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La vera storia di Don Pierino Gelmini, “Padre Jaguar”.

25 commenti

Continua l’agiografia di regime con i filmati di questi giorni festivi pieni zeppi di effetti speciali in stile istituto luce anni ’30 e sempre più la RAI e Mediaset sono unite nella cifra culturale e politica di un  coarcervo berlusconico chiamato RAISET.

Poi ci sono un paio di trasmissioni di approfondimento che lasciano spazio alle notizie reali e ospitano anche gli altri, ma dalla mattina alla sera, non solo nei TG, è tutta una passaggiata di berlusconi in papimobile con pubblico finto festante e plaudente.

Quella della papimobile non è ironia ma una previsione a breve ovvero che toglieranno la  Mercedes e gli daranno ( al papi ) la  macchina del papa, quindi  il cerchio del regime  RAISET si chiuderà.

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Roma, 26 dic. – (Ign) – “Berlusconi per me è un amico prima che il capo di governo, la sua non è retorica né opportunismo“. Don Pierino Gelmini ha apprezzato molto  l’intervento telefonico del premier allaComunità Incontro riunita in occasione del Natale. Fra il premier e Don Gelmini c’è una lunga amicizia e ogni anno Berlusconi è solito intervenire agli incontri della comunità. “Quest’anno però, dopo l’aggressione subita a Milano, avevo paura che non sarebbe intervenuto” spiega don Gelmini. E invece il premier ha voluto dimostrare ancora una volta l’affetto che lo lega al fondatore della comunità Incontro. “Io sono amico di Berluscon i – spiega don Pierino – lui mi ha aiuitato davvero molto, grazie a lui abbiamo potuto portare molti aiuti alle popolazioni della Thailandia colpite dallo tsunami del 2004”.

A Don Gelmini è piaciuto molto il riferimento che Berlusconi ha fatto all’amore “che vince su tutto“. “La sua non è retorica né opportunismo e per me lui è un vero amico, prima che il capo di governo“. Ed aggiunge rivolto al suo amico Silvio : “Io ti voglio bene e vorrei dirti ti amo.

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A Don Pierino, peraltro, gli deve essere piaciuta ancor di più  una valigia di denaro ricevuta da Berlusconi tempo fa con la benedizione del sindaco di Amelia ( centrosinistra) con circa 1 milione di euro con cui ha acquistato 25 etteri terreno.

Vediamo allora come si è sviluppato questo amore tra i due plurinquisiti in odore di beatitudine.

Quel che  a molti non è chiaro è chi sia veramente questo prete accusato di violenza sessuale anche a minori ,  con decine di testi a sfavore.

Non è la prima volta che Don Pierino Gemini ha  dimostrato un certo feeling con le valigie di denaro, come quando in Vietnam  si appropriò di grosse somme appartenenti alla vedova del presidente Diem.

Tutto nacque dal fatto che ebbe dei  guai con la Curia a Roma che lo diffidò  perché amava farsi chiamare  “monsignore» senza esserlo ( vedi delle volte cosa ti combina l’amore per se stessi? ),  e per questo motivo  sparì dalla circolazione.

Si saprà poi che era finito nel cattolicissimo Vietnam del Sud dove era entrato in contatto con l’arcivescovo della cittadina di Hué. Ma la storia finì male: sua eminenza Dihn-Thuc, e anche la signora Nhu, vedova del Presidente Diem, lo denunciarono per appropriazione indebita. Ci fecero i titoloni sui giornali: «Chi è il monsignore che raggirò la vedova di Presidente vietnamita».

Tornando ai suoi inizi, nel 1965 , il sacerdote aveva comprato la splendida tenuta di Caviggiolo con tanto di maniero e riserva di caccia a Barberino del Mugello, sull’Appennino toscano. I giornali dell’epoca raccontano che gli assegni per 200 milioni di lire (del 1965) consegnati alla Società  Idrocarburi per l’acquisto erano scoperti e il tribunale inflisse tre mesi di galera a don Pierino.

Tempo dopo fu invece  l’amore per le belle macchine a fregarlo : quando i carabinieri lo arrestarono per la prima volta , era il 13 novembre 1969 , nella sua splendida villa all’Infernetto, alla periferia lussuosa di Roma,   lo scovarono grazie ad una bella  Jaguar che teneva in bella vista nel proprio giardino  e per la quale nell’ambiente era ormai conosciuto come “Padre Jaguar“.

Cominciò intanto ad occuparsi di tossicodipendenza  – dicono le biografie ufficiali –  ma la maggior parte del tempo lo passava a trescare con truffe ed assegni a vuoto.

Segretario di un  cardinale, Luis Copello, arcivescovo di Buenos Aires raccontava a tutti della sua nuova vocazione per la strada ed i tossici, ma i resoconti di giustizia dicono un’altra verità , ovvero che in realtà si occupava d’altro ed infatti fu inquisito per bancarotta fraudolenta, emissione di assegni a vuoto e truffa.

Lo accusarono di avere sfruttato l’incarico di segretario del cardinale per organizzare un’ambigua ditta di import-export con l’America Latina. E restò impigliato in una storia poco chiara legata a una cooperativa edilizia collegata con le Acli che avrebbe dovuto costruire palazzine all’Eur. La cooperativa fallì mentre lui rispondeva della cassa. Il giudice fallimentare fu quasi costretto a spiccare un mandato di cattura per riuscire ad interrogarlo.

In extremis accettò di farsi sentire dal giudice, poco prima di divenire un ricercato.

Non pare infatti ami molto i magistrati ed anche questo influisce nell’amore che nutre per il papi.

Insomma ha sempre avuto molti guai con la giustizia per fatti che risalgono al periodo 1969-1977,  tutte cose che ha fatto eliminare dalla sua biografia ufficiale ; è pure finito in carcere un paio di volte. A un certo punto è stato anche sospeso «a divinis», salvo poi essere perdonato da Santa Romana Chiesa.

Piccola divagazione: anche voi a questo punto avete la strana ma netta sensazione che alla Chiesa si turino spesso il naso quando si tratta di perdonare gente capace di attrarre comunque denaro, vero?

Il pensiero va ad esempio ad Enrico De Pedis , banda della magliana, sepolto in SantApollinare, oppure a Marcinkus , ma ne riparleremo…

In quel periodo  va detto che don Pierino era ancora considerato un «fratello di». Una figura minore che viveva di luce riflessa rispetto al più esuberante fratello, padre Eligio, confessore di calciatori, amico di Gianni Rivera, frequentatore di feste, fondatore delle comunità antidroga «Mondo X» e del Telefono Amico.

Dopo la fuga dal Vietnam dovette poi tornare a rotta di collo in Italia e qui l’aspettavano al varco per regalargli 4 anni di carcere per le pendenze arretrate,  era il luglio 1971 ( Sempre preferibile a quel che gli avrebbero fatto in Vietnam, comunque, deve aver penato Don Pierino ).

Si legge da un ritaglio del Messaggero: « Li sconta tutti. Come detenuto, non è esattamente un modello e spesso costringe il direttore a isolarlo per evitare “promiscuità” con gli altri reclusi»

Malignità del giornalista bacchettone e moralista?

A questo proposito, ripeto, le biografia poi saranno tutte  ripulite, non  così i giornali dell’epoca. Anche perché nel 1976, quando queste vicende sembravano ormai morte,  lo arrestarono di nuovo.

Resta impigliato in una truffa,  è additato insieme all’altrettanto celebre fratello, Frate Eligio, il cappellano del Milan considerato una sorta di Madre Teresa dei ricchi. Questa volta finì in carcere ad Alessandria insieme  a “padre cachemire”,  quindi, per le presunte bustarelle legate all’importazione clandestina di latte e di burro destinati all’Africa.

Si vide poi che era un’accusa infondata. Ma nel frattempo, nessuna testata aveva rinunciato a raccontare le spericolate vite parallele dei due Gelmini. Ci fu anche chi esagerò. Sul conto di padre Eligio, si scrisse che non aveva rinunciato al lusso neppure in cella.

Passata quest’ennesima bufera, comunque, don Pierino tornò all’Infernetto. Sulla Stampa descrivevano la villa così come era all’inizio, ciò significando che un certo volume di entrate non si erano mai finterrotte e certi agi erano sttai mantenuti : «Due piani, mattoni rossi, largo muro di cinta con ringhiera di ferro battuto, giardino, piscina e due cani: un pastore’ maremmano e un lupo. A servirlo sono in tre: un autista, una cuoca di colore e una cameriera».

Tre anni dopo, nel 1979, sbarcava con un pugno di seguaci ed Amelia ma questa è la storia conosciuta.

Anche lì , comunque,  tra le pieghe delle ricostruzioni ufficiali si scopre che il vizietto per l’illecito e le manie di grandezza continuarono senza soluzione di continuità ed a parte  un periodo in cui il sindaco di Amelia fu Luciano  Lama,  ebbe sempre il favore politico dei socialisti craxiani di allora e della destra successivamente , per far man bassa di piani edizi,  divieti e vincoli.

Coloro che lo hanno incontrato od intervistato raccontano di culto della personalità , di body guard armati di pistola, di macchinoni di lusso (un vizio antico), di disparità  nel trattamento degli ospiti, di violenze fisiche e morali, ma anche di cifre gonfiate a beneficio della sua immagine pubblica.

Si parla di 164 sedi residenziali in Italia  e invece sono 64, di 180 gruppi d’appoggio che in realtà  sono una ventina, di un turnover residenziale di 12 mila persone (turnover in cui sono comprese anche le  semplici richieste di informazioni), di 126.624 ingressi in comunità  tra il 1990 e il 2002, mentre attualmente si registrano non più di 20 o 30 colloqui al mese, il che significa al massimo 360 ingressi all’anno.

Sulle violenze fisiche e psicologiche ai reclusi credo invece che siano tutte conseguenti al metodo educativo repressivo alla Muccioli più che il sintomo di indole violenta del prete. Dico questo perchè mi è capitato per lavoro di dover conoscere il meccanismo interno alle comunità e pur essendo contrario a certi metodi, non per una personale visione buonistica ma per un ragionamento sulla loro inefficacia, conosco la buona fede e lo scrupolo con cui molti lavorano in queste realtà e non mi va di dare giudizi con l’accetta.

Negli anni ci sono state ancora altre circostanze ed episodi illeciti ( 1988,  Abuso nell’uso dell’anello vescovile –  1991, Omicidio e prime indagini su abusi sessuali ) nella sua vita  ma la vera doccia fredda arriva nel 2007 quando si apprende che Don Pierino è indagato dalla procura di Terni per  presunti abusi sessuali avvenuti tra il 1999 ed il 2004, periodo in cui due delle vittime erano all’epoca minorenni.

La questione è delicata perchè vi sono decine e decine di testimoni  che asseriscono che il prete avrebbe molestato ed usato violenza a diversi ex ospiti, compresi alcuni minori della sua comunità. Va detto che tali soggetti , specie nella fase acuta di dipendenza ,  possono essere  in astratto considerati in possesso di scarse o comunque ridotte capacità di intendere e di dovere, talvolta addirittura nulle. Del resto gli stessi possono subire in maniera distorta e morbosa la medesima figura carismatica del “salvatore” della comunità. Tali aspetti peculiari hanno peraltro valenze neutre  ed imprevedibili in un processo penale che voglia calarsi, per capire bene , dentro il meccanismo sociale della comunità.

Invece non mi stupisce affatto la reazione di Don Gelmini allorchè in una dichiarazione attaccò duramente tutti, giudici e presunte lobby sioniste e di sinistra.

Poi come il suo amichetto dell’amore, ha smentito e  chiesto scusa ( perdendo il patrocinio di un arrabbiattissimo avvocato Coppi )  agli ebrei per alcune frasi che, chiarisce, gli sono “sfuggite” ed ha precisato, in un’intervista al Gr1,  il senso delle sue dichiarazioni: “Se l’ho detto mi è sfuggito ma intendevo dire ‘ lobby massonica radical-chic ‘“.

Come si vede in conclusione – tralasciando di emettere giudizi sulla natura ed efficacia delle sue comunità  –  è certo che anche il prete abbia una storia giudiziaria nutrita ed interessante alla luce della quale non vedo proprio come stupirsi delle telefonate natalizie del premier, nel senso che non saprei chi dei due avrebbe dovuto sentirsi più imbarazzato per l’altro…

Questi due pregiudicati e plurinquisiti amici del partito dell’amore hanno in comune diverse cose che ne fotografano i rapporti in maniera sufficientemente precisa ed esaustiva.

Non serve aggiungere altro

Crazyhorse70

25 thoughts on “La vera storia di Don Pierino Gelmini, “Padre Jaguar”.

  1. vota e diffondi la vera storia delle affinità elettive dei due amici del partito dell’amore http://oknotizie.virgilio.it/go.php?us=4154525031d4a46d

  2. Eh… Che dire ancora? Amiamoci…

  3. Pingback: L’amore per il malaffare e la megalomania legano Berlusconi a Don Gelmini « Le terre della gramigna

  4. ma allora la gelmini è figlia degli abusi del prete?
    Cavallo sei sempre il mio mito:grande!!!

  5. gran bel post, alcune cose non si sapevano
    ma veramente l’autore l’ha prese dal “Messaggero” di allora? La biografia del tipo è del tutto edulcorata sul loro sito http://www.comunitaincontro.org/

  6. Caro Eraclito, “panta rei”… ma Gelmini sembra sempre uguale a se stesso.

  7. ciao dati e fatti
    Gelmini uguale a se stesso? Ed allora egli non esiste è un illusione
    solo il cambiamento solo il movimento esiste nella realtà

  8. La tua è un’analisi che scaturisce dall’ODIO.

    Se i Gelmini hanno infranto la legge va da sé che l’hanno fatto con AMORE. Vuoi per l’abito che indossano, ma -soprattutto – vuoi per la fede politica che li anima.

    E’ chi siamo noi per contrastare l’AMORE, che vince sull’ODIO?

  9. Stante il QI che va per la maggiore, temo sempre il rischio che qualche tele-coercito, fans del PDL, mi prenda sul serio e si rinsaldi nelle sue tele-convinzioni…

  10. Pingback: La vera storia di Don Pierino Gelmini, “Padre Jaguar”. « LA …

  11. beh ho esagerato mi autocensuro, scusa Altero.

  12. In altri paesi questa storia sarebbe risbattuta in prima pagina ogni qualvolta il tizio osasse ripresentarsi in pubblico. Da noi invece c’è chi se ne fa vanto di certe conoscenze…e poi ci permettiamo anche il lusso di stupirci. Sono terribilmente depresso!

  13. comunque almeno il mitosalvatossici delle destre è in rovina…
    bel post, anche corretto quando parla con rispetto della comunità…

  14. complimenti agli autori degli ultimi tre post che hanno avuto 5.000 accessi da domenica mattina ed in questo periodo mi dicono sia un record…

  15. “TI vorrei dire ti amo”
    Ho sempre sospettato che dietro lo sdilinquimento per l’ inarrivabile Duce arcoreo ci fosse una infatuazione amorosa.

    Un po’ come il neonazi che, in Blues Brothers, a bordo dell’ auto che sta per spiaccicarsi al suolo, guarda con occhio bovino il suo Obersturmbannfuhrer e gli sussurra “Ti ho sempre amato”…

  16. viste le preferenze sessuali del prete pedofilo, deve aver creduto che s.b. fosse un ragazzino invece che un nano, ossia come diceva De Andrè “una carogna di sicuro…”

  17. Salve,avendo seguito questa storia dal suo debutto fino alle aule del processo di Terni, avendone scritto insieme a sempre più sparuti giornalisti sull’unità (di Padellaro)e su La stampa essendo stato censurato, pre censurato, insultato. vilipeso, con parole che non posso ripetere per aver difeso le vittime dei suoi abusi. Essendo consapevoe della fine ingrata che hanno fatto moltissimi dei suoi “salvati” e della reale consistenza del business estremo delle comunità terapeutiche e dipo che tutto questo è rimasto lettera morta anche dopo una farsesca puntata di matrix (dove comunque Mentana per primo presentava in video le carte dei precedenti di Gelmini,cosa che gli costerà il posto insieme ad altre situazioni) dopo tutto questo dico vedo ancora che si parla del conosciutissimo passato di Gelmini con diverse lacune e senza proporre le domande corrette ( ad esempio nel 1975 fu interdetto per dieci anni dai pubblici uffici, sentenza, annullata, e poi confermata come definitiva nel 1977 circa ma nel 1982 la comunità incontro era già una realta, chi gli ha permesso di ovviare alla legge e addirittura affidargli dei ragazzi in difficoltà ?), inoltre perchè non ci si domanda che fine ha fatto il processo di Terni ancora in corso ? perchè non se ne parla mai sui media ?. la risposta è scontata ma il silenzio dei media è solo vergogna. Apprezzo il tentativo di scriverne ma bisogna fare di più. Dietro la vicenda Gelmini senza nessuna esagerazione c’è la nuova P2 Italiana ma i disturbata e guidata oramai senza ostacoli che non siano madonnine cinesi dal esimio cavaliere.
    saluti
    Marco Salvia

    per le prove di cio che ho detto : http://www.marcosalvia.it

  18. NON CAPISCE CIO’ CHE ACCADE NEL NOSTRO PAESE CHI NON CONOSCE LA SUA
    REALTà PIù PROFONDA. Che è solo dominata dall’ arte di recitare.
    L’Italia è un paese basato sulla recitazione. NON è un paese
    conquistatore, trucidatore, violentemente sciovinista, sicuro di sè e
    della propria immagine….. o meglio che ha a cuore una sola immagine,
    quella che riesce a far credere agli altri attraverso l’ arte della
    recitazione. GELMINI e l’ altro magliaro, Eligio, non sono commedianti.
    Sono italiani. A provarlo è sempre il fatto cronachistico. Essi hanno
    sempre ragione. Essi la spuntano sempre. Essi sono al TOP della
    Sceneggiata, del Melodramma, del Fotoromanzo ( non a caso il fotoromanzo è
    una invenzione italica…) Entrano ed escono dalle carceri con eleganza
    alla De Sica, manco fossero ivi entrati per edimere qualcuno, magari
    qualche boss. Negli altri paesi lo sanno benissimo, perchè conoscono la
    storia di tanti italyani che hanno avuto successo e che poi hanno
    sperperato tutto con donne, vizietti da poco, ricattucci, esibizione
    triviale di ricchezza balorda. Essi fanno parte di quel mondo che all’
    Estero giudicano squisitamente italyano: le Maschere del teatro dell’ Arte
    sono la loro immagine reale: Pulcinella, ad esempio, Balanzone,
    Stenterello, Gianduja, ARLECCHINO… servo di tanti padroni. La loro
    platea, ancorchè popolata da individui che hanno già tanti problemi per
    conto loro, li applaude e li segue. Essi sono l’ apparenza più esuberante,
    e cafona, di una popolazione che ha dato, e continua a dare, ma in silenzio
    e spesso maltrattata e non riconosciuta, al mondo intero molto di più di
    qualsiasi altra comunità umana. L’immagine dell’italiano medio sono loro,
    non il boss mafio/camorrista che stermina eserciti rivali ma sempre
    consanguinei ( più o meno…) , il mito culturale sono loro, non
    Macchaivelli o Guicciardini, Cola di Rienzo, Savonarola o Giordano Bruno.
    Eppoi il “vizietto”…ma che volete che sia?? Una pratica corrente….che
    però viene contestata e condannata, spesso su denunce false, a persone che
    rompono le uova nel paniere a qualche Uomo di Panza.

    Vale su tutti questi però un prestigio intrinseco: la TONACA! Vuoi
    mettere !!….E la possibilità, sempre presente, di chiamare a testimone i
    tanti sant’uomini di Chiesa che nel passato si son fatti beffe delle leggi
    dello Stato per portare aiuto ai bisognosi…ai poveri! Vorrei anch’io una
    tonaca, da mettermi a carnevale, anche se mi accontento di un tabarro!!

  19. Io sono stato ospite li per 3 anni Dal 1995 al 1998 e posso dire che quello che si e raccontato sulla sua persona e tutto vero… e difficile accusare una persona che ha conoscenze potenti come le sue… sarebbe una battaglia persa…!!!

  20. Che dire, tanto il don se ne sta andando, e con lui quella manciata di poche di persone che rimangono nei pochissimi centri ormai sparsi solo in qualche regione d Italia.

    Al don piace, in alcune occasioni come pane e mortadella e Natale, riunire tutti i residenti della comunità per fare un bel gruppetto che serve di facciata a mulino Silla per dimostrare ai suoi sostenitori e a media che questa struttura è ancora in vita. Ma non continuerà ancora per molto, ammenoche il don non voglia sperimentare altre tattiche per fare numero, come quella di affiancarsi per queste occasioni tutti i suoi ex rimasti adepti alla causa.

    Comunque, quest’estate ci sono stati i ricorrenti campeggi che, per chi non lo sapesse, si svolgono a Zervò in un ex sanatorio per tubercolosi d’inizio 900 in Aspromonte, con il triste passato di luogo adibito anche ai sequestri della mala calabra.
    Come trascurare un luogo di questo valore spirituale, ebbene il don se n è voluto impossessare per far rivivere lo stato di sequestrati ai suoi figli dell’amore.
    Come le altre due ricorrenze questo vorrebbe essere un momento di aggregazione e di svago, ma alcuni avrebbero preferito che questo momento non fosse mai arrivato e chiamano Zervò con un bel appellativo che gli si addice come una ciliegina sulla torta “Auschwitz”.
    Il nome non è del tutto inappropriato, sia per la rassomiglianza della struttura sia per l’aria che siamo stati abituati a respirare durante le nostre “vacanze” estive

    Quest’anno a Zervo la comunità incontro ha raggiunto l’apice negativo delle sue presenze: una sessantina di disperati circa. Alla fine del mese, e mezzo quest’anno, eravamo rimasti in trenta con gli Spagnoli e gli Sloveni compresi.
    Durante questo mese e mezzo, i vari “sbrocchi” hanno decimato gli ultimi residenti di quarant’anni di comunità incontro.

    La direzione ha preteso troppo anche da quest’ultima edizione.

    Hanno forzato a lavorare 18 ore al giorno ragazzi che per la stanchezza non si reggevano più in piedi. Altri sono stati messi su turni di lavoro stressanti per un mese e mezzo di seguito senza interruzioni. Parlo di ragazzi appena entrati in comunità, assolutamente non abituati a questo tipo di trattamenti intensivi. Lo possono testimoniare tutti quelli che quest’estate hanno avuto come me il piacere di esserci. Vi ricordate per esempio i poveri ragazzi della Sicilia che si svegliavano alle 5e30 e andavano a dormire a mezza notte?

    Siamo stati costretti a mangiare alimenti marci, scaduti, che anche gli stessi cuochi si rifiutavano di cucinare, perche in comunità non si butta niente. Pranzi, cene a base di pomodori, verdure e frutta marcia hanno messo alla prova stomaci e intestini dei residenti con conseguenze abbastanza ovvie. A un certo punto è scoppiata quasi una rivolta per il trattamento cui eravamo sottoposti

    Dire che siamo stati trattati come bestie da soma e dir poco. La parola “sbrocco” è l’unico termine che si può usare. Quelli che se ne sono andati veramente non ce la facevano più.
    Li hanno fatti scappare, li hanno mandati più fuori di testa di come erano entrati.
    Il tutto perché, perché il gobbo, gargamella, o il bisonte come lo chiama il don, ha lasciato che il centro di Zervò cadesse a pezzi per tutto l’inverno e, a 15 giorni dai campeggi, voleva fare il miracolo sulle spalle di qualche decina di ragazzi volenterosi, salvi dal destino che gli avrebbe riservato la droga, ma sicuramente non con il dono dell’immortalità.
    Tengo a precisare che ogni anno le presenze dei residenti della c.i. vengono dimezzate, quindi: se nel 2010 i residenti erano 180 nel 2011 erano 120, quest’anno a Zervò eravamo 60, ma sempre con la stessa mole di lavoro.

    Perciò ogni estate, il gobbo, anche lui succube pedina agli ordini del vecchio, sfrutta la forza lavoro delle bestie inviategli dal grande capo. Si dimentica di tutto quello che la comunità ci insegna e costringe i suoi malcapitati di turno a capofitto nell’abitudinaria ricostruzione estiva della sua, a suo dire, oasi di pace.
    Spende perlomeno un paio di decine di migliaia d’euro, non per acquistare cibo e far star bene i ragazzi, ma per rimpiazzare fiori, rose e i volatili tropicali dello zoo morti dal freddo durante l’inverno. Tutto questo per avere il suo solito fottuto riconoscimento dal vecchio, e soprattutto per non “fasse batte i pezzi”.
    Perché, semplice, perché al don piacciono gli animali in gabbia, perché il don deve ricostruire innaturalmente tutto a suo piacimento, perche al don piacciono gli artefatti frutto di una mente malata, egoistica ed egocentrica come la sua. E poi, semplice, d’inverno i fiori seccano, gli animali muoiono dal freddo e il gobbo lascia i ragazzi dello sfortunato centro calabrese a pasta e ceci a meno 5 gradi con tre ore di riscaldamento al giorno. E sì, perche il gobbo vuole fare economia, perché la comunità ci insegna questo, e perché tanto ti riscaldi a spalare un metro di neve tutte le mattine per andare a suonare la CAMPANA onnipresente. Se no come facciamo a ricomprare l’anno prossimo i fiori, le piante secche e gli animali morti?
    E con loro appassiscono muoiono anche tutte quelle menti più fragili, plagiate da tre o più anni comunità.

    Sì, come no, siamo noi che “stamo tutti a pezzi”,” battetece li pezzi” hanno “sbroccato” tutti:
    I trogloditi con i quali mi sono dovuto confrontare usano spesso parole inutili piuttosto di appropriarsi di altri termini come “sostegno”, “recupero”, “reinserimento” del quale invece sembra non ne capiscano il significato, né tanto meno l’esistenza a discapito di tutti quelli che, al contrario del don, hanno delle reali necessita perché destinatari di un servizio di assistenza.

    L’unico interesse di questi inetti sono le necessità del don, perche se sta bene il don stiamo bene tutti.
    -Fallo per il don che ti ha regalato la vita, fallo per il don che ti ha ridato il sorriso, fallo per il don che ti ha salvato, fallo per il don che ti ha insegnato ad amare-. Che cosa ha fatto il don? Mi ha salvato, mi ha insegnato a sorridere e ad amare? Con cosa, con la cristoterapia? Se mi sono ripreso è solo grazie a me e non ai due anni che il porco mi ha fatto passare in esilio abbandonato dalla cristoterapia su una montagna. E’ quello che dovrebbero ammettere tutti questi devoti. Cos’è grazie alla cristoterapia che vi siete riacciuffati? O è solo perche la droga fa schifo e vi ha fatto soffrire al punto che non ce la facevate più? Che cosa avete ottenuto in cambio del culo che avete offerto al porco…. Solo minacce e insulti in continuazione.

    Si, perche a costoro gli piace insultare e umiliare i ragazzi ricordate: – sarete sempre dei tossici, non dimenticatelo mai, mangiavate nella spazzatura, cercavate nei cassonetti, dormivate sulle panchine, vi facevate le pere con l acqua delle pozzanghere- e giù in continuazione con tutte merdate di questo tipo.
    E poi minacce, Minacciano ragazzi agli arresti domiciliari di rispedirli dritti in galera se non si piegano ai loro voleri e alle loro regole prive di ogni nesso logico. Minacciano altri di mettere a conoscenza le loro famiglie sugli atteggiamenti negativi che assumono -segno di attaccamento al passato e alle logiche di piazza-, dicono convincendo parenti e genitori di non accoglierli più a casa, facendo cadere nella disperazione e nel più estremo disagio i deboli e gli indifesi.

    Codardi.

    Usate tutte le vostre tattiche subdole per costringere i ragazzi ad assumere un comportamento di totale rassegnazione, cosi da renderveli succubi e riverenti. Vi piace imporvi come salvatori proprietari della verità e della ragione nella vostra setta del cazzo. Altro che comunità di persone libere.
    Voglio ben vedere che, come ti chiami “Pippo”, ci stavano i marchettari, i prostituti del don.
    Diventare il prostituto del don può voler significare avere uno spiraglio di una porta d accesso per il ritorno alla vita.
    Pensate, pensate voi lettori che non avete avuto a che fare con il lager, cosa significa essere il prostituto del don. Pensate a cosa si sono dovuti abbassare alcuni, dopo tutta la sofferenza passata a causa della droga. Lottare di nuovo per riacquisire la libertà, la fiducia della società, con le proprie famiglie, con i magistrati. Fiducia che può ridare solo l’ambito “fine programma” dopo tre anni di lavori forzati, o la bocca del prete plagiatore a contatto con i vertici del potere.
    Il prete, padrone di tre anni di vita dei destinatari del suo servizio.
    Attraverso le parole, il prete scomunicato, influenza madri, padri e mogli disperate che contano su di lui come sull’ultima speranza. Il prete che ho sentito paragonare a dio dalle madri dei miei amici.
    Il prete che con una relazione comportamentale a un magistrato può segnare il futuro giudiziario di ragazzi sfortunati. Quanti ne ho visti buttati in mezzo a una strada senza poter dare spiegazioni, solo perche, come professa il don, al contrario di altri sono stati chiari, sinceri e si sono sentiti liberi di poter dire quello che pensavano. Rivolto ai vari coordinatori quali nicolasi, chieppa ai vari pistritto, puzzo, e al quella merda del gobbo di Farinella, cos è costato alle persone chiare, sincere e libere che vi sono passate tra le mani eh, ve lo dico io, nel miglior caso la strada, nel peggiore la galera o addirittura la morte. Ipocriti di merda non contate un cazzo fuori da quella setta. Avete solo preso calci in faccia nella vita e per ripicca vi state rivalendo sugli indifesi che vi hanno dato il culo senza chiedere nulla in cambio. Quanti nomi di pischelli avrei da fare. Dont’ warry, saranno quelli che si uniranno per farvi finire di prendere i vostri 900 euro mensili al nero. Perché è questo che valete.

    La comunità incontro è morta perche non ha più senso chiamarla comunità. Tutte le merdate che hanno combinato il vecchio e i suoi seguaci in un modo o nel altro gli si stanno ritorcendo contro. Anch’io avevo voglia di denunciare un po’ di cose, è tutto il giorno che leggo la miriade di merdate che questi quattro stronzi approfittatori ipocriti trogloditi analfabeti hanno combinato con il consenso del vecchio porco pedofilo. Le intercettazioni telefoniche fatte dalla procura su chieppa, che, con il benestare di nicolasi e della coordinatrice del centro femminile quella diana, dava ad intendere che si sarebbe scopato quella povera pischella tossica indifesa. A te stronza!!!, sei pure una donna, come hai permesso che succedesse una cosa del genere a una delle pischelle affidate a te. Della moglie di quel personaggio infimo, quale il coordinatore di Silla, nonché amministratore delegato della comunità incontro, che comprava migliaia di euro in gioielli rubati da non si sa chi con i soldi della comunità, e di conseguenza con risparmi dei nostri genitori. Di quell’altro commercialista impiccione, e poi siete disposti a mandare in galera un pischello per una sigaretta in più. Guardatevi dentro maiali che fate schifo. Che cosa fate con i banchi alimentari della comunità europea? Quante persone dichiarate che ci sono dentro ogni centro 15, 20, 30, noooo sono tutti in due. Vi state portando a casa gli aiuti alimentari delle famiglie italiane bisognose. Vergogna.

    Eh, dico a voi, a voi che augurate a don pierino tutto il bene del modo, che lo ringraziate senza saperne il motivo, perché quando parla, vi tocca dentro il cuore… imbecilli…. quello è un illusionista soggiogatore di anime perse. Vi siete fatti prendere tutti per il culo dai suoi discorsi studiati fatti e rifatti. Che cosa avrebbe fatto lui senza usarci, come avrebbe tenuto in piedi centri che cadono a pezzi senza la vostra mano d opera, a chi avrebbe chiesto i miliardi con cui si è ingozzato mentre voi mangiavate pasta in bianco e minestra tutte le sere. Vedete che scuola ha fatto ai suoi seguaci il vostro amato don, vedete cosa combinano quelli della comunità incontro in nome della cristoterapia. Aprite gli occhi, informatevi, leggete. O siete abituati ancora a leggere un’ora il martedì sera prima di andare a dormire come vi ha insegnato la comunità. Battetevi contro questa realtà, non hanno fatto nulla per voi, se siete ancora su questo mondo ricordate, è solo grazie a voi.

  21. A Franco Pistoia dico: sta’ in pace, sappi che c’è una giustizia divina. Cerca di colmare il tuo cuore di serenità, non ti preoccupare del male che fanno gli altri: Dio è misericordioso ma solo per chi si pente, è soprattutto giusto e ha fatto dire a suo Figlio che “chi dà scandalo, sarebbe meglio per lui che gli si mettesse una pietra al collo e lo si buttasse in mare”… E perché? Perché per gli scandalosi la giustizia di Dio sarà TERRIBILE! Vivi in pace, lascia a Dio la “vendetta-giustizia”.

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