a piazza San Giovanni.
Dal momento in cui l’iniziativa ha cominciato a diventare un evento concreto, spontaneamente sono nati gruppi locali da diverse province italiane, che si stanno occupando di organizzare gli autobus per il trasporto a Roma, di stampare volantini e di fare promozione nel territorio anche attraverso gazebo informativi.
Ogni provincia che aderisce all’iniziativa ha una sua pagina Facebook che si occupa di raccogliere adesioni per collaborare attivamente all’evento.

Anche gli artisti hanno aderito al No Berlusconi Day. Il 15 ottobre è stata aperta la pagina Artisti No Berlusconi Day che oggi conta quasi 3.000 adesioni. Gli Artisti hanno appoggiato l’iniziativa unendo, a quello ufficiale, un proprio appello, al quale stanno aderendo come firmatari sostenitori diversi personaggi più e meno famosi del mondo dello spettacolo e della cultura. Il Coordinamento Artisti No Berlusconi Day si sta occupando di organizzare il concerto previsto all’arrivo del corteo a piazza San Giovanni. Al concerto parteciperanno per primi tutti quei musicisti che da tempo esprimono una contestazione alla politica, ma anche musicisti che vogliono solo dichiarare il sostegno mettendo a disposizione il proprio talento. Alcuni di questi artisti sono molto apprezzati sia nel panorama artistico italiano che internazionale. Oltre a musicisti il concerto vedrà la partecipazioni di ballerini, artisti visivi e attori, il tutto condito con contributi dal web, l’elemento unificatore della manifestazione.

Da alcuni giorni al No Berlusconi Day hanno aderito anche gli universitari, che vogliono anche loro far sentire la propria voce distintamente. Si uniscono alla pagina Facebook ufficiale dell’evento anche tutti i gruppi pacifici che da diverso tempo sulla rete esprimono disappunto per la politica Berlusconiana.
Il colore simbolo del No Berlusconi Day è il viola. La scelta di questo colore ha diversi significati che vanno oltre quello comunemente associato al “lutto” cristiano. Il viola nello studio dei significati del colore rappresenta l’energia, la vitalità espressiva, e per diverse culture orientali è il colore dell’autoaffermazione.

Per tutti questi motivi il viola ci è sembrato il colore più adatto a un evento spontaneo che dà voce a cittadini carichi di spirito di iniziativa.La manifestazione si dichiara apartitica perchè non è nata da movimenti politici, ma dalla società civile; ed anche pacifica, non si unisce infatti a gruppi o manifestazioni aggressive e violente contro Berlusconi, anzi intende solo fare presente il messaggio democratico di libera aggregazione e della libera espressione di pensiero.

Comitato No Berlusconi Day


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Liberiamo Kareem ( dal blog Metilparaben)

Sono sicuro che tutti conoscete la storia di Abdul Kareem Nabeel Suleiman Amer, il blogger egiziano condannato a 4 anni di carcere per aver esercitato la sua libertà di espressione parlando dell’Islam.
Domani, 6 novembre 2008, sarà il terzo anniversario della sua incarcerazione, e in tutto il mondo manifestazioni per chiedere la liberazione di Kareem saranno organizzate davanti alle ambasciate egiziane: da Parigi a Londra, da Berlino a New York, da Washington a Stoccolma, passando per Roma.
In Italia l’iniziativa è organizzata dal prof. Nicola Iannello, da Giulia Innocenzi e dal Partito Radicale Trasnazionale.
L’occasione, quindi, mi è gradita per comunicarvi che la manifestazione italiana si terrà domani 6 novembre 2008, a Roma, davanti all’Ambasciata egiziana (Via Salaria 267), alle ore 14:30.
I dettagli dell’evento sono disponibili anche su Facebook, ed è possibile consultarli e aderire cliccando qua.
Naturalmente vi invito tutti a partecipare, e vi prego, se avete un blog e volete darci una mano, di scrivere qualche riga sul vostro sito diffondendo l’iniziativa, o almeno, se proprio non avete tempo, di linkare questo post.

dal blog Metilparaben


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Preghierina di ringraziamento laica semiseria

Oggi, strappo alla regola, parlerò di me e di una cosa che mi riguarda .

Il 1° di settembre, dopo 19 anni di pendolarismo, finalmente sono trasferita nella città dove abito.

Lavorerò all’Istituto d’Arte di Arezzo a pochi passi da casa.

Senza entrare nei particolari, lunghi da spiegare e difficili da esporre, voglio esprimere la mia gioia con una preghierina di ringraziamento laica e semiseria .

Chi mi conosce , come amica o come nemica , capirà quali sono le parti serie e quelle che non lo sono.

E capirà anche il perchè ……

Dedicata ai miei nemici, con l’augurio che siano sempre tanti ed in buona salute  !

Grazie di esistere Fainotizia di Radio Radicale,

grazie di essermi capitata tra i piedi il 31 dicembre 2006,

grazie agli amici di quel tempo,

grazie di aver buttato fuori Marco Panattoni,

favorendo così la crescita di questo blog,

grazie a Marco Panattoni per aver voluto condividere LA CONOSCENZA RENDE LIBERI con me,

grazie ai detrattori che hanno fatto aumentare la popolarità del blog,

grazie ai nemici che ogni giorno hanno visitato Fainotizia di Radio Radicale, e LA CONOSCENZA RENDE LIBERI nel timore di leggere il loro nome o fatti e circostanze che li riguardavano,

grazie al web di esistere,

grazie all’invenzione del blog,

grazie alla libertà di espressione con l’augurio di lunga vita,

grazie a coloro che sopportano ogni giorno il mio stare al pc per tante ore,

grazie a me, che tra alti e bassi ( molti bassi ) , ho continuato imperterrita a scrivere………

Franca Corradini


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Blogger convertita al cristianesimo uccisa dal padre

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Arabia saudita: si converte, uccisa

Il proprio padre le da fuoco, lo riferisce la stampa

(ANSA) – DUBAI, 13 AGO – Un saudita, della commissione per la promozione della virtu’ e contro il vizio, ha ucciso la figlia per essersi convertita al cristianesimo.Lo scrive il quotidiano Gulf News. Fonti vicine alla vittima, scrive il giornale pubblicato a Dubai,hanno detto che l’uomo avrebbe tagliato la lingua alla figlia e le avrebbe dato fuoco dopo una discussione di carattere religioso. Il fratello della vittima avrebbe trovato nel computer della donna alcuni articoli sul cristianesimo da lei scritti su vari blog.

SENZA COMMENTO


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primo blogger condannato : il suo blog è stato classificato come stampa clandestina

Da Taxxo (da punto informatico) segnalazione di Anarcadia

Riportiamo questa notizia visto che siamo direttamente interessati, come quotidiano di informazione, seppur in un campo poco scomodo, alle normative sull’informazione.
E’ bene quindi che anche i nostri lettori sappiano la direzione nella quale si stanno muovendo le cose. Ovviamente noi nel frattempo cercheremo di adeguarsi alle nuove esigenze e richieste, in modo di continuare con il nostro lavoro senza spiacevoli seccature.

Carlo Ruta, giornalista e scrittore di alcuni saggi legati alla storia contemporanea, è stato il primo blogger ad essere condannato in quanto il suo blog è stato classificato come stampa clandestina perché pubblicato in barba alle normative sull’informazione, sanzionato in particolare perché la sua periodicità non è regolare. Si tratta quindi di un fatto inedito e atipico, che comunque indica quale sia la direzione che i siti dovranno seguire nei prossimi anni.

Cerchiamo di approfondire la questione:
Perchè questo Blog è stato chiuso?

Il reato di Stampa Clandestina – punito con 2 anni e circa 500 euro di ammenda – viene commesso secondo la Legge sulla stampa da chiunque commette intraprenda la pubblicazione di un giornale o altro periodico senza che sia stata eseguita la registrazione prescritta
Ma in che modo lo avrebbe commesso Carlo Ruta?
L’avvocato Guido Scorza dalle pagine di ‘Punto Informatico’ cerca di spiegare meglio quanto accaduto:

“[…] la decisione affermerebbe un principio importante che va ben al di là della singola vicenda e della pur grave condanna di un blogger: quello secondo cui anche i blog vanno registrati presso il registro della Stampa di cui alla Legge n. 47 del 1948 cui, negli ultimi cinquant’anni, è rimasta affidata la disciplina della materia nonostante gli importanti cambiamenti intervenuti nel mondo dell’informazione e della comunicazione.

L’art. 16 della citata legge, infatti, stabilisce a chiare lettere che “Chiunque intraprenda la pubblicazione di un giornale o altro periodico senza che sia stata eseguita la registrazione prescritta dall’art. 5, è punito con la reclusione fino a due anni o con la multa fino a lire 500.000”.

L’art. 5 della stessa Legge, a sua volta, prevede che “Nessun giornale o periodico può essere pubblicato se non sia stato registrato presso la cancelleria del tribunale, nella cui circoscrizione la pubblicazione deve effettuarsi.”
Il blog come un “giornale o periodico” dunque?

“La questione è al centro di un dibattito che negli ultimi anni si è riproposto all’attenzione degli addetti ai lavori con periodicità che si potrebbe definire regolare se non si corresse – così facendo – il rischio di vedersi contestare il reato di stampa clandestina.

Andiamo con ordine e cerchiamo di capire perché un’ipotesi quale quella dell’equiparazione di un blog ai giornali e periodici è meno peregrina – norme di legge alla mano – di quanto l’esperienza suggerirebbe a ciascuno di noi.

Il comma 3 dell’art. 1 della bruttissima nuova legge sull’editoria (7 marzo 2001, n. 62) prevede che “Al prodotto editoriale si applicano le disposizioni di cui all’articolo 2 della legge 8 febbraio 1948, n. 47” e che “il prodotto editoriale diffuso al pubblico con periodicità regolare e contraddistinto da una testata, costituente elemento identificativo del prodotto, è sottoposto, altresì, agli obblighi previsti dall’articolo 5 della medesima legge n. 47 del 1948”.

Il primo comma della stessa Legge contiene una definizione di prodotto editoriale omnicomprensiva secondo la quale “per “prodotto editoriale”, ai fini della presente legge, si intende il prodotto realizzato su supporto cartaceo, ivi compreso il libro, o su supporto informatico, destinato alla pubblicazione o, comunque, alla diffusione di informazioni presso il pubblico con ogni mezzo, anche elettronico, o attraverso la radiodiffusione sonora o televisiva, con esclusione dei prodotti discografici o cinematografici”.

La nuova legge sull’editoria, dunque, prevede l’applicabilità dell’art. 2 della vecchia legge sulla stampa a tutti i siti internet destinati alla diffusione di informazioni e l’applicabilità altresì dell’art. 5 della stessa legge – quello appunto recante l’obbligo di registrazione presso i tribunali – dei soli siti internet destinati alla diffusione di informazioni contraddistinti da una testata e diffusi al pubblico con periodicità regolare.

Il quadro normativo è completato dalla disposizione contenuta al comma 3 dell’art. 7 del Decreto Legislativo n. 70 del 9 aprile 2003 attraverso il quale è stata data attuazione alla Direttiva sul commercio elettronico.

Secondo tale disposizione “la registrazione della testata editoriale telematica è obbligatoria esclusivamente per le attività per le quali i prestatori del servizio intendano avvalersi delle provvidenze previste dalla legge 7 marzo 2001, n. 62”.

Si tratta di una disposizione scritta in modo ambiguo e poco puntuale perché ha per oggetto un’entità – la “testata telematica” – diversa da quella oggetto della nuova disciplina sull’editoria – il “prodotto editoriale” – e perché fa generico riferimento ad una “registrazione” senza, tuttavia, chiarire se tale registrazione sia quella presso i Tribunali o, piuttosto, quella presso il ROC, Registro Unico degli Operatori della comunicazione.La differenza non è di poco conto.

Se, infatti, la registrazione di cui all’art. 7 del D.Lgs. 70/2003 è quella prevista all’art. 5 della Legge sulla Stampa, i blogger italiani possono dormire sonni tranquilli e sentirsi liberi – anche laddove aggiornino quotidianamente i propri blog – di decidere se iscrivere o meno il proprio sito presso il registro della Stampa tenuto presso il Tribunale.

Se, invece, il riferimento dovesse intendersi come rivolto al ROC, la questione sarebbe diversa e gli autori di blog a contenuto informativo che postano con “periodicità regolare” si ritroverebbero soggetti all’obbligo di iscrizione di cui alla Legge sulla Stampa e, qualora non vi provvedano, esposti al rischio di sentirsi contestare il reato di stampa clandestina per quanto assurdo ciò possa sembrare.

Dura lex sed lex e, per quanto sia difficile da accettare, l’attuale contesto normativo – caratterizzato da disposizioni ambigue e confuse varate da legislatori che hanno sempre manifestato scarso interesse per le questioni della Rete – legittima la magistratura a pervenire a conclusioni che, inesorabilmente, suonano censorie e contrarie all’esercizio, in Internet, della libertà di manifestazione del pensiero.

Ma c’è di più.

Mentre, infatti, un blogger – stante la possibile equiparazione del suo blog a giornali e periodici – rischia di vedersi contestare il reato di stampa clandestina, esso – come dimostra un altro recente episodio di mala giustizia – non può poi neppure fare affidamento sulle speciali garanzie che nel nostro Paese assistono la stampa: prima tra tutte l’insequestrabilità – se non in casi tassativamente individuati dalla legge – degli stampati.

A ciò si aggiunga che il blogger, qualora attraverso i suoi post diffami qualcuno, corre il rischio di vedersi contestata l’ipotesi aggravata del reato, caratteristica di chi esercita professionalmente l’attività giornalistica.

Troppa confusione e troppe ambiguità: occorrono, con urgenza, leggi nuove che riordinino le previsioni di quelle vecchie (e meno vecchie) alla luce del mutato contesto dell’informazione in Rete senza imbrigliare chi vuol far sentire la sua voce e, ad un tempo, garantendo a tutti la certezza di poter chiedere giustizia nell’ipotesi in cui altri offendano la propria immagine o reputazione.

È un discorso complesso che tocca, tra gli altri, il tema della tradizionale distinzione tra chi fa professionalmente informazione e chi, più o meno assiduamente, utilizza le nuove risorse telematiche per dire la sua.

Entrambe le categorie di soggetti debbono avere eguali responsabilità ed eguali garanzie o, piuttosto, come accade oggi, è giusto continuare a far pesare maggiori responsabilità sui professionisti dell’informazione garantendo, tuttavia, a questi ultimi anche maggiori garanzie?”


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il web, grande agorà virtuale e la funzione dei blog

RIPUBBLICO QUESTO MIO VECCHIO POST : L’ARGOMENTO E’ STATO PROPOSTO AL DEMCAMP (organizzato da Radio Radicale)

Reduce dalla registrazione del programma radiofonico  di questo blog , voglio approfondire il tema che ho trattato questa settimana, cioè la funzione dei blog e la circolarità dell’informazioni e delle idee in Internet.
Nell’antica grecia  l’agorà era ( citazione da wikipedia ) :

agoraAgorà (in greco ἀγορά) è il termine con il quale nella Grecia antica si indicava la piazza principale della polis.

Con l’andare del tempo l’agorà divenne il centro della polis sia dal punto di vista economico e commerciale (in quanto sede del mercato) che dal punto di vista religioso, poiché vi si trovavano i luoghi di culto del fondatore della città o della divinità protettrice, che politico, in quanto era il luogo della democrazia per antonomasia, dato che era sede delle assemblee dei cittadini che vi si riunivano per discutere i problemi della comunità e decidere collegialmente sulle leggi, ma era contemporaneamente il luogo del mercato e il centro economico e politico, e perciò vi sorgevano gli edifici pubblici, gli uffici, i teatri. L’agorà fu un’autentica invenzione urbanistica, che non trovò riscontro né nei centri del Vicino Oriente né in quelli micenei dove tutto dipendeva dal re e non c’era bisogno di un luogo dove tenere l’assemblea.

Ritengo che il WEB realizzi la funzione di Agorà virtuale.
Il Web  è una piazza ideale dove discutere e i blog sono il nucleo fondante di questa democrazia dialettica.

Nei blog l’individuo  svolge più funzioni : può proporre un’idea, un pensiero ( scrivendo un pezzo o , come in gergo si dice un POST ) oppure  commentare notizie postate da altri.

L’informazione ufficiale, quella  fatta dai media tradizionali, viene affiancata in maniera sempre più consistente dalla funzione dei blog.
Che  realizzano la massima circolazione delle idee e dell’informazione.
Il numero dei blog presente su Internet è in continua crescita, anche se una sorta di selezione naturale premia alcuni e boccia molti.
Andrà avanti chi saprà utilizzare questa potente arma di democrazia  “informatica” nel migliore dei modi, correggendo il tiro con un continuo controllo del feedback del proprio blog.

Franca Corradini

P.S. :  Ricordo che le trasmissioni della CONOSCENZA RENDE LIBERI radio vanno in onda su Radio Incontri di Cortona ( affiliata a  RADIOINBLU ) tutti i giovedì alle ore 11,10 , con replica il venerdì alle ore 22,00.
La radio si sente a questa modulazione di frequenza : FM 88400 92800 oppure in streaming , cliccando sull’apposito link nella home page della radio.
Per proporre argomenti scrivere a radio@laconoscenzarendeliberi.it


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il primo BarCamp italiano sulla democrazia

Radio radicale sta organizzando il primo BarCamp italiano sulla democrazia

http://www.fainotizia.it/demcamp

Ecco uno stralcio del comunicato :

Il BarCamp è un tipo di incontro caratterizzato dalla mancanza di una scaletta prefissata di relatori e in cui non esiste un pubblico passivo.

Argomenti di discussione e relatori si propongono inizialmente sul sito internet, e il giorno del BarCamp si ritrovano in un luogo informale dove hanno a disposizione una sala per discutere con i partecipanti. In Italia se ne sono organizzati già diversi con la partecipazione di centinaia di persone.Obiettivo del DemCamp è quello di mettere a confronto blogger, attivisti, movimenti, comitati di cittadini e organizzazioni civiche sulla crisi della democrazia e le iniziative e le nuove forme di partecipazione politica necessarie per contrastarla.Da subito è possibile aderire al comitato promotore e proporre argomenti da discutere nel corso del BarCamp.

A mio parere ogni momento di confronto è utile come momento di crescita culturale. Pertanto invito chi ci legge ad aderire all’iniziativa.

Ecco le istruzioni : in questa pagina è possibile iniziare da subito a proporre argomenti di discussione per il BarCamp: http://barcamp.org/demcamp
Il comitato organizzatore del DemCamp è ancora aperto.

Per farne parte basta compilare questo modulo ( cliccare qui sotto ):

radioradicale.it/aderisci-al-comitato-promotore-del-barcamp-esperimenti-democratici

Franca Corradini

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