LA CONOSCENZA RENDE LIBERI

per favorire l'incontro di idee anche diverse

Fini e Berlusconi: le coliche finali…

14 commenti

ROMA Non espulsione, ma dura censura politica, deferimento ai probiviri e «sospensione» per alcuni mesi (da tre a sei) dal Popolo della libertà, in attesa di un ravvedimento dei «ribelli». Poi si vedrà. Questa l’indicazione che emerge da alcune indiscrezioni dall’ufficio di presidenza del Pdl, che è stato convocato alle 19 dopo che, nel pomeriggio, si era svolto a Palazzo Grazioli il vertice tra Berlusconi e lo stato maggiore del partito, per fare il punto della situazione. Italo Bocchino, Carmelo Briguglio e Fabio Granata saranno deferiti al collegio dei probiviri. Questo, a quanto si apprende, è stato comunicato dai coordinatori del Pdl (Bondi, Verdini e La Russa) ai partecipanti all’ufficio di presidenza. Il provvedimento è contenuto in un allegato al documento politico che il vertice sta esaminando.

DOCUMENTO – «Non ci sono più le condizioni per restare nella stessa casa». Questo sarebbe l’inizio del documento nel quale Fini, Bocchino, Granata e Briguglio verrebbero considerati «politicamente» fuori dal Popolo della libertà dalle cui posizioni si sono troppo discostati. Ma il documento, dicono le fonti, sarebbe suscettibile di modifiche fino all’ultimo momento utile e probabilmente anche nel corso dell’ufficio di presidenza (di cui lo stesso Bocchino fa parte). Rilevante sarebbe il passaggio contenuto nel testo del documento, riferiscono fonti del partito, in cui si rileva che Fini e alcuni dei suoi non sono più «politicamente vicini al Pdl».

VIE LEGALI – La via della sospensione sarebbe meno rischiosa rispetto all’ipotesi di una espulsione. In quest’ultimo caso, infatti, Fini potrebbe ricorrere alle vie legali, appellandosi al giudice ordinario, sulla base dell’articolo 700 del Codice di procedura civile. Il presidente della Camera ha rivelato il progetto ad alcuni dei suoi. Il piano al momento resta l’ultima risorsa, ma metterebbe il Pdl nelle mani della magistratura. L’ex leader di An potrebbe infatti chiedere ai giudici il reintegro immediato degli esponenti sospesi dal partito. «Avrebbe anche buone possibilità di riuscita», ammette una fonte parlamentare del partito. Il ricorso avrebbe conseguenze politiche devastanti. «Un ricorso provocherebbe ulteriori danni di immagine», dice un deputato berlusconiano.

LA TREGUA RIFIUTATA – La scelta della sospensione arriva dopo una notte insonne e di passione tra mercoledì e giovedì alla fine della quale, dopo un lungo confronto al quale ha preso parte anche Giuliano Ferrara, Berlusconi ha spiegato che l’offerta di tregua di Gianfranco Fini, «resettiamo tutto e onoriamo l’impegno con gli italiani» (avanzata attraverso un’intervista a Il Foglio, appunto) è arrivata troppo tardi, fuori tempo massimo. Così, nel vertice durato oltre quattro ore a Palazzo Grazioli, il premier e gli altri partecipanti, secondo quanto riferito da diversi presenti, non hanno fatto che ribadire la posizione già assunta mercoledì mattina e messa nero su bianco in nottata in un duro documento di censura politica nei confronti del cofondatore del Pdl considerato ormai da tempo lontano dalla linea del partito.

I FINIANI SI ORGANIZZANO – Ovviamente i finiani non sono rimasti a guardare, anzi stanno organizzando gruppi autonomi sia alla Camera che al Senato e in entrambi i rami del Parlamento avrebbero i numeri sufficienti per farlo. Tutto però resta in sospeso in attesa di conoscere il testo definitivo della «scomunica».

Dovremmo trepidare per questi onumcoli che per sete di potere si “ravvedono” e fanno la guerra al loro sultano , infallibile fino a qualche mese fa?

Dovremmo continuare a farci distrarre sapientemente dai problemi del paese, primo fra tutti quello economico-fjnanziario per cui si é scelto di far pagare la crisi sempre ai soliti noti?

Tutto questo mentre Marchionne produce nuove formule contrattuali iperliberiste ( niente malattia nè rappresentanza sindacale) da far ingurgitare ai sindacati di regime ( a parte la FIOM ) ben allineati e coperti dietro Tremonti, gentaglia che per sedere in un consiglio di anmministrazione venderebbero la madre, figurati i loro iscritti .

Intanto fanno passare leggi bavaglio contro i blogger ( a proposito firmate gli appelli ) con l’aiuto di una finiana come la Bongiorno e continuano a far ammazzare i soldati italiani in Afghanistan per difendere i loro investimenti illeciti ed oscuri.

Ed il PD che fa? Si impegna in una fondamentale battaglia di principio per la democrazia: come impedire a Vendola di prendere potere nella sinistra…mentre il più grande responsabile dell’avvento di Berlusconi, D’Alema, trova il tempo ed il fiato anche per attaccare gli operai che si assentano un po’ troppo…

In conclusione non sò a voi ma a me non me ne può fregare di meno di questa falsa diatriba tra i fondatori della destra più eversiva , antidemocratica e padronale della storia di questo paese, una querelle che invece  pare far faville nei salotto democratici degli aspiranti sconfitti.

Appassionatevi pure ma almeno ritiratevi a far politica nei vostri salotti e toglietevi dalle ovaie…

Rosellina970

Autore: rosellina970

ricercatrice univeritaria-ufficio contratti

14 thoughts on “Fini e Berlusconi: le coliche finali…

  1. Certo sul piano personale non ce ne può fregar de meno.
    Sul piano del panorama politico la situazione va seguita con la necessaria attenzione.
    In questi lunghi anni del ventennio abbiamo imparato che il fondo non si vede mai: tutta questa gentaglia riesce a stabilire ogni giorno nuovi limiti allo squallore politico e morale in cui ci ha trascinato senza che siamo stati capaci di reagire costruendo alternative vere. Stasera a Linea uno scrittore dal nome ironico, Compagno, parlava di un suo libro sul nuovo che Fini sta elaborando: pur con enorme scetticismo sulla sua storia personale, credo che quanto esprime possa essere utile per dar vita ad una Destra politica. Perchè se in Italia la Sinistra è da rifondare totalmente, la Destra (politica) è assolutamente inesistente.
    Esiste solo un associazione a delinquere … di destra con validi sostenitori anche a “sinistra”.
    A proposito Rutelli oggi ha votato per la riforma della Gelmini ….

  2. Pingback: Le terre della gramigna

  3. “levatevi dalle ovaie”

    una vera signora, l’autrice del post, che stile che eleganza…

    • malvis dove vivi?
      puritana/o dei miei stivali
      scendi tra noi e guardati un pò attorno
      bhè almeno qualcuno si autodefinisce, delicatamente,
      babbeo: che si debba rivalutarlo?

  4. Semplicemente non capisco perchè una donna debba tirarsi così giù parlando in quel modo.
    Comunque io ho sempre votato a destra, anche alle ultime, ed ora non capisco cosa succede.
    Quelli che sostengono Fini non sono certo persone che sono lì per salvarsi il sedere e tantomeno per la poltrona.Sono persone di una certa cultura politica e sanno cosa è fare politica.Ovviamente ognuno poi interpreta il modo di fare politica secondo se viene da scuole politiche o scende in politica per salvarsi il culo.Quello che Fini ha proposto e ha chiesto al PDL non è niente di scandaloso.Chiedere una questione morale in un parlamento è quello che dovrebbero chiere per primi gli elettori,ancor prima di eleggerli,ma non è stato così e ogni giorno se ne aggiungono di nuovi casi di pseudo politici che vengono indagati con intercettazionie documetnasioni.che certamente fanno scattare indagini e quanto ne segue.Ecco spiegata la legge sulle intercettazioni,tanto odiata da chi sa che per telefono fa loschi affari e da ordini che non gli competono-

  5. ecco cosa è passato mentre si faceva tutti il tifo per Fini il povero martire:
    Notizia di poco fa.
    Quindi la Fiat è arrivata al dunque. Non vuole più il contratto nazionale di lavoro e, per questo, esce dalla Federmeccanica, l’organizzazione degli industriali che l’ha firmato. I lavoratori dell’azienda torinese, quelli che rimarranno dopo le annunciate delocalizzazioni, avranno uno statuto a parte. Lavoreranno con contratti e regole diverse da quelle di altri lavoratori della stessa categoria del loro paese. La decisione è stata presa, e senza retorica e senza paura di esagerare, la si può definire epocale. Essa chiude un ciclo e rovescia radicalmente quel che in quel ciclo era dato per certo e consolidato.

    Grazie sinistra omertosa, grazie sindacati grazie media che vi occupate sempre e solo di notizie determinanti per il paese: evidentemente i lavoratori non contano più nulla per nessuno

    quanto a malvis con le sue prediche sul mio stile ha ragione e quindi per me puo’ pure andarsene a fare in culo, maschietto impotente del cazzo

  6. Dimenticavo per completezza di informazione, questo è il documento partorito dai servi di arcore:

    Ecco il testo approvato dall’Ufficio di Presidenza del Pdl. Si tratta di un documento di sei pagine, votato da trentatrè componenti, ad eccezione dei tre esponenti finiani (Urso, Ronchi e Viespoli).

    ROMA – “L’Italia necessita di profondi cambiamenti sia nella sfera economica che in quella politica e istituzionale. L’azione del nostro governo presieduto da Silvio Berlusconi e la nascita del Pdl rappresentano ciascuno nella propria sfera, la risposta più efficace alla crisi del Paese. Il governo ha dovuto agire nel pieno della crisi economica più grave dopo quella del 1929, riuscendo ad evitare, da un lato, gli effetti più dirompenti della crisi sul tenore di vita delle famiglie e dei lavoratori, e, dall’altro lato, preservando la pace sociale e la tenuta dei conti pubblici. Con la nascita del Pdl, dall’altra parte, la vita politica italiana ha fatto un ulteriore passo in avanti verso la semplificazione e il bipolarismo. Occorre aggiungere che, in questi anni, gli elettori hanno sostenuto e premiato sia l’azione del governo che la nuova realtà politica rappresentata dal Pdl”.

    “Immediatamente dopo il nostro congresso fondativo, tuttavia, e soprattutto dopo le elezioni regionali, sono intervenute delle novità che hanno mutato profondamente la situazione, al punto da richiedere oggi una decisione risolutiva. Invece di interpretare correttamente la chiara volontà degli elettori, nella vita politica italiana hanno ripreso vigore mai spente velleità di dare una spallata al governo in carica attraverso l’uso politico della giustizia e sulla base di una campagna mediatica e scandalistica, indirizzata contro il governo e il nostro partito, che non ha precedenti nella storia di un Paese democratico. L’opposizione, purtroppo, non ha cambiato atteggiamento rispetto al passato, preferendo cavalcare l’uso politico delle inchieste giudiziarie e le speculazioni della stampa piuttosto che condurre un’opposizione costruttiva con uno spirito riformista”.

    “Ciò che non era prevedibile è il ruolo politico assunto dall’attuale Presidente della Camera. Soprattutto dopo il voto delle regionali che ha rafforzato il governo e il ruolo del Pdl, l’On. Gianfranco Fini ha via via evidenziato un profilo politico di opposizione al governo, al partito ed alla persona del Presidente del Consiglio. Non si tratta beninteso di mettere in discussione la possibilità di esprimere il proprio dissenso in un partito democratico, possibilità che non è mai stata minimamente limitata o resa impossibile. Al contrario, il Pdl si è contraddistinto dal momento in cui è stato fondato per l’ampia discussione che si è svolta all’interno degli organismi democraticamente eletti”.

    “Le posizioni dell’On. Fini si sono manifestate sempre di più, non come un legittimo dissenso, bensì come uno stillicidio di distinguo o contrarietà nei confronti del programma di governo sottoscritto con gli elettori.e votato dalle Camere, come una critica demolitoria alle decisioni prese dal partito, peraltro note e condivise da tutti, e infine come un attacco sistematico diretto al ruolo e alla figura del Presidente del Consiglio.
    In particolare, l’On. Fini e taluni dei parlamentari che a lui fanno riferimento hanno costantemente formulato orientamenti e perfino proposte di legge su temi qualificanti come ad esempio la cittadinanza breve e il voto agli extracomunitari che confliggono apertamente con il programma che la maggioranza ha sottoscritto solennemente con gli elettori”.

    “Sulla legge elettorale, vi è stata una apertura inaspettata a tesi che contrastano con le costanti posizioni tenute da sempre dal centro-destra e dallo stesso Fini. Persino il tema della legalità per il quale è innegabile il successo del Governo e della maggioranza in termini di contrasto alla criminalità di ogni tipo e di riduzione dell’immigrazione clandestina, è stato impropriamente utilizzato per alimentare polemiche interne. Il PdL proseguirà con decisione nell’opera di difesa della legalità, a tutti i livelli, ma non possiamo accettare giudizi sommari fondati su anticipazioni mediatiche”.

    “Le cronache giornalistiche degli ultimi mesi testimoniano d’altronde meglio di ogni esempio la distanza crescente tra le posizioni del PDL, quelle dell’0n. Fini e dei suoi sostenitori, sebbene tra questi non siano mancati coloro che hanno seriamente lavorato per riportare il tutto nell’alveo di una corretta e fisiologica dialettica politica. Tutto ciò è tanto più grave considerando il ruolo istituzionale ricoperto dall’On. Fini, un ruolo che è sempre stato ispirato nella storia della nostra Repubblica ad equilibrio e moderazione nei pronunciamenti di carattere politico, pur senza rinunciare alla propria appartenenza politica. Mai prima d’ora è avvenuto che il presidente della Camera assumesse un ruolo politico così pronunciato perfino nella polemica di partito e nell’attualità contingente, rinunciando ad un tempo alla propria imparzialità istituzionale e ad un minimo di ragionevoli rapporti di solidarietà con il proprio partito e con la maggioranza che lo ha designato alla carica che ricopre. L’unico breve periodo in cui Fini ha “rivendicato”nei fatti un ruolo superpartes è stato durante la campagna elettorale per le regionali al fine di giustificare l’assenza di un suo sostegno ai candidati del PDL”.

    “I nostri elettori non tollerano più che nei confronti del governo vi sia un atteggiamento di opposizione permanente , spesso oggettivamente in sintonia con posizioni e temi della sinistra e delle altre forze contrarie alla maggioranza, condotto per di più da uno dei vertici delle istituzioni di garanzia. Non sono più disposti ad accettare una forma di dissenso all’interno del partito che si manifesta nella forma di una vera e propria opposizione, con tanto di struttura organizzativa, tesseramento e iniziative, prefigurando già l’esistenza sul territorio e in Parlamento di un vero e proprio partito nel partito, pronto, addirittura, a dar vita a una nuova aggregazione politica alternativa al PDL. I nostri elettori, inoltre, ci chiedono a gran voce di non abbandonare la nuova concezione della politica, per la quale è nato il Pdl, che si fonda su una chiara cornice culturale e di valori, sulla scelta di un chiaro e definito programma di governo, su una compatta maggioranza di governo e sull’indicazione di un Presidente del Consiglio, in una logica di alternanza fra schieramenti alternativi”.

    “Questo atteggiamento di opposizione sistematica al nostro partito e nei confronti del governo che, ripetiamo, nulla ha a che vedere con un dissenso che legittimamente può essere esercitato all’interno del partito, ha già creato gravi conseguenze sull’orientamento dell’opinione pubblica e soprattutto dei nostri elettori, sempre più sconcertati per un atteggiamento che mina alla base gli sforzi positivi messi in atto per amalgamare le diverse tradizioni politiche che si riconoscono nel Pdl e per costruire un nuovo movimento politico unitario di tutti coloro che non si riconoscono in questa sinistra. La condivisione di principi comuni e il vincolo di solidarietà con i propri compagni di partito sono fondamenti imprescindibili dell’appartenenza a una forza politica. Partecipare attivamente e pubblicamente a quel gioco al massacro che vorrebbe consegnare alle Procure della Repubblica, agli organi di stampa e ai nostri avversari politici i tempi, i modi e perfino i contenuti della definizione degli organigrammi di partito e la composizione degli organi istituzionali, è incompatibile con la storia dei moderati e dei liberali italiani che si riconoscono nel Popolo della Libertà”.

    “Si milita nello stesso partito quando si avverte il vincolo della comune appartenenza e della solidarietà fra i consociati. Si sta nel Popolo della Libertà quando ci si riconosce nei principi del popolarismo europeo che al primo posto mettono la persona e la sua dignità. Assecondare qualsiasi tentativo di uso politico della giustizia; porre in contraddizione la legalità e il garantismo; mostrarsi esitanti nel respingere i teoremi che vorrebbero fondare la storia degli ultimi sedici anni su un “patto criminale” con quella mafia che mai come in questi due anni è stata contrastata con tanta durezza e con tanta efficacia, significherebbe contraddire la nostra storia e la nostra identità. Per queste ragioni questo ufficio di Presidenza considera le posizioni dell’On. Fini assolutamente incompatibili con i principi ispiratori del Popolo della Libertà, con gli impegni assunti con gli elettori e con l’attività politica del Popolo della Libertà”.

    “Di conseguenza viene meno anche la fiducia del PdL nei confronti del ruolo di garanzia di Presidente della Camera indicato dalla maggioranza che ha vinto le elezioni. L’Ufficio di Presidenza del Popolo della Libertà ha inoltre condiviso la decisione del Comitato di Coordinamento di deferire ai Probiviri gli onorevoli Bocchino, Granata e Briguglio”.

    (29 luglio 2010)

  7. Adesso vediamo quanto vali tu e la tua velina col fratello nella casa a Montecarlo, donata ad AN
    Grembiulino mio (cit. Pino Rauti)

    • bene emilio
      è ora di stabilire la verità
      sento e leggo cose incredibili
      pie illusioni
      dico solo: era ora che Silvio cacciasse “er caghetta” Fini

  8. Tutti gli argomenti citati da Fini nella conferenza stampa sono condivisibili, solo che mi sembra strano che in tutti questi anni non si sia reso conto che il “compare d’anello” con cui stringeva alleanza aveva opinioni completamente opposte alle sue e una visione della democrazia a dir poco “personalizzata”; dunque ha sicuramente sbagliato completamente le valutazioni e per un politico di lungo corso come lui, direi che è veramente grave…

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