Non smetterò mai di ripeterlo.
Fuori la politica, quando si parla di scuola.
Sembro un nonno preoccupato per il suo nipotino, continuo a ripetere le stesse cose all’infinito.
Eppure c’è sempre chi mi dà torto, chi dice che se non si usa la violenza non si causano problemi a nessuno anche se si porta la politica a scuola, chi crede che la bandiera rossa – o quella nera – gli possa garantire un futuro migliore.
Sbagliate.
Quando i giornali parlavano delle manifestazioni che coinvolgevano tutti gli studenti, io ero l’unico a dire che la maggioranza degli studenti in realtà voleva far lezione e se ne fregava di manifestazioni, okkupazioni e politica.
Ho scritto anche un articolo per Skuola.net su questo tema, che ritengo essere interessante in quanto ho riportato diverse dichiarazioni di studenti e genitori: lo trovate cliccando qui. Solo due giorni dopo i primi telegiornali iniziano a parlare di tutti questi studenti che sono rimasti nell’indifferenza dell’opinione pubblica, che non hanno manifestato ma che comunque non necessariamente sono a favore della riforma. Nei giorni successivi, gli altri organi di stampa. E’ brutto che nel nostro Paese tutto si debba basare su attività violente e spesso illegali.
Se gli studenti scendono in piazza a insultare un Ministro o ad attaccare la Polizia, il giorno dopo si dedica mezza pagina alle loro cause.
Se uno studente rimane a scuola a studiare, no.
E così è successo anche per i manifestanti di ieri. Questa volta non è potuto negare che fossero appartenenti a schieramenti politici, visto che lo scontro è avvenuto proprio per questo motivo. Così fascistelli e comunistelli, che fino adesso erano riusciti nella convivenza, ieri sono arrivati allo scontro. Non solo un “normale” scontro fisico, ma con tanto di lancio di sedie (che presumo non avessero preso da casa loro). Oh, che bello quando la politica si mischia all’istruzione! Non ci dovrebbero essere motivi per cui studenti – a maggior ragione se si interessano di politica – dovrebbero scendere in piazza a manifestare in modo violento, in quanto tutti dovrebbero cercare solo di pensare al bene della scuola. E discuterne magari a un tavolo, tirando fuori qualche proposta concreta. Invece con pregiudizi banali e stupidi, amanti della sinistra e della destra estrema, han rovinato la giornata di ieri (e tutte quelle precedenti).
Bravi!
Ma questo è stato soltanto il culmine della politica mischiata all’istruzione, nonostante media e organizzatori assicurino che è stato sempre tutto apolitico. Basta sfogliare le foto degli eventi organizzati in tutta Italia per notare diversi partecipanti con magliette “Io non ho votato Berlusconi” o con immagini di Guevara. Manifestazioni costruttive, ovviamente, nulla di rimproverabile. Protestano per il diritto allo studio – che credono venga loro negato – gridando “la protesta ritorna, a scuola non si torna“. E meno male che manifestano per il diritto allo studio! Per sottolineare la loro disponibilità ad aprirsi al mondo politico, e non dimostrare così idee politiche già marcate (e marcanti per chi non le avesse), gridano simpatici slogan al Ministro, come “Gelmini idiota, cinque in condotta“, utilizzando bestemmie al posto degli articoli, per rafforzare il senso della frase. Per i nostalgici dei cori da stadio, in alcune città si è potuto udire anche il famoso “Gelmini, Gelmini, vaffanculo“. Per non parlare delle persone che incitano la folla gridando “Hasta la victoria, companero“: loro no, non hanno assolutamente a che fare con la politica.
Figuriamoci.
Con tutte queste manifestazioni democratiche e apolitiche gli studenti si sono così giocati le loro carte. E dire che per loro era stato aperto anche un tavolo dal Ministro Gelmini, ma l’associazione più influente – l’Unione degli Studenti (di sinistra) – volete sapere come ne ha approfittato? Chiedendo praticamente solo di ritirare la legge.
Nessuna proposta su come migliorare la scuola, nessun piano per potersi avvicinare a quanto legiferato nel dl.
L’unica richiesta chiara è stata l’abolizione dei numeri chiusi alle Università, in quanto è “un sistema che crea gravi discriminazioni tra gli studenti e le studentesse del nostro paese“. Poverini, loro che manifestano forse non riescono a studiare nelle facoltà in cui passano solo i più bravi.
Ripeto ancora una volta, appoggio solo in parte la “riforma” della Gelmini, perché modifiche importanti che sono state apportate non le condivido affatto. Ciò nonostante non credo che la soluzione sia andare in piazza a spaccare sedie, a insultare un Ministro o a sfilare con la maglietta dell’idolo politico di turno.
Da ieri, la “riforma” Gelmini è legge. Che lo vogliate o no, studenti che avete manifestato.
Alex Menietti
Alex Menietti è un giovanissimo studente universitario,”aspirante” giornalista con cui collaboro nel sito scolasticamente ( per una mente che si illumina) .
Trovo i suoi interventi sempre puntuali ed obiettivi, per questo motivo ve li propongo.
Franca Corradini