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Polverini: fra complotti e burocrazia

La lista del PDL nel Lazio è stata esclusa per una “leggerezza da dilettante”. Questi i titoli che scorrono, accompagnati dalle dichiarazioni di Silvio Berlusconi, che poveretto si è trovato vittima di una boicottatura a suo dire, delle liste per le regionali nel Lazio che non sarebbero state consegnate in tempo.

Il ritardo c’è stato, di ben 50 minuti ad opera di Alfredo Milioni, sul quale si vocifera che avrebbe ritardato per proporre nuovi nomi e toglierne qualcuno poco desiderato. Il guaio è fatto e “quer pasticciaccio di via Polverini” rischia di compromettere ancora di più l’equilibrio, già precario, del PDL che ha visto come conseguenza persino uno scontro fra La Russa e Alemanno. Quello che però fa spavento ancora una volta è la conseguenza e le reazioni che sono derivate dalla mancata consegna. Si è riuscito a ricorrere contemporaneamente all’Ufficio Regionale, poi al Tar ed eventualmente al Consiglio di Stato, senza però disdegnare delle azioni civili e penali visto che nessun ufficio poteva, secondo loro, rifiutare la documentazione. Insomma, dietro questa gaffe ci sarebbero complotti burocratici e forzature ufficiose che avrebbero “impedito fisicamente” la consegna delle liste. A fare capo al complotto sarebbe la burocrazia stessa, rimbomba la Polverini, che ha lanciato addirittura a Napolitano l’appello di non uccidere la democrazia in questo modo. Va bene che l’autocritica non è mai stata caratteristica dominante della destra, del PDL, ma che addirittura si faccia ricorso contro le regole è altrettanto imbarazzante. Nessuno pensa al disprezzo di quest’ultime che puntualmente torna a galla quando vi sono mancanze ed errori umani. Soprattutto dopo lo scandalo della Protezione Civile, la burocrazia ostacola e basta, meglio affidarci alla clemenza del Capo dello Stato. Regole e termini dovrebbero essere cambiati per il favore di qualcuno, bisogna anzi interpellare i magistrati. Quei “talebani” che dovrebbero rimediare all’abuso, piuttosto che difendere un diritto. E se la Bonino non si augura leggi ad listam dopo quelle ad personam, la parola complotto rimbomba sempre di più.

La prima forma di questa “cospirazione” è quella di annientare la Polverini perchè “finiana”, visti i rapporti noti fra Fini e Berlusconi. La seconda fa pensare a una vendetta di Storace contro Fini, che non avrebbe inserito nessun suo adepto nella lista. Ma quella più probabile sembra essere anche quella più evidente per il PDL: degli uomini di sinistra hanno impedito fisicamente la consegna delle liste. Magari costruendo dei muri di cemento o mettendo barricate di ferro con transenne speciali. Qualcuno però si dimentica di chi aveva il compito di consegnare questa benedetta lista di nomi. Alfredo Milioni non è nuovo a stravaganze del genere. Il soggetto in questione, come racconta Repubblica, pare essere un tipo distaccato dai suoi uffici ma protagonista di episodi imbarazzanti, giustificati poi come errore d’ufficio, che lo hanno reso abbastanza famoso nel municipio di Roma. Nel 2006 alla vigilia delle Comunali sparì per un giorno intero, spegnendo telefono e lasciando i suoi compagni in giro a raccogliere nuove firme, nel 2004 da assessore al Bilancio allegò all’insaputa di tutti un documento con cui il consiglio del municipio XIX aveva bocciato, l’edificazione del parco vincolato di Casal di Marmo, infine nel 2008 urlò e sbraitò in consiglio “stronzi” contro esponenti del PD. Insomma, il personaggio in questione non sembra essere poi il garante di una missione “eroica” come quella della consegna delle liste, ne tantomeno si perde l’abitudine solita del PDL di infischiarsene delle leggi scomodando magistrati, capi di Stato e tribunali.

Ma d’altronde se è tutto un complotto per loro è lecito infischiarsene, sono polveroni che devono essere risolti

Nicola Sorrentino