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Cotroinformazione: perchè anche il ponte sullo stretto è un’arma di distrazione di massa e non sarà mai fatto pur iniziando i lavori…

19 commenti

Blog Action Day 2009
Tema :  i mutamenti climatici
cavallo pazzoNon metteremo mai le mani nelle tasche degli italiani”. Berlusconi_ponte_sullo_stretto_divide_le_acqueQuante volte avete sentito declamare questa bella frase dal premier  o da altri ? Molte volte , eppure è dimostrabile come essa sia una delle maggiori bufale delle storia repubblicana. Una illusione delle tante ideata dal prestigiatore di Arcore e smentita sempre dai fatti . Come anche peraltro nel caso in esame. Basta seguire con un pò di attenzione la questioniedel ponte sullo stretto di Messina e si vede subito come in realtà pagheremo tutti l’ennesima  stupidaggine  di immagine del premier ed in più ci troveremo con territori più devastati e nessuna vantaggio per economia ed occupazione anzi solo qualche regalo alle famigie mafiose del circondario.

Qualche peones della PDL ha voluto evidenziare una analogia tra il tunnel sotto la Manica ed il ponte dello stretto.

Analogie e differenze nel contesto di un sincronismo negli annunci di Gordon Brown e Silvio Berlusconi sebbene il primo comunichi la vendita del tunnel sotto la Manica per ridurre il debito pubblico, il secondo invece indebitandoci  tutti per avviare i lavori del Ponte sullo Stretto di Messina.

Anche il costo di entrambi  i “gioielli” infrastrutturali di Downing Street e Palazzo Grazioli è singolarmente identico : è stato stimato in cinque miliardi di euro nella fase progettuale .

Alla fine il collegamento sottomarino di miliardi ne è costati 14 e notoriamente inglesi e francesi, a differenza di noi italiani, non sono così elastici nell’accettare scostamenti di siffatta entità tra preventivo e consuntivo.

Da noi, visti i precedenti nel settore dei pubblici appalti, è più facile vincere al superenalotto che azzeccare la cifra che verrà realmente spesa.

Qui, comunque, finiscono le analogie.

L’Eurotunnel è stato infatti costruito totalmente con soldi privati ed i proprietari solo dopo vent’anni di rosso hanno visto per la prima volta un dividendo,  4 centesimi di euro ad azione.  Il Ponte, al contrario, sebbene il ministro Matteoli ed il premier continuino a raccontare storielle sul project financing e sulle interminabili  file di imprenditori pronti a tirar fuori i capitali,  sarà sostenuto essenzialmente dal pilastro pubblico – il 40% delle risorse– ed i privati  se la daranno a gambe levate.

Insomma come avvenuto per l`Alta velocità, che ha prodotto un danno da far pagare a tutti i cittadini, gli investimenti privati saranno in ultima istanza garantiti dallo Stato, quindi pagheranno anche quelli che non saliranno mai su un treno.

E ancora. Se mai verrà fatto, il Ponte si candida a diventare un collegamento quasi esclusivamente stradale in un’area del Paese povera di binari, mentre il tunnel è un tunnel per i treni ed è arrivato alla fine di un percorso di potenziamento e ammodernamento della rete su ferro nel sud della Gran Bretagna e nel nord della Francia: un servizio in più, in un contesto di servizi funzionali ed efficienti, non la cattedrale nel deserto.

Il premier parla del ponte affidandogli esplicitamente “ il rilancio economico, occupazionale, sociale e infrastrutturale italiano “ e con ciò fa capire di vivere  da un’altra parte, non conoscere il contesto nazionale, non vedere che il nostro territorio ha bisogno di manutenzione (pensiamo alla tragedia che è successa proprio a Messina) più che di grandi cantieri. Inoltre cosa sono i 30 minuti che farebbe guadagnare il viadotto sullo Stretto a confronto delle ore che quotidianamente perdono i milioni di pendolari e tutti quelli che si spostano in città e nelle aree metropolitane ?

C’è fame di metropolitane, di ferrovie locali, di trasporto pubblico rapido, sicuro ed efficiente.mezziistrazioni

Fra Messina e Palermo per due terzi del tratto la ferrovia corre su di un unico binario che presenta  in alcune parti ancora i giunti in legno a chiusura delle traversine.

Investire in infrastrutture per riqualificare i centri urbani, migliorare la qualità della vita di chi abita, uscire dall’ingorgo, ridurre i gas serra e contrastare il cambiamento climatico. Questo è quel che serve,  il ponte non rispondendo a nessuna di queste proprità.

Certo la manutenzione non porta un ritorno immediato di immagine e probabilmente di voti alle regionali ma il  tanto celebrato Bertolaso sere fa raccontò tutto orgoglioso un episodio in cui contestava a Prodi la sottovalutazione della messa in sicurezza del territorio idrogeologico italiano perlando della necessità di metterci su almeno 12 miliardi.

Sto ancora aspettando di lodare la sua determinazione e la sua autonomia politica sentendogli dire le stesse cose a Berlusconi ma mi pare sia caduto in un profondo silenzio…

Del resto parlare oggi del ponte sullo Stretto è pura follia:  ci sono ancora i cadaveri ed i dispersi  del recente evento di Messina a riprova della necessità di un diverso approccio, ma il premier è tentato da queste vere e proprie armi di distrazione di massa come un orso dal miele e tutti ricordano le 27 passeggiate 27 per il corso de L’Aquila.

La spudoratezza di annunciare che entro dicembre cominceranno i lavori per la realizzazione del Ponte sullo Stretto di Messina, è ancora maggiore se si considera che nella finanziaria 2010 i fondi per la difesa del suolo sono passati da 540 a 120 milioni, cioè ridotti a un quarto, e che lo stato delle infrastrutture, e in particolare delle ferrovie, della Calabria e della Sicilia, è penoso. Occorre mettere in sicurezza il territorio e farlo subito, come dice la tragedia di Messina : senza investimenti adeguati sulle infrastrutture, visto che la ristrutturazione della Salerno-Reggio Calabria non sarà finita prima di 7-8 anni, lo sviluppo del Sud rischia di rimanere al palo, altro che ponte di Messina!

E poi c’è un’altro aspetto che concerne il “linguaggio violento e bugiardo degli annunci propagandistici “ come ben spiegato dal prof. Villari ieri sera a Ballarò : non esiste il progetto esecutivo ( nessuna approvazione ancora del CIPE)  e comunque c’è in sospeso una azione di ricorso al TAR da parte di cittadini lesi nei propri diritti. Quindi nella incredulità generale, stanno per essere avviate le prime opere. Pagate da tutti , inutili, in assenza del progetto definitivo. Devastanti, perché collocate in un territorio ad altissimo rischio idrogeologico. Tutto andrà come prima, anzi: peggio di prima. Si inizia dal versante calabrese, ancora più a rischio idrogeologico di quello siciliano.  “I primi lavori per il ponte riguardano necessariamente lo spostamento delle interferenze” – spiega l`A.D. della Stretto di Messina Ciucci, citato dal quotidiano l`Unione Sarda. “In questo caso la ferrovia di Cannitello, che verrà spostata più a monte“. Lavori per un importo di circa 20 milioni di euro.

L’unica cosa sicura sono quindi le opera collaterali  sicché l`intero territorio dello Stretto diventerà un immenso cantiere: una devastazione

Tanto per fare un esempio il treno, dal Ponte, deve raggiungere la stazione ferroviaria di Messina attraverso un’intubata, che è più o meno come dire una metropolitana, ma come tutti sanno, per una metropolitana c’è un cantiere aperto ogni cento metri circa, il che significherà sventrare tutto il centro di Messina”, spiega Fernando Giovine, l`esperto che ha firmato le controdeduzioni allo Studio di Impatto Ambientale della Stretto di Messina. “E la gente che abita i palazzi che verranno espropriati per fare i cantieri dove andrà? Bisognerà costruire nuove case. Dove? Io non faccio una valutazione di tipo visivo, ma di impatto su un territorio fortemente antropizzato. Aldilà di cantieri, cave, discariche bisognerà costruire nuovi quartieri ove trasferire migliaia di persone con un ulteriore consumo di suolo ed una devastazione ambientale nemmeno immaginabile“.

Molti pensano che in realtà sua tutto fumo e non se ne farà nulla , tranne le opere accessorie devastanti anch’esse.

Ad agosto, Giovine aveva dichiarato: “Secondo me non ci approssimiamo all’apertura dei cantieri del Ponte, ma delle opere accessorie. Il ponte, così come è progettato, lo dice l’Ing. Calzona, non si può fare e questo lo sanno tutti. Ciò che avverrà, a mio avviso, sarà l’inserimento di tutta una serie di opere accessorie in altri progetti esecutivi con espropri e sbancamenti in un massacro del territorio senza precedenti, poi, visto che il Ponte non si può fare se ne andranno, il che sarà peggio che se il Ponte lo facessero per davvero.”

Ma a Berlusconi che gliene frega, quando la nebbia degli annunci e degli effetti speciali si sarà abbassata ne penserà un’altra e così  via, come da 15 anni a questa parte.

Crazyhorse70

Autore: mediolungo

piccolo imprenditore di Rimini

19 thoughts on “Cotroinformazione: perchè anche il ponte sullo stretto è un’arma di distrazione di massa e non sarà mai fatto pur iniziando i lavori…

  1. Il ponte non si farà e sarà il solito affare per Impregilo( notoriamente amici di B.): come altre volte Impregilo vince l’appalto facendo un’offerta ridicolmente bassa, si firma il contratto ma, guarda caso si firma una clausola secondo la quale se il commitente( lo stato) rinuncia dovrà pagare una fortissima penale, lo stato rinuncia e paga la penale ad Impregilo le cui azioni si impennano.
    Il solito sporco affare di questo governo criminale…

  2. Pingback: Perché anche il ponte sullo Stretto è un’arma di distrazione di massa | Video Folli

  3. Trovo stupefacente questo articolo , simbolo dell’antiitalianismo della sinistra comunista. Il ponte non è solo un’opera di ingegneria ma anche un’opera artistica che esprime l’ingegno dell’Italia.
    Inoltre i finanziamenti privati essitono eccome, come anche i soldi UE che sono vincolati alla costruzione dle ponte e non alla manutanzione quindi sostenere che bisognerebbe dirottarli su opere di manutenzione del territorio è fuorviante: più della metà dei fondi infatti provengono dall’UE che li ha stanziati all’uopo per quest’opera.
    I privati sono interessati e disposti ad investire per costruire il ponte, non per sistemare le case costruite abusivamente sui greti dei fiumi.
    Infine lo Stato mette poco più del 10%.
    Le differenze con l’Eurotunnel sono evidenti e quindi non raffrontabili: uno è un tunnel sotterracqueo e l’altro è un ponte!
    Confrontiamo il nostro ponte piuttosto con altri ponti sospesi che hanno fatto la storia dell’ingegno umano. Dal ponte di brooklin al golden gate: la gente andava e va tuttora a pagare il biglietto per attraversarli. hanno ripagato l’investimento dopo decine d’anni (come è normale per opere del genere) e ora sono enormemente in attivo, sono il simbolo di una nazione e sono responsabili, in parte, dell’afflusso turistico. sono un monumento all’avanguardia delle capacità umane come lo sono stati nel passato la cupola del brunelleschi o il colosseo.
    Amnche così poi si lotta contro la mafia , unendo la sicilia e non lasciandola isolata come vogliono le cosche ; a proposit di queste ultime mai nessun governo ha colpito la mafia come questo governo: 8 arresti al giorno!!!
    Il vostro sentimento di apolidi antiitaliani vi fa disonore!!!

    • io non ho nemmeno commentato, non ne vale la pena….

      • Non sono d’accordo con l’ultimo commento anche perché pur avendo anch’io un idea favorevole in astratto al ponte devo registrare anche delle perplessità sia sui conti ( chi paga cosa) che sulla fattibilità tecnica.
        Quindi d’accordo con lo spirito del commento di anticom ma eviterei toni troppo ideologici da una parte e all’altra anche perché spesso si urla per tifoserie e non si fa capire nulla dei termini veri della questione.
        Ripeto pur essendo in astratto favorevole vorrei capirci di più e comprendo le ragioni di chi abbia normali preoccupazioni di bilancio e la speranza che non sia la solita opera faraonica dispendiosissima e mai ultimata.
        Ma se davvero esistesse la possibilità di compier un salto di qualità per il meridione verso il progresso ne sarei felice. Non penso però sia giusto alcun paragone con una opera diversa come l’Eurotunnel né polemizzare con la solita litania del benaltrismo – “ ben altro è ciò di cui il sud e ha bisogno” – che spesso è solo una giustificazione per non far nulla.
        Mi limito ad acquisire informazioni, analizzare costi e benefici e verificare i dati che riesco ad avere.
        A questo proposito vi consiglio un contributo di una brava prof. di Economia della facoltà di Messina – Enza Loiacono – che dice cose interessanti ed altre meno e che comunque riporta le perplessità dell’ing. Calzona, persona conosciuta nell’ambiente per i grande ingegno e preparazione , che vorrebbe costruire il ponte in maniera diversa e maggiormente compatibile.
        “Trovo scandaloso che l’argomento “Ponte”, nell’interezza della sua problematica sia stato tenuto ultimamente sotto silenzio, e anzi si continui a parlare di apertura dei cantieri come fosse una cosa imminente. Vorrei fare notare alcuni aspetti:
        1°- Il progetto definitivo non è ancora stato approvato da parte del CIPE, e comunque c’è in sospeso una azione di ricorso al TAR da parte di cittadini lesi nei propri diritti; inoltre le risorse del ponte sarebbero di provenienza prevalentemente privata (5 miliardi su 6,3, per un importo pari all’80% del costo complessivo – AGI, 7 ottobre). Allo stato non risulta sussistere alcun finanziamento privato per l’infrastruttura. E d’altronde non sarebbe possibile averne, visto che il progetto ancora non esiste, se non nella sua versione preliminare del 2002. Esiste invece una delibera di stanziamento dal parte del CIPE, che impegna il governo a destinare all’opera 1,3 miliardi in più anni,secondo disponibilità di bilancio. Gli unici soldi potenzialmente esistenti per il ponte sono dunque in questo momento di provenienza esclusivamente pubblica: stanziati dal Governo, ma non resi disponibili dal Tesoro, che ha assunto un impegno futuro, imprecisato nei tempi e vincolato alle effettive disponibilità del bilancio pubblico. In altre parole, al momento, in termini reali, non ci sono fondi né privati né pubblici.
        2° – Le centinaia di famiglie residenti nella zona della eventuale apertura dei cantieri, non hanno ancora ricevuto alcun avviso di esproprio (non mi pare che si tratti di procedure celeri! Si dovrà avere il tempo di trovare altro alloggio in cui risiedere “previo pagamento dell’indennizzo”?!);
        3° – L’arroganza del Presidente del Consiglio e del ministro Matteoli è impressionante: ribadire l’avvio di un’opera del genere nel momento in cui Messina necessita davvero di tante altre cose molto più urgenti significa aggiungere un pesante onere ad una città già “martoriata”, e non solo dall’alluvione;e non mi si dica che il Ponte può far da traino alle altre opere, ciò significa offendere l’intelligenza dei cittadini!
        4° – Non si capisce perché è stata posta sotto silenzio la posizione del più importante tra gli ingegneri estensori del progetto (ing. Calzona), che ne propone uno completamente diverso e, a suo dire, più ed economico e di più agevole attuazione, scrivendo un libro in proposito. Si tratta di un grosso volume che, al di là degli aspetti tecnici non del tutto comprensibili per i non addetti ai lavori, è certamente degno di considerazione. Non capisco perché i politici, ma soprattutto gli organi di stampa, trascurano di considerare questo problema secondo me affatto marginale. L’ingegner Calzona, aveva fatto parte degli estensori del progetto preliminare approvato dal CIPE e dal quale si dovrebbe partire per l’attuazione definitiva del manufatto stabile. Adesso sostiene l’esistenza di una faglia nella zona in cui dovrebbe sorgere il pilastro principale dell’opera! Ora, delle due l’una: o mentiva prima, per motivi che non so immaginare, o mente adesso e allora vuole speculare su un futuro progetto di sempre più dubbia fattibilità! In ogni caso il tema, merita di essere approfondito e diffuso in ogni suo aspetto da tutti gli organi di stampa, magari con un input da parte dei politici di buon senso.
        Enza Lojacono (docente presso la fac. di Economia – Univ. di Messina)”

    • ciao tragicom.
      Ci vediamo sulla Salerno-Reggio Calabria.

      Poi se vuoi ci facciamo anche un giro in treno per la Sicilia.
      Io, te,Mantovano e Panattoni, che non commento il suo non commento che non ne vale la pena perchè non ne vale la pena.

      Un saluto da Impregilo a tutte le vostre FAMIGLIE

      • Mantovano doveva essere MATTEOLI, naturalmente.

        • io non ho bisogno di fare giri sull’isola visto che ci abito
          e sappi che i siciliani perbene vogliono il ponte per sentirsi più uniti al resto d’Italia ed è proprio la mafia che non lo vuole
          la solita vena finto umoristica della sinistra allo sbando
          che lotta contro l’Italia per farla fallire
          e che la pensa esattamente come le cosche mafiose

          • La solita mole di insinuazioni, sul fatto che quelli “onesti”, quelli “che fanno il tifo per l’Italia” sono a destra, mentre il malaffare, i mafiosi, i fanulloni eccetera sarebbero a sinistra.
            sarebbe facile ribattere che non è Fassino e nemmeno Rutelli, non è stato Franceschini e neppure Prodi, ad avere come baccio destro uno che è stato condannato per mafia.
            E mi fermo a questa sola constatazione, ma ci sono intere biblioteche di dati e di fatti che smentiscono il qui presente anticom.

          • “e sappi che i siciliani perbene vogliono il ponte per sentirsi più uniti al resto d’Italia”

            Guarda se ti senti solo ti faccio una ricarica al telefonino.

            Io non ci trovo niente di umoristico nel metterci sei ore da Catania a Messina, dieci minuti di ponte antimafia, e undici da Reggio a Cosenza!
            Mi sembra un po’ una presa per culo, visto e considerato che a molti di voi italianiperbene sta venendo via la terra da sotto il pavimento.

  4. Una coraggiosa inchiesta di Canale 5 svela le STRAVAGANZE di Mesiano, colui che ha condannato la Fininvest al maxirisarcimento: il giudice infatti CAMMINA,va AVANTI E INDIETRO, ancora AVANTI E INDIETRO, aspetta che il BARBIERE gli faccia la BARBA, si ferma a ridosso delle STRISCE PEDONALI, FUMA sigarette e SI SIEDE su una PANCHINA, DA SOLO, insieme a dei sospettissimi CALZINI.

    Ecco, come può una persona che fa cose del genere giudicare serenamente sul miglior Presidente del Consiglio degli ultimi 150 anni?

  5. ciao donfrengo
    Mesiano un giorno disse pubblicamente al bar mentre era con gli amici” Berlusconi, mah…non saprei…”
    vedrai che ci sarà una toga azzurra magari a Roma, porto delle nebbie, che lo indagherà…
    questi servi sciocchi del cavaliere scherzano col fuoco
    ma la gente dimentica che durante il fascismo
    c’era chi perdeva il posto di lavoro per una cosa simile riferita a mussolini…

  6. il ponte non sarà mai fatto come dice l’autore del post, ma saranno spesi tanti soldi e per un bel pò diranno che si farà
    e poi sul più bello torneranno indietro e pagheremo penali anche a ditte mafiose , oltre che a Impregilo
    è una cosa talmente rispauta che lo danno tutti per scontato

  7. Non è vero che non costerà nulla agli italiani,si idebiterà la prossima generazione. Lo stato,fra 30 anni rifonderà il costo dell’opera,le ferrovie pagheranno 100 milioni annui per il passaggio-treni,che, logicamente,ricadranno sul viaggiatore,i pendolari non ne usufruiranno,il territorio sarà irrimediabilmente danneggiato,se ci sarà un terremoto,come purtroppo probabile,non è detto che sia come quello di un secolo fa,7° scala Rikter, se è più forte non reggerà,tiranti ancorati in zona sismica interna,tipo sottosuolo di Napoli,se questa è fattibilità…….Provedessero a mettere in sicurezza territorio,ferrovie,molte ancora a binario unico,rimboschimento per evitare catastrofi,Messina,Sarno ecc.Bertolaso disse che ci volevano 12 miliardi per la sicurezza del territorio,come mai ora tace?molti speculatori tifano per “le grandi infrastrutture” sopratutto la malavita più o meno locale.Ascoltino i geologi,i veri ingegnieri chi,insomma, se ne intende veramente,accantonino gli attacchi di megalomania e d’onnipotenza chi alla fine ci rimette siamo sempre noi.Chi esalta la costruzione-distruzione,si informi basta cercare in internet e leggere bene il parere degli esperti,non difendete un’idea per partito preso,per esaltazione all’idea di qualche opera faraonica con i piedi d’argilla che ricadrà sulle nostre già oberate spalle.Gli errori del governo li PAGHIAMO NOI!!!!

  8. questo per coloro che ancora mostravano di credere nel ponte sullo stretto.
    Intervista al dott. Sergio Conti Nibali, del Centro studi per l’area dello Stretto di Messina. “Non esiste alcun progetto esecutivo, ma solo uno preliminare. Possono iniziare lavori per la cosiddetta “variante Cannitello” un’opera che non ha niente a che fare col ponte.”

  9. Penso che la costruzione del Ponte, sarebbe stata lecita nel caso in cui, tutte le altre strade d’italia iniziate e mai finite, funzionassero a dovere. E’ assurdo pensare di costruire un ponte tra Messina e Reggio Calabria, quando poi per arrivare da Reggio Calabria a Salerno, si deve passare per statali e stradine!!!!

    E non mi venite a dire che il ponte Ci avvicinerà al mondo…Perchè purtroppo sono proprio queste manie di grandezza che dal mondo ci stanno allontanando. Tralaltro se devo andare a Roma, Napoli, Livorno..non mi serve certo il PONTE!!

  10. Il ponte sullo stretto:quanti soldi sono stati spesi in 40 anni per sovvenzionare ricerche,consulenti,specialisti e non,per pagare impiegati ed amministratori,sostenere e mantenere uffici, espletare indagini in situ,relazioni, prove su modelli, ecc. ? Chi ha esercitato i controlli su queste elargizioni di pubblico denaro? Con quale risultato se tuttora non è stato eseguito un progetto esecutivo? Come si può affermare che una opera così unica al mondo è fattibile in piena sicurezza(soprattutto sismica e geotecnica) se le sue caratteristiche costruttive non sono state mai uffucialmente prodotte,esaminate ad altissimo livello e responsabilmente approvate? Come si può appaltare una simile opera senza un progetto immediatamente operativo, iniziando i lavori senza una adeguata e sicura copertura finanziaria? Senza un serio programma espropriativo e di trasferimento di migliaia di persone? Senza disporre di una definita progettazione – in aree urbanizzate- di tutte le opere connesse: strade,ponti,viadotti,gallerie,collegamenti autostradali e ferroviarie, opere compensative?
    Come si può stabilire,senza dati esecutivi,il costo complessivo dei lavori e il tempo necessario per la
    loro ultimazione? Non è legittimo il dubbio che molte cose non sono chiare,ovvero volutamente rese oscure?
    Questi interrogativi prescindono da considerazioni sull’utilità attuale e futura di questo tipo di collegamento tra le due sponde. Però il conseguente sconvolgimento del territorio e della sua vivibilità comporta un grande onere per i cittadini che su questo territorio dovranno vivere e operare e ciò basta a giustificare la necessità di conoscere la verità prima che si imponga il fatto compiuto dell’apertura dei cantieri.Anche perché,nel frattempo dei 40 anni trascorsi,si elargiva il pubblico denaro per sovvenzionare una ipotesi di fattibilità di un’opera di incerta realizzazione mentre nessuna risorsa era ed è disponibile per mettere in sicurezza un’area urbanizzata ad alto rischio simico e soggetta ad un progressivo dissesto idrogeologico; dove,cioè, non è stata riconosciuta la priorità degli interventi a salvaguardia della vita umana.

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